Prospettive occupazionali inattese se alle grandi lingue si accompagna la conoscenza dell’Olandese

Perché fermarsi all’inglese, il francese o il tedesco se le possibilità offerte dall’Orientale comprendono tante lingue uniche ed originali? Ad esempio l’Olandese. “Se sei un ragazzo curioso e vuoi conoscere quello che succede nel mondo devi conoscere le lingue, non ne puoi fare a meno. Tutti devono conoscere lingue come l’inglese, qualunque lavoro facciano”, spiega la prof.ssa Jeanette Koch, docente di Lingua e Letteratura Neerlandese. Ma se l’inglese è una lingua che ‘masticano’ un po’ tutti  è alla portata anche di chi non frequenta un corso universitario, discipline come l’olandese, o per meglio dire il neerlandese, aprono le porte di mondi nuovi. “Se l’Italiano può essere considerata la più piccola delle grandi lingue, l’Olandese è, invece, la più grande delle piccole lingue – sottolinea la docente – E’ la più parlata, anche se il territorio dell’Olanda e delle Fiandre non occupa in Europa molto spazio, perché è diffusa in altre regioni del mondo come la Guyana o il sud Africa  con le sue radici nella lingua ‘Afrikaans’”. Sono solo trenta gli studenti di Olandese nell’Ateneo – cattedra unica nel Sud Italia -, tutti molto seguiti e con buone prospettive occupazionali.
L’Olanda è un paese che affascina molto i giovani. Nell’immaginario collettivo è sinonimo di coffeeshop, redstreets, eutanasia, matrimoni gay. Delle Fiandre si sa ancora meno. Ma le Nederlands sono molto di più. “La storia dei Paesi Bassi è molto interessante: è una storia di lotta per la libertà, di una rete commerciale che raggiungeva mezzo mondo, di immense ricchezze, di importanti scoperte scientifiche, di pittori, di autori, di discussioni teologiche e filosofiche: basta dire che è stata la patria di Erasmus, di Spinoza, di Huygens, di Rembrandt”, sottolinea la docente. Che aggiunge: “non è una lingua molto facile da imparare e, quindi, segue questo corso solo chi è veramente appassionato. Chi conosce il Tedesco può avere meno problemi, però, a differenza del Tedesco, in Olandese, come per l’Inglese, devi sapere ‘come si dice’. Inoltre, quando si inizia lo studio di una delle grandi lingue generalmente si hanno già delle basi, mentre  con l’Olandese si inizia da zero. L’Ateneo, però, mette a disposizione degli efficienti laboratori e degli ottimi lettori, che sono due mie ex alunne”. 
Il vantaggio di studiare una lingua come l’Olandese è quello di essere seguiti molto da vicino. “I gruppi sono piccoli, non sei un numero, e il contatto con il docente è continuo ed intenso”, sottolinea la prof.ssa Koch. La cattedra organizza per i propri studenti tante iniziative interessanti, come il convegno tenuto in primavera al quale hanno partecipato docenti di Neerlandese provenienti da tutta Europa, o, ancora, in collaborazione con la Federico II e l’Università di Amsterdam, una manifestazione che ha visto la presenza a Napoli di 30 studenti olandesi. “Da noi sono venuti 15 ragazzi per partecipare alle lezioni. E’ stato un momento davvero magico – racconta la docente – Li ho fatti sedere fra i miei studenti e, ad un certo punto, uno studente italiano ha riconosciuto un suo collega olandese che aveva incontrato durante un viaggio ad Amsterdam. Si è creato molto affiatamento. Dopo la lezione i ragazzi sono andati tutti al bar e si sono fermati a parlare per diverso tempo. E’ stato fantastico!”.
Accompagnare, ad esempio, l’Inglese con lo studio di una lingua minore, come l’Olandese, può aprire prospettive occupazionali inaspettate. “Non mi risulta che ci siano studenti di Olandese che non trovano lavoro, anche se non sempre in Italia. Molti si trasferiscono in Olanda dove guadagnano molto bene. Inoltre, chi si presenta presso un’istituzione europea con il suo bravo Inglese, Francese o Tedesco forse non trova  il lavoro tanto agognato. Ma aggiungi al tuo pacchetto l’Olandese e le tue possibilità crescono visibilmente. Conoscere l’Olandese fa la differenza”.
Le pagine de L’Orientale
sono a cura di
Valentina Orellana
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