I luoghi di Caccioppoli

“Il museo deve avere la funzione di ‘luogo di comunione spirituale’ tra generazioni”, sottolinea il prof. Lucio Carbone

Un incontro, il 5 dicembre, per presentare la rivitalizzazione dei locali dell’Istituto di Analisi Superiore in via Mezzocannone, quelli che furono “I luoghi di Caccioppoli”. Il progetto, che si è realizzato grazie all’impegno dei professori Ulderico Dardano, Lucio Carbone, Nicla Palladino, Roberta di Gennaro, Margherita Guida, è stato sostenuto dal Dipartimento di Matematica federiciano e dall’Istituto Nazionale di Alta Matematica. Ha proposto “un recupero intellettuale e materiale delle eredità e dei luoghi fisici e morali dei Maestri del secolo scorso, fra cui Renato Caccioppoli, ma anche predecessori, contemporanei e successori”, spiega Dardano.
Interviene poi il prof. Carlo Sbordone, citando ‘Teoria delle funzioni di più variabili complesse’, a cura di Luciano Carbone, Giampiero Esposito, Luca dell’Aglio, Giuseppe Tomassini: “I corsi erano i luoghi nei quali Caccioppoli poteva esporre in maniera approfondita le sue idee”. Tuttavia, il prof. Sbordone sceglie un’accezione diversa nell’interpretare il titolo dell’incontro: i luoghi a Napoli o fuori Napoli in cui il grande matematico è stato.
Tra i più significativi: Bologna, 1928, dove Caccioppoli, a soli 24 anni, tiene una conferenza di 15 minuti, dal titolo ‘Teoria generale dei cambi di variabile negli integrali doppi’, durante l’incontro dell’International Mathematical Union; Padova, 1930, dove ottiene la sua prima cattedra; e poi Napoli, 1934, dove si trasferisce e resta fino a ottenere nel 1943 la cattedra di Analisi Matematica. “Abbiamo anche, in una lettera a Cimmino, datata 23 ottobre 1938, il suo indirizzo: via Aniello Falcone, Parco Lamaro, 7”. Il professore è presente nel ’40-41 nell’Annuario dell’Università con la semplice dicitura Renato Caccioppoli, Analisi Superiore, cosa che “denota il suo caratterino”, dice il prof. Sbordone. Il 15 febbraio del 1947 diventa socio dell’Accademia dei Lincei, contemporaneamente a sua zia, Maria Bakunin, prima donna a essere ammessa alla classe di scienze fisiche e matematiche.
Una testimonianza di Giorgio Napolitano: nel maggio del ’49 lo descrive a Parigi come ‘perduto in quelle strade’, aggiunge ‘bisognava prendersi cura di lui e non aveva che 45 anni’. Ultimo luogo: Roma 4 novembre 1953, Caccioppoli è presidente di una commissione per professore ordinario e desidera che il proprio allievo Federico Cafiero vinca il concorso; così scrive a Cimmino, anch’egli in commissione, in una lettera del 24 ottobre, di incontrarlo ‘nel più stretto incognito’ assieme al segretario il pomeriggio precedente al giorno della prima riunione. “Non me lo aspettavo così strategico”, conclude con un sorriso il prof. Sbordone.

Interviene poi il prof. Lucio Carbone, che parla del ‘contenente’ e del ‘contenuto’ dell’Istituto di Analisi Superiore. “Il contenente è il complesso gesuitico, che ha 500 anni e ha subito numerose trasformazioni. Ma la data del cambiamento si può ridurre addirittura a un giorno: quando Napoleone si arrende a Sedan ai Prussiani; in quel momento Berlino diventa la nuova Atene e la nuova Sparta e il tedesco la nuova lingua scientifica”. A questo cambiamento si accompagna anche una nuova Università: “Da un’Università frontale, dove il professore detta la lezione e gli studenti prendono appunti, si passa a un’Università di comunione e interazione massiccia tra studenti e professori, il cui centro diventa il seminario”.
Anche l’edificio viene ristrutturato secondo questo nuovo paradigma come una serie di gabinetti, e sono proprio questi i luoghi rivitalizzati dal progetto: “La stanza del docente, che è la principale e a cui seguono, in ordine gerarchico, la stanza degli assistenti con la biblioteca, la stanza dei dottorandi con modelli del 1800 e macchinari, dove si svolgevano gli esperimenti e il coretto gesuitico dove si tenevano le lezioni e la Sala Battaglini dove avevano luogo le lauree. Tre piani più sotto, nel Cortile delle Statue, aveva sede il Seminario di matematica dove ci si incontrava e si parlava e si potevano unire l’esperienza dei docenti alla freschezza degli studenti”.

Per quanto riguarda il contenuto: “Dopo Newton e il calcolo differenziale si brancola nel buio, ma all’inizio del ’900 si cominciano a trovare e fissare punti di partenza tramite le dimostrazioni, con cui però a volte lo scintillio di Maestri come Caccioppoli o Cesaro si scontra”. Conclude il prof. Carbone: “Il museo deve avere la funzione di ‘luogo di comunione spirituale’ tra generazioni che hanno vissuto, lavorato, vinto e anche fallito qui. Non siamo viandanti solitari, come abbiamo ricevuto così vogliamo dare. Se abbiamo fatto male ci perdonerete, se abbiamo fatto bene ci loderete”. Alla fine riporta la sua testimonianza Licia Siriaco, una delle sue ultime studentesse, che conosceva Caccioppoli già da bambina: “Una persona eccezionale, fuori dal comune. Mi ricordo che a una festa si mise a suonare il pianoforte, poi finì, si alzò e se ne andò senza dire una parola.
Era un po’ triste, ma anche un genio. Si vedeva che nella politica, tanto quanto nella matematica, seguiva un suo sogno a tutti i costi”.
Eleonora Mele

Ateneapoli – n.19 – 2023 – Pagina 5

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