Ad Ingegneria Elettrica nasce ‘Laboratorio 21’

Una iniziativa culturale che nasce dalle chiacchierate su Teams del sabato pomeriggio tra un docente e i suoi studenti. Laboratorio 21 vede impegnati il prof. Santolo Meo, Coordinatore  del Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica, e undici suoi allievi “dei vari anni di corso, dalla Triennale alla Magistrale”.   Scambi che hanno dato vita ad un ciclo di eventi “su temi molto trasversali – libertà, democrazia, ambiente e medicina – che, pur nascendo da ragazzi impegnati in studi tecnici, sono di interesse generale”, spiega il prof. Meo.  Si comincia l’11 maggio con “Tecnologia e Libertà”, sono attesi all’appuntamento tra gli 800 e i 900 partecipanti. Il ciclo è aperto, naturalmente, a tutti gli interessati: “Il dibattito verrà sviscerato, affinché si snodi a 360 gradi, con l’aiuto degli allievi e di ospiti, docenti dal nostro e da altri Atenei. Avremo con noi Gaetano Manfredi che porterà la sua esperienza di tecnico, Ministro e Rettore, il Rettore Matteo Lorito e il nostro co-organizzatore, il prof. Edoardo Massimilla, un importante filosofo dell’Ateneo. Ospiteremo anche delle scuole e relativi dirigenti scolastici”. Tecnologia è un termine ampio, “che può essere trattato dalla robotica al quantum computing, dalla bio-ingegneria alle energie rinnovabili, al rapporto uomo-macchina. Affinché si possa immaginare un progresso dal volto umano, è fondamentale che dibattiti del genere vengano aperti all’interno della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base”. È proprio nel luogo che forma i tecnici, infatti, che bisogna interrogarsi “se la tecnica sia ancora uno strumento nelle mani dell’uomo o viceversa. Pensiamo agli ultimi governi tecnici che abbiamo avuto, a tecnici cooptati nel governo con implicazioni politiche e sociali. Cos’è la tecnocrazia? Come interagisce con la democrazia?”. O ancora, “pensiamo alla pandemia. Chiusure vanno avanti da un anno sulla base di decisioni prese da algoritmi, stesso dicasi per i colori giallo, arancione e rosso. I tecnici, e gli algoritmi, passano queste decisioni alla politica”. Formare un tecnico, però, “vuol dire anche sensibilizzarlo, affinché non sia solo un mero esecutore di una tecnologia che rischia di prendere il sopravvento”. Laboratorio 21 intende, nel tempo, aprirsi “anche ad altre attività, di tipo seminariale. Immaginiamo di poter prendere spunto da un film, da uno spettacolo teatrale, da un brano musicale e poi confrontarci su etica e attualità. Saranno i ragazzi a dirci di cosa vorrebbero parlare. Un tecnico che non ha un bagaglio culturale e un pensiero critico è un’occasione persa per sé e per la società”. Al di là delle differenze che ci sono tra le discipline, “noi siamo un’università – ricorda il prof. Massimilla – Per parlare di tecnica e di tecnologia abbiamo bisogno di una pluralità di punti di vista differenti e che cosa c’è di meglio di un dialogo che coinvolga tutte le aree di una università generalista come la nostra?”. Quando ci sono in gioco “questioni quali la libertà, la democrazia, l’ecologia, nel contesto del più ampio rapporto uomo-natura, è necessario adottare un approccio che non sia solo scientifico, ma anche filosofico, giuridico e quant’altro. Tecnologia non vuol dire parlare di una singola innovazione, ma capire come questa investe la società e che impatto ha sulla vita umana”. Essere un’università generalista, in conclusione, “non significa proporre una serie di discipline e saperi giustapposti. I giovani devono ricevere, tramite il loro studio, una formazione più ampia, pregna di spirito critico ed etica”.

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