È a stelle e strisce la nuova edizione di “Frontiere in Biotecnologie”. Il ciclo di seminari di approfondimento
rivolto agli aspiranti biotecnologi di area medica vedrà accomodarsi al tavolo dei relatori George Calin e Giorgio Inghirami, i due visiting professor che frequenteranno e aule di via De Amicis per una settimana. Merito della convenzione fra l’Università Federico II, la Compagnia di San Paolo e l’Istituto Banco di Napoli – Fondazione che ha reso possibile l’assegnazione di contributi per la mobilità di studenti e docenti. Lo sottolinea la prof.ssa Gerolama Condorelli, che ha lavorato all’organizzazione dei seminari: “come Corso di Laurea in Biotecnologie Mediche abbiamo partecipato al bando emanato dal COINOR (Centro di Servizio di Ateneo per il Coordinamento di Progetti Speciali e l’Innovazione Organizzativa). Ci ha consentito di assegnare una borsa di studio a due studenti stranieri – provenienti da India e Marocco – che si sono iscritti al primo anno del Corso di Laurea in Biotecnologie Mediche, e di ospitare per una settimana i due visiting professor che, oltre al seminario, terranno lezione in aula”. Prima data da ricordare è il 14 marzo, quando, a partire dalle ore 13, nell’aula A.T.8 il prof. Calin, docente della University of Texas MD Anderson Cancer Center di Houston, “farà lezione sul ruolo degli RNA non codificanti nei
tumori” nel corso dell’incontro dal titolo “About Chomsky, patterns, non-coding RNAs and cancer therapy”. Si occupa della ricerca sul cancro “e darà aggiornamenti in questo campo” il prof. Inghirami, che al Weill Cornell Medical College di New York insegna Patologia e Medicina di laboratorio. L’appuntamento con lui è fissato, sempre alle 13 nell’aula A.T.8, al 23 maggio. Per gli studenti il confronto con gli ospiti può essere non solo un modo per conoscere lo stato dell’arte nella ricerca sul cancro condotta all’estero, ma anche un’opportunità per dare una sterzata al proprio cammino accademico: “durante le lezioni i professori avranno la possibilità di scegliere un nostro studente cheper sei mesi potrà frequentare il loro laboratorio”. Da organizzatrice del ciclo di seminari, l’auspicio è incrementare i numeri del recente passato: “c’è stata grande partecipazione l’anno scorso, spero che
cresca sempre di più quest’anno. Mi auguro che i ragazzi aprano gli occhi sul mondo della ricerca internazionale”. Non mancherà la possibilità di conoscere da vicino realtà aziendali del settore Biotech. “Abbiamo voluto integrare l’intervento di professori di grande spessore con quello di esponenti del mondo del lavoro che riguardano storie
di Biotech affinché i nostri laureati possano conoscere cosa sta fuori le mura accademiche”, ha spiegato la prof.ssa Claudia De Lorenzo, docente di Aspetti molecolari e clinici dell’attività motoria a Biotecnologie Mediche, che ha coadiuvato la prof. ssa Condorelli nell’organizzazione dei seminari. Per questa ragione, dopo l’incontro di apertura del 7 marzo affidato al CEO di Peptipharma Antonello Pessi, il calendario di “Frontiere in Biotecnologie” farà accomodare dietro la cattedra Elisa Scarselli, Chief Scientific Officer e co-founder di Nouscom che, il 26 aprile, alle ore 14.30, parlerà di “Utilizzo di virus ricombinanti nel campo della immunoterapia del cancro”. Il fil rouge che lega i quattro appuntamenti “è creare un confronto con il mondo del lavoro. Gli studenti possono cominciare a
farsi conoscere, ponendo domande e interagendo con i relatori”. Un modo per “ascoltare storie di ricercatori e scoprire come hanno sviluppato idee di successo, quali problematiche hanno dovuto risolvere e qual è l’iter per passare da un’idea e da una formazione universitaria a un mondo applicativo”. Danon trascurare, inoltre, la possibilità di ottenere “aggiornamenti su tecnologie moderne che non si trovano nei libri di testo. Verranno affrontate tematiche aggiornate al mondo reale”. L’invito agli studenti, dunque, è partecipare, “perché è un’opportunità per aggiornarsi sulle tematiche all’avanguardia delle Biotecnologie e per avere una visione lungimirante di quello che può essere il titolo di Laurea, cercando di capire come si può spendere dopo”.
Ciro Baldini
rivolto agli aspiranti biotecnologi di area medica vedrà accomodarsi al tavolo dei relatori George Calin e Giorgio Inghirami, i due visiting professor che frequenteranno e aule di via De Amicis per una settimana. Merito della convenzione fra l’Università Federico II, la Compagnia di San Paolo e l’Istituto Banco di Napoli – Fondazione che ha reso possibile l’assegnazione di contributi per la mobilità di studenti e docenti. Lo sottolinea la prof.ssa Gerolama Condorelli, che ha lavorato all’organizzazione dei seminari: “come Corso di Laurea in Biotecnologie Mediche abbiamo partecipato al bando emanato dal COINOR (Centro di Servizio di Ateneo per il Coordinamento di Progetti Speciali e l’Innovazione Organizzativa). Ci ha consentito di assegnare una borsa di studio a due studenti stranieri – provenienti da India e Marocco – che si sono iscritti al primo anno del Corso di Laurea in Biotecnologie Mediche, e di ospitare per una settimana i due visiting professor che, oltre al seminario, terranno lezione in aula”. Prima data da ricordare è il 14 marzo, quando, a partire dalle ore 13, nell’aula A.T.8 il prof. Calin, docente della University of Texas MD Anderson Cancer Center di Houston, “farà lezione sul ruolo degli RNA non codificanti nei
tumori” nel corso dell’incontro dal titolo “About Chomsky, patterns, non-coding RNAs and cancer therapy”. Si occupa della ricerca sul cancro “e darà aggiornamenti in questo campo” il prof. Inghirami, che al Weill Cornell Medical College di New York insegna Patologia e Medicina di laboratorio. L’appuntamento con lui è fissato, sempre alle 13 nell’aula A.T.8, al 23 maggio. Per gli studenti il confronto con gli ospiti può essere non solo un modo per conoscere lo stato dell’arte nella ricerca sul cancro condotta all’estero, ma anche un’opportunità per dare una sterzata al proprio cammino accademico: “durante le lezioni i professori avranno la possibilità di scegliere un nostro studente cheper sei mesi potrà frequentare il loro laboratorio”. Da organizzatrice del ciclo di seminari, l’auspicio è incrementare i numeri del recente passato: “c’è stata grande partecipazione l’anno scorso, spero che
cresca sempre di più quest’anno. Mi auguro che i ragazzi aprano gli occhi sul mondo della ricerca internazionale”. Non mancherà la possibilità di conoscere da vicino realtà aziendali del settore Biotech. “Abbiamo voluto integrare l’intervento di professori di grande spessore con quello di esponenti del mondo del lavoro che riguardano storie
di Biotech affinché i nostri laureati possano conoscere cosa sta fuori le mura accademiche”, ha spiegato la prof.ssa Claudia De Lorenzo, docente di Aspetti molecolari e clinici dell’attività motoria a Biotecnologie Mediche, che ha coadiuvato la prof. ssa Condorelli nell’organizzazione dei seminari. Per questa ragione, dopo l’incontro di apertura del 7 marzo affidato al CEO di Peptipharma Antonello Pessi, il calendario di “Frontiere in Biotecnologie” farà accomodare dietro la cattedra Elisa Scarselli, Chief Scientific Officer e co-founder di Nouscom che, il 26 aprile, alle ore 14.30, parlerà di “Utilizzo di virus ricombinanti nel campo della immunoterapia del cancro”. Il fil rouge che lega i quattro appuntamenti “è creare un confronto con il mondo del lavoro. Gli studenti possono cominciare a
farsi conoscere, ponendo domande e interagendo con i relatori”. Un modo per “ascoltare storie di ricercatori e scoprire come hanno sviluppato idee di successo, quali problematiche hanno dovuto risolvere e qual è l’iter per passare da un’idea e da una formazione universitaria a un mondo applicativo”. Danon trascurare, inoltre, la possibilità di ottenere “aggiornamenti su tecnologie moderne che non si trovano nei libri di testo. Verranno affrontate tematiche aggiornate al mondo reale”. L’invito agli studenti, dunque, è partecipare, “perché è un’opportunità per aggiornarsi sulle tematiche all’avanguardia delle Biotecnologie e per avere una visione lungimirante di quello che può essere il titolo di Laurea, cercando di capire come si può spendere dopo”.
Ciro Baldini