Il 15 e 16 luglio sono in programma le elezioni per i rappresentanti in Senato Accademico della Federico II dei professori ordinari, associati e dei ricercatori e per i rappresentanti del personale tecnico-amministrativo e dirigente. Gli eletti resteranno in carica fino al 2029.
Il termine ultimo di presentazione delle candidature è l’undici giugno. Sedici i rappresentanti che invieranno in Senato Accademico i professori e i ricercatori; quattro quelli del personale tecnico-amministrativo e dirigente. Gli eletti si aggiungeranno ai rappresentanti degli studenti e dei Direttori di Dipartimento, i quali sono stati già scelti con elezioni svoltesi in tempi diversi.
Tra coloro i quali si accingono a lasciare il Senato Accademico – è reduce da due mandati – c’è Melina Cappelli, docente di Statistica a Scienze Politiche. Il suo commiato non è passato inosservato perché lei ha inviato una lettera ai suoi compagni di avventura nell’organo di rappresentanza federiciano.
Una missiva con la quale traccia un bilancio non privo di accenti critici. “Pezzi di questa mia mail – scrive – sono frutto di copia e incolla da una lettera più volte preparata e rivista, almeno dall’estate scorsa, in cui annunciavo a questa lista le mie dimissioni dal Senato”.
L’hanno dissuasa, informa, i consigli di un collega e “la responsabilità verso le cento e passa persone che mi avevano votato”. Aggiunge: “Se dovessi fare una sintesi dei miei due mandati direi che il primo si è svolto all’insegna dell’entusiasmo, il secondo della stanchezza.
All’epoca l’euforia era legata all’ingenua convinzione che una qualunque docente potesse candidarsi ed essere eletta senza essere passata per il cursus honorum ovvero la trafila di incarichi gestionali, assai lontani per la verità dalle magistrature dell’antica Roma, senza essere stata designata da qualcuno e senza fare nemmeno una telefonata. In sostanza, che ci fossero spazi per cambiare le cose sostanzialmente.
Mai pensiero fu più sciocco, ma condivido questo idealismo con personalità di alto profilo che ammiro dal mio sottoscala personale, il che un po’ mi consola della mia ingenuità”. Aggiunge Cappelli: “Durante quel mandato il lavoro non fu così intenso come in quello attuale. Con il confronto e l’aiuto di Davide (De Caro, anch’egli rappresentante, n.d.r.) sono riuscita a portare a casa qualche risultato almeno su cose macroscopiche, anche a costo di dovermi mordere le guance (i pizzichi sulla pancia erano insufficienti) per non piegarmi durante le commissioni a fronte della sgradevolezza e dello sprezzo di qualche anziano e navigato senatore dell’epoca”.
Va avanti la lettera: “Peraltro, parliamo di 8 anni fa, ero più giovane, più disposta a reprimere la mia naturale ruvidezza, più paziente, tolleravo meglio l’ipocrisia e l’abuso di posizione dominante (vi ricordo che alla mia prima elezione ero una ricercatrice, ora sono associato, ma comunque sappiamo che dalla Gelmini in poi apertamente contano solo gli ordinari e manco tutti)”.
Riprende il discorso sulla fatica: “Il momento esatto in cui ha preso il sopravvento è stato quando ho realizzato che il regolamento per gli incarichi extra-istituzionali fortemente restrittivo (anche troppo), inviato dagli uffici e a cui avevamo alacremente lavorato, si era volatilizzato e nessuno era disposto, eccetto noi, a rimetterlo sul tavolo, cosa che io reputavo e reputo urgente alla luce di inquietanti notizie di cronaca che non si potevano nemmeno sussurrare”.
Tra coloro i quali, mentre Ateneapoli andava in chiusura di numero, avevano già presentato la propria candidatura c’è il professore Alberto Aloisio, professore ordinario di Fisica Sperimentale. È stato già senatore accademico dal 2017 al 2021. “Negli ultimi anni – dice – ho avuto importanti esperienze in enti di ricerca sottoposti alla vigilanza del Ministero dell’Università e della Ricerca. Sono stato nel Consiglio di Amministrazione di Area Science Park e nel Consiglio direttivo del Consorzio Interuniversitario per l’Informatica. Faccio inoltre attualmente parte del CdiA di Elettra Sincrotrone, un centro di ricerca che ha sede a Trieste. Mi sono candidato al Senato Accademico perché credo che l’insieme di tali esperienze e del mio precedente mandato da senatore dell’Ateneo possano costituire un valore aggiunto”.
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Ateneapoli – n. 10 – 2025 – Pagina 5