“Le piccole cose fanno la differenza più dei provvedimenti milionari”

Momento cruciale dell’anno per gli studenti di Ingegneria, impegnati come sono a preparare prove intercorso e preappelli d’esame. Per chi ce li ha. Non tutti i Corsi di Laurea e non tutti i canali nell’ambito dello stesso percorso formativo prevedono, infatti, test intermedi o preappelli. Al riguardo le opinioni dei ragazzi divergono. Ne abbiamo
raccolte alcune presso la sede di Agnano, dove si svolgono prevalentemente le attività didattiche del settore dell’Informazione. “Purtroppo da noi non è prevista alcuna prova intercorso. Un peccato perché sarebbe di grande
aiuto”, dice Andrea Pastore, iscritto al secondo anno di Ingegneria dell’Automazione. “Rappresentano un bene e un male al tempo stesso – aggiunge il collega Dario Nappo – All’interno di un programma di studio, non tutti gli argomenti hanno la stessa rilevanza, ma se fai un esame limitato solo a una parte delle cose da studiare, allora devi sapere tutto, non ci saranno dilazioni”. “Noi non abbiamo davvero nessun problema, ci troviamo benissimo e
siamo completamente soddisfatti”, dicono Giovanni Nappi e Riccardo Esposito, primo anno di Ingegneria Informatica, che stanno per vivere un dicembre da urlo, nel quale sono fissate le seconde prove intercorso di Analisi Matematica I e Fisica I e il preappello di Informatica. “Una modalità davvero comoda – proseguono le due matricole – In questo modo ci siamo potuti approcciare subito allo scritto e studiare è stato più agevole. Siamo anche ben seguiti, la professoressa di Informatica ha anche sdoppiato il gruppo di laboratorio”.
Appelli e prove intercorso
“Non abbiamo una prova intercorso dal primo anno – affermano Alessandro Di Leva, Francesco Esposito e Luca Giamattei, terzo anno di Ingegneria Informatica – E qualcuna ce ne vorrebbe, perché tutte le verifiche si concentrano in due mesi, con date vicinissime tra di loro. E capita anche che per tre esami dello stesso semestre, dello stesso anno, siano fissati gli esami nello stesso giorno. A quel punto si deve scegliere e recuperare è complicato. Farebbe piacere un maggiore coordinamento”. “Mai fatta una prova intercorso e giustamente,
perché può distrarre dagli altri corsi in svolgimento”, commentano Pasquale, Daniele e Vincenzo, primo anno fuori corso alla Triennale di Ingegneria Informatica. “Ci vorrebbero più appelli anche se da poco è stata riformata l’organizzazione e dopo il primo semestre del terzo anno è possibile pianificare gli esami come se si fosse fuori corso”, sostengono Angelo Puglia e Fabrizio Cannovale, rispettivamente al terzo anno di Ingegneria per l’Automazione e Ingegneria Informatica che seguono insieme le lezioni di Misure per l’Automazione e la Produzione Industriale. “L’organizzazione è buona. Avremo solo una prova intercorso, quella di Elementi di Meccanica Avanzata. L’altro corso, Meccanica dei Robot, prevede invece delle relazioni a cui non viene attribuito alcun voto ma che alleggeriscono comunque il lavoro – spiega Marcello Ramucci, primo anno Magistrale di Ingegneria dell’Automazione – Se potessi avanzare una richiesta, chiederei di avere a disposizione del materiale
specifico, appunti, del professore, meglio ancora una sua dispensa. Spesso i manuali consigliati non sono approfonditi quanto le lezioni e perciò studiamo dagli appunti”. Francesco Riccardi, Clara Cavaliere, Biagio Scarciello e Marco Caso sono iscritti al secondo anno della Laurea Magistrale in Ingegneria dell’Automazione. Hanno inserito nel loro piano di studi specialistico l’esame a scelta di Basi di Dati, disciplina obbligatoria per il secondo anno di Ingegneria Informatica e, pertanto, fanno lezione insieme ad altri centocinquanta colleghi più
giovani. “Siamo abituati ad essere solo una ventina in aula, dobbiamo necessariamente adattarci”, affermano questi ragazzi. Si definiscono ‘alla fine del tunnel’ e si dicono molto soddisfatti della scelta universitaria compiuta, del percorso, dei docenti incontrati: “Alcuni sono veramente dei ‘mostri’. Certo il carico di studio è sempre stato pesante, ma è parte di quello che abbiamo deciso di fare”. Molto apprezzata la sede, salvo la posizione: “è un bel
posto, ma è lontanissima da tutto e quando sciopera la SEPSA, o gioca il Napoli, è una tragedia”. Sono le 16.30 e sta terminando la lezione di Geotecnica per i ragazzi della Triennale di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Incontriamo Antonella Nocerino e Ilaria Cascella: “le prove intercorso aiutano a smaltire una notevole mole di studio, senza dover subire il carico in una volta sola, ma non ne abbiamo. Ultimamente abbiamo anche avuto dei problemi con il docente di Probabilità il quale non consente di dare due appelli di seguito nella stessa sessione”. Alessandra Cutolo e Gabriele Minini, ultimo anno Magistrale, rispettivamente di Ingegneria Elettronica e Ingegneria dell’Automazione, raccontano: “Stiamo bene qui, ma non è chiaro perché un giorno la settimana dobbiamo fare la spola fra due sedi: Agnano e via Claudio. È capitato anche un anno in cui gli spostamenti erano addirittura due nell’arco della stessa giornata”.
Richieste e proposte
Al termine di ogni intervista, abbiamo raccolto una proposta o una richiesta che, secondo gli intervistati, renderebbe la vita studentesca significativamente migliore. Le risposte sono emblematiche. “Avere un orario dei corsi migliore, senza buchi e qualche appello in più” (Dario e Andrea). “Più prove intercorso” (Alessandro, Francesco e Luca). “Avere più attività che consentano di esplorare le applicazioni dei nostri studi. Inoltre, chiediamo che la consegna delle schede di valutazione non avvenga a fine corso, ma dopo gli esami, perché è alla
fine di un’intera attività che si può avere un’idea chiara dei docenti. Se occorre sostenere quattro volte l’esame di Analisi Matematica per avere 30 allo scritto all’ultima, vuol dire che almeno una o due volte precedenti la preparazione era già adeguata” (Pasquale, Daniele e Vincenzo). “Migliorare la struttura, in particolare i bagni, e avere più aule studio, una sola non basta. Le altre aule disponibili servono per le lezioni, puoi restarci al più un’ora o due, poi devi spostarti, e in portineria non sanno mai darti un piano della giornata” (Angelo e Fabrizio). “Le piccole cose fanno la differenza più dei provvedimenti milionari. La carta igienica e il sapone nei bagni, qualche sedia a disposizione nelle aule, dei proiettori funzionanti, ulteriori spazi studio, magari sfruttando quelli seminterrati usati come parcheggio solo da qualche dipendente” (Francesco, Clara, Biagio e Marco). “Quanti più appelli possibile, senza limiti” (Antonella e Ilaria). “La carta igienica nei bagni ed eliminare il parcheggiatore abusivo” (Alessandra e Gabriele).
Simona Pasquale
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