Fornisce alcune delucidazioni in merito alla nuova procedura per il conseguimento del titolo di Laurea Triennale il prof. Giuseppe Civile, Prorettore alla Didattica e Presidente del Polo. Una riflessione che dura da lungo tempo e trova ispirazione in procedure già operative presso altre Università. “Tutte le modifiche applicate erano già
previste nel Regolamento Didattico di Ateneo approvato nell’estate del 2014 che, però, non erano mai state messe in atto”. Sotto l’aspetto didattico, “si sostituisce alla vecchia tesi una prova orale che può essere accompagnata da un elaborato ridotto, un paper (10-12 cartelle al massimo) o ancora una dimostrazione PowerPoint”. Questo dipende dai singoli Corsi di Studio, “perché abbiamo molte discipline e a ciascuna può essere più adatto immaginare prove di natura diversa o soltanto una discussione orale”. Il tema si concorda alla vecchia maniera con il docente che ne segue l’elaborazione. “La nuova modalità dovrebbe impegnare lo studente per non più di due mesi di lavoro, in armonia con il numero di crediti riconosciuti alla prova finale, inferiore a quelli di un esame”. Per quanto riguarda la forma della seduta, “la prova finale prevede Commissioni ristrette di docenti, anche di due soli membri, specificamente competenti nella materia. In pratica, è molto più simile a una seduta d’esame”. La nuova procedura sarà a regime a partire dalla prima sessione di laurea dell’anno accademico 2016-2017. Una volta
superata la prova, “si è già a tutti gli effetti ‘dottore’, poiché dal punto di vista legale lo studente ha compiuto il ciclo”. La celebrazione – “un rituale a cui gli studenti tengono molto” – sarà organizzata ugualmente alla fine di ogni sessione “in una seduta ‘di massa’ pubblica e separata dalla prova d’esame vera e propria. Un’occasione solenne
in cui una rappresentanza dell’Ateneo consegnerà pergamene e diploma”. In attesa di luglio, permane una fase sperimentale in cui “i docenti sono liberi di assegnare già la prova finale o aspettare l’entrata in vigore ufficiale”. Intanto, molteplici le iniziative in programma con l’obiettivo di “mettere a punto e diffondere la nuova procedura sin dall’inizio dell’anno. L’Ateneo ha avviato forme di aggiornamento ed esercitazione per gli impiegati della segreteria e del Polo. Faremo lo stesso per i docenti tra inverno e inizio primavera”. Definiti gli aspetti formali, si passa a quelli più tecnici. Le procedure amministrative restano le medesime attualmente in corso, “ma da luglio cambieranno,
perché tutti i passaggi si svolgeranno in via telematica, dall’assegnazione della tesi fino alla verbalizzazione dell’esame finale”. Ad esempio, docente e studente concorderanno un certo argomento, poi “si procederà all’assegnazione della tesi on line. La segreteria ne sarà informata e potrà operare una serie di controlli sulla carriera dello studente non appena questi presenta la domanda di laurea”. Molto dibattuta la questione del punteggio “in seno al Consiglio del Polo che aveva poi portato alcune proposte in Senato, a sua volta intervenuto
in proposito”. Dopo una serie di valutazioni, “abbiamo deciso di garantire a chi si laurea adesso il vecchio punteggio, perché sono studenti che hanno già compiuto il percorso e hanno calcolato le proprie strategie regolandosi con quel criterio”. Dunque, ridurre il punteggio avrebbe comportato una penalizzazione. “Diverso è il discorso per chi è a inizio o metà del ciclo di studi, il quale, venendo a conoscenza di un massimo di 4+2 punti, saprà in anticipo che è necessario mantenere una media un po’ più alta per arrivare a un certo risultato finale”. Numerosi i vantaggi auspicati su più fronti. “Ci aspettiamo dagli studenti un’accelerazione nel percorso di studi”. Tuttavia, “il rappresentante degli studenti in Senato era contrario a questo cambiamento, poiché riteneva che ci fosse un rischio di ‘abbassamento della qualità’ nel lavoro finale”. D’altro canto, “io sono convinto che una buona prova possa anche essere di qualità migliore rispetto a una cattiva tesi triennale di tipo tradizionale”. I tempi burocratici si riducono. “Lo snellimento delle procedure amministrative in forma telematica dovrebbe consentirci di
fare in modo che lo studente possa inoltrare la domanda di laurea anche 15 giorni prima – invece di due mesi – ed avere una seduta disponibile in tempo breve”. Questo per scongiurare un’ulteriore problematica, ossia “l’alta percentuale di studenti che si prenotano e poi non si laureano, perché non riescono a superare gli ultimi esami”. Infine, un vantaggio per l’Università tutta: “Un metodo più semplice e rapido grazie al quale immaginiamo di avere un flusso di lauree più veloci e meno studenti che corrono il rischio di andare fuoricorso”.
previste nel Regolamento Didattico di Ateneo approvato nell’estate del 2014 che, però, non erano mai state messe in atto”. Sotto l’aspetto didattico, “si sostituisce alla vecchia tesi una prova orale che può essere accompagnata da un elaborato ridotto, un paper (10-12 cartelle al massimo) o ancora una dimostrazione PowerPoint”. Questo dipende dai singoli Corsi di Studio, “perché abbiamo molte discipline e a ciascuna può essere più adatto immaginare prove di natura diversa o soltanto una discussione orale”. Il tema si concorda alla vecchia maniera con il docente che ne segue l’elaborazione. “La nuova modalità dovrebbe impegnare lo studente per non più di due mesi di lavoro, in armonia con il numero di crediti riconosciuti alla prova finale, inferiore a quelli di un esame”. Per quanto riguarda la forma della seduta, “la prova finale prevede Commissioni ristrette di docenti, anche di due soli membri, specificamente competenti nella materia. In pratica, è molto più simile a una seduta d’esame”. La nuova procedura sarà a regime a partire dalla prima sessione di laurea dell’anno accademico 2016-2017. Una volta
superata la prova, “si è già a tutti gli effetti ‘dottore’, poiché dal punto di vista legale lo studente ha compiuto il ciclo”. La celebrazione – “un rituale a cui gli studenti tengono molto” – sarà organizzata ugualmente alla fine di ogni sessione “in una seduta ‘di massa’ pubblica e separata dalla prova d’esame vera e propria. Un’occasione solenne
in cui una rappresentanza dell’Ateneo consegnerà pergamene e diploma”. In attesa di luglio, permane una fase sperimentale in cui “i docenti sono liberi di assegnare già la prova finale o aspettare l’entrata in vigore ufficiale”. Intanto, molteplici le iniziative in programma con l’obiettivo di “mettere a punto e diffondere la nuova procedura sin dall’inizio dell’anno. L’Ateneo ha avviato forme di aggiornamento ed esercitazione per gli impiegati della segreteria e del Polo. Faremo lo stesso per i docenti tra inverno e inizio primavera”. Definiti gli aspetti formali, si passa a quelli più tecnici. Le procedure amministrative restano le medesime attualmente in corso, “ma da luglio cambieranno,
perché tutti i passaggi si svolgeranno in via telematica, dall’assegnazione della tesi fino alla verbalizzazione dell’esame finale”. Ad esempio, docente e studente concorderanno un certo argomento, poi “si procederà all’assegnazione della tesi on line. La segreteria ne sarà informata e potrà operare una serie di controlli sulla carriera dello studente non appena questi presenta la domanda di laurea”. Molto dibattuta la questione del punteggio “in seno al Consiglio del Polo che aveva poi portato alcune proposte in Senato, a sua volta intervenuto
in proposito”. Dopo una serie di valutazioni, “abbiamo deciso di garantire a chi si laurea adesso il vecchio punteggio, perché sono studenti che hanno già compiuto il percorso e hanno calcolato le proprie strategie regolandosi con quel criterio”. Dunque, ridurre il punteggio avrebbe comportato una penalizzazione. “Diverso è il discorso per chi è a inizio o metà del ciclo di studi, il quale, venendo a conoscenza di un massimo di 4+2 punti, saprà in anticipo che è necessario mantenere una media un po’ più alta per arrivare a un certo risultato finale”. Numerosi i vantaggi auspicati su più fronti. “Ci aspettiamo dagli studenti un’accelerazione nel percorso di studi”. Tuttavia, “il rappresentante degli studenti in Senato era contrario a questo cambiamento, poiché riteneva che ci fosse un rischio di ‘abbassamento della qualità’ nel lavoro finale”. D’altro canto, “io sono convinto che una buona prova possa anche essere di qualità migliore rispetto a una cattiva tesi triennale di tipo tradizionale”. I tempi burocratici si riducono. “Lo snellimento delle procedure amministrative in forma telematica dovrebbe consentirci di
fare in modo che lo studente possa inoltrare la domanda di laurea anche 15 giorni prima – invece di due mesi – ed avere una seduta disponibile in tempo breve”. Questo per scongiurare un’ulteriore problematica, ossia “l’alta percentuale di studenti che si prenotano e poi non si laureano, perché non riescono a superare gli ultimi esami”. Infine, un vantaggio per l’Università tutta: “Un metodo più semplice e rapido grazie al quale immaginiamo di avere un flusso di lauree più veloci e meno studenti che corrono il rischio di andare fuoricorso”.