Una collaborazione che permetterà a giovani brillanti di conseguire un dottorato a doppio titolo, italiano e francese. Sono gli estremi dell’accordo bilaterale tra l’Università Federico II e l’Université Paris 1 Panthéon La Sorbonne, per il dottorato in cotutela in Diritto dell’Economia, presentato martedì 28 aprile al Centro Congressi di Monte Sant’Angelo. Frutto di una lunga collaborazione fra le due scuole giuridiche, la convenzione avrà per ora una durata triennale (2008-2011) ed applica delle procedure già in vigore da tempo fra le Conferenze dei Rettori dei due paesi. Tra i principali promotori dell’iniziativa, il prof. Alberto Lucarelli, che da diversi anni insegna oltre che ad Economia del Federico II anche alla più antica Università di Francia presso il Master in Diritto Pubblico. “Nei prossimi anni porteremo avanti molte iniziative insieme ai colleghi francesi soprattutto di confronto tra i due sistemi alla luce anche di diverse organizzazioni, che pure scaturiscono da una matrice unitaria”, spiega il docente.
“L’attuale stagione impone di sviluppare rapporti internazionali che devono concretizzarsi con i fatti. La Facoltà di Economia non è nuova a queste iniziative, ma l’importanza di questa operazione sta nell’aver inserito nel rapporto le cellule vitali dei dottorati”, dice il Rettore Guido Trombetti che ricorda di aver anche lui studiato a Parigi. “L’orgoglio, per qualunque professore, è quello di avere studenti migliori di se stesso e questa ibridazione tra culture, darà certamente dei frutti in futuro”, aggiunge il prof. Massimo Marrelli, Presidente del Polo delle Scienze Umane e Sociali. “Da tempo al Master CER portiamo avanti la collaborazione tra economisti e giuristi e l’incontro tra queste due culture giuridiche aiuta ad approfondire le tematiche relative alla tutela della concorrenza”, sottolinea il prof. Alfredo Del Monte, mentre la prof.ssa Consilia Botta esprime tutta la sua soddisfazione: “è l’occasione per dare ai nostri giovani una visibilità internazionale”. All’incontro hanno partecipato anche i docenti della prestigiosa accademia francese: la prof.ssa Catherine Teitgen Colly (“in epoca di liberalizzazioni, c’è bisogno di affrontare i temi del servizio pubblico”) e il prof. Gérard Marcou che nei giorni in cui è stato ospite della Facoltà di Economia ha tenuto diverse lezioni magistrali. “Abbiamo da molti anni un rapporto molto stretto con la Federico II e l’Istituto per gli Studi Filosofici, ma oggi facciamo ancora un passo verso progetti di ricerca futuri nell’Europa delle diversità culturali”, dice il docente francese prima di dare spazio alla presentazione dei progetti dei nove dottorandi, cinque francesi e quattro napoletani, che hanno esposto il frutto del percorso di ricerca fin qui compiuto. Dalle decisioni costituzionali in materia di diritto alla salute, alla regolazione e declinazione del concetto di interesse generale nei pubblici servizi, dalla tutela della salute attraverso l’accesso ai farmaci cercando soluzioni adatte a garantire anche la tutela dei brevetti, alla gestione dell’acqua come bene pubblico. Le relazioni dei giovani studiosi toccano tutte le tematiche più gravi degli ultimi quindici anni svolgendo un approfondito confronto tra i sistemi europei e quello statunitense. Al centro c’è il ruolo dello Stato nell’economia. Come nella relazione di Lucia Paura, giovane dottoranda che terminerà il suo corso di studi con una monografia, che affronta il tema della tutela dei beni comuni e sociali e la class action alla luce dei lavori della commissione Rodotà che ha tentato di ridefinire il rapporto tra Stato ed economia alla ricerca di un equilibrio tra sussidiarietà e solidarietà.
Il primo, però, a conseguire il Dottorato in cotutela e che godrà dei benefici del doppio titolo sarà Luca Longhi che attualmente lavora proprio con il prof. Alberto Lucarelli. La sua relazione ha come tema il confronto fra Italia e Francia sul tema del servizio pubblico, una chiave di volta nel diritto pubblico d’oltralpe, in cui l’idea di Stato forte in grado di coagulare l’interesse generale intorno a dei servizi, o a dei bisogni, è più presente di quanto non sia qui da noi. “L’utilità generale, a differenza di quanto accade nei paesi anglosassoni, non ha una pura matrice economica, non è una sommatoria di interessi individuali, ma è il riconoscimento di un bisogno collettivo da soddisfare con dei servizi corrispondenti”. Ventisette anni ed una laurea in Giurisprudenza, Longhi ha deciso di seguire la strada del Dottorato per passione. Racconta: “dal primo giorno in cui sono arrivato da studente all’università, sono rimasto affascinato dall’idea di restarvi e fare carriera. E poi sento più un’attitudine per i profili teorici, che non per quelli strettamente pratici. Dopo un periodo di studio e di militanza qui, si è presentata l’occasione di partecipare al concorso di Dottorato e di lavorare su temi affini a quelli che aveva già affrontato nella tesi di laurea”. Fino a novembre, quando è andato per la prima volta a Parigi, non parlava ancora francese: “di solito questi scambi si fanno a partire dal primo anno, ma nel mio caso si è presentata l’occasione di andare a scrivere la tesi in Francia. Ho fatto un corso intensivo al Grenoble di quindici giorni per riuscire almeno a capire cosa mi dicevano”. Nonostante le difficoltà, l’esperienza lo ha entusiasmato: “di tutte le destinazioni possibili, Parigi è la migliore, non rischi nemmeno di sentire la nostalgia di casa. In questi anni sono stato anche in Germania, ad Heidelberg, e in Olanda ad Utrecht, ma si tratta di veri e propri luoghi di meditazione, in cui puoi solo studiare”.
Simona Pasquale
“L’attuale stagione impone di sviluppare rapporti internazionali che devono concretizzarsi con i fatti. La Facoltà di Economia non è nuova a queste iniziative, ma l’importanza di questa operazione sta nell’aver inserito nel rapporto le cellule vitali dei dottorati”, dice il Rettore Guido Trombetti che ricorda di aver anche lui studiato a Parigi. “L’orgoglio, per qualunque professore, è quello di avere studenti migliori di se stesso e questa ibridazione tra culture, darà certamente dei frutti in futuro”, aggiunge il prof. Massimo Marrelli, Presidente del Polo delle Scienze Umane e Sociali. “Da tempo al Master CER portiamo avanti la collaborazione tra economisti e giuristi e l’incontro tra queste due culture giuridiche aiuta ad approfondire le tematiche relative alla tutela della concorrenza”, sottolinea il prof. Alfredo Del Monte, mentre la prof.ssa Consilia Botta esprime tutta la sua soddisfazione: “è l’occasione per dare ai nostri giovani una visibilità internazionale”. All’incontro hanno partecipato anche i docenti della prestigiosa accademia francese: la prof.ssa Catherine Teitgen Colly (“in epoca di liberalizzazioni, c’è bisogno di affrontare i temi del servizio pubblico”) e il prof. Gérard Marcou che nei giorni in cui è stato ospite della Facoltà di Economia ha tenuto diverse lezioni magistrali. “Abbiamo da molti anni un rapporto molto stretto con la Federico II e l’Istituto per gli Studi Filosofici, ma oggi facciamo ancora un passo verso progetti di ricerca futuri nell’Europa delle diversità culturali”, dice il docente francese prima di dare spazio alla presentazione dei progetti dei nove dottorandi, cinque francesi e quattro napoletani, che hanno esposto il frutto del percorso di ricerca fin qui compiuto. Dalle decisioni costituzionali in materia di diritto alla salute, alla regolazione e declinazione del concetto di interesse generale nei pubblici servizi, dalla tutela della salute attraverso l’accesso ai farmaci cercando soluzioni adatte a garantire anche la tutela dei brevetti, alla gestione dell’acqua come bene pubblico. Le relazioni dei giovani studiosi toccano tutte le tematiche più gravi degli ultimi quindici anni svolgendo un approfondito confronto tra i sistemi europei e quello statunitense. Al centro c’è il ruolo dello Stato nell’economia. Come nella relazione di Lucia Paura, giovane dottoranda che terminerà il suo corso di studi con una monografia, che affronta il tema della tutela dei beni comuni e sociali e la class action alla luce dei lavori della commissione Rodotà che ha tentato di ridefinire il rapporto tra Stato ed economia alla ricerca di un equilibrio tra sussidiarietà e solidarietà.
Il primo, però, a conseguire il Dottorato in cotutela e che godrà dei benefici del doppio titolo sarà Luca Longhi che attualmente lavora proprio con il prof. Alberto Lucarelli. La sua relazione ha come tema il confronto fra Italia e Francia sul tema del servizio pubblico, una chiave di volta nel diritto pubblico d’oltralpe, in cui l’idea di Stato forte in grado di coagulare l’interesse generale intorno a dei servizi, o a dei bisogni, è più presente di quanto non sia qui da noi. “L’utilità generale, a differenza di quanto accade nei paesi anglosassoni, non ha una pura matrice economica, non è una sommatoria di interessi individuali, ma è il riconoscimento di un bisogno collettivo da soddisfare con dei servizi corrispondenti”. Ventisette anni ed una laurea in Giurisprudenza, Longhi ha deciso di seguire la strada del Dottorato per passione. Racconta: “dal primo giorno in cui sono arrivato da studente all’università, sono rimasto affascinato dall’idea di restarvi e fare carriera. E poi sento più un’attitudine per i profili teorici, che non per quelli strettamente pratici. Dopo un periodo di studio e di militanza qui, si è presentata l’occasione di partecipare al concorso di Dottorato e di lavorare su temi affini a quelli che aveva già affrontato nella tesi di laurea”. Fino a novembre, quando è andato per la prima volta a Parigi, non parlava ancora francese: “di solito questi scambi si fanno a partire dal primo anno, ma nel mio caso si è presentata l’occasione di andare a scrivere la tesi in Francia. Ho fatto un corso intensivo al Grenoble di quindici giorni per riuscire almeno a capire cosa mi dicevano”. Nonostante le difficoltà, l’esperienza lo ha entusiasmato: “di tutte le destinazioni possibili, Parigi è la migliore, non rischi nemmeno di sentire la nostalgia di casa. In questi anni sono stato anche in Germania, ad Heidelberg, e in Olanda ad Utrecht, ma si tratta di veri e propri luoghi di meditazione, in cui puoi solo studiare”.
Simona Pasquale