Il nome “vuole essere anche di buon auspicio, almeno così lo abbiamo sentito quando abbiamo deciso di adottarlo: abbiamo immaginato una grande nave che parte (e salpa l’àncora) per poi arrivare a destinazione (e cala l’àncora). L’àncora è il porto sicuro, il desiderio di ritornare alla normalità e alle nostre sicurezze”, spiega la prof.ssa Marialuisa Bocchino, docente di Malattie dell’apparato respiratorio, curatrice dell’interessante progetto di sorveglianza regionale che vede coinvolti diversi Dipartimenti della Federico II (Medicina Clinica e Chirurgia, Sanità Pubblica, Scienze Politiche) e l’Azienda Ospedaliera dei Colli (con i Dipartimenti di Malattie Infettive ed Urgenze Infettivologiche e di Area Critica). Lo studio, ÀNCORA, acronimo di ANalisi COvid Regionale campanA, che ha ricevuto l’approvazione della Regione Campania, coinvolge circa 40 centri ospedalieri campani dislocati tra le province di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno.
Si tratta di un progetto ambizioso il cui obiettivo è produrre una sintesi su fattori di rischio, manifestazioni ed evoluzione clinica del paziente ospedalizzato per COVID-19, nonché implementare le strategie di follow-up degli esiti polmonari di malattia. Il COVID-19, infatti, si caratterizza per un’ampia eterogeneità di fenotipi clinici che vanno dalla condizione di infezione asintomatica, di gestione domiciliare, a manifestazioni ben più gravi con impegno sistemico che necessitano di ospedalizzazione e trattamenti tempestivi. Il polmone, organo vitale, rappresenta il bersaglio più frequentemente colpito con significativo impatto sugli esiti di malattia sia per l’evoluzione della polmonite interstiziale in grave insufficienza respiratoria che per le complicazioni trombo-emboliche. L’impegno polmonare è, inoltre, di delicato interesse perché, nonostante la risoluzione della fase acuta di malattia, è ragionevolmente temibile il rischio di progressione verso alterazioni persistenti di carattere fibrotico che possono incidere in misura variabile sulla funzionalità dell’organo. Lo studio di sorveglianza, articolato su tutto il territorio regionale, consentirà di mettere a sistema le conoscenze ed esperienze acquisite durante le diverse fasi della pandemia e rappresenterà uno strumento per la fortificazione di rapporti di collaborazione e di crescita del tessuto assistenziale campano.
Si tratta di un progetto ambizioso il cui obiettivo è produrre una sintesi su fattori di rischio, manifestazioni ed evoluzione clinica del paziente ospedalizzato per COVID-19, nonché implementare le strategie di follow-up degli esiti polmonari di malattia. Il COVID-19, infatti, si caratterizza per un’ampia eterogeneità di fenotipi clinici che vanno dalla condizione di infezione asintomatica, di gestione domiciliare, a manifestazioni ben più gravi con impegno sistemico che necessitano di ospedalizzazione e trattamenti tempestivi. Il polmone, organo vitale, rappresenta il bersaglio più frequentemente colpito con significativo impatto sugli esiti di malattia sia per l’evoluzione della polmonite interstiziale in grave insufficienza respiratoria che per le complicazioni trombo-emboliche. L’impegno polmonare è, inoltre, di delicato interesse perché, nonostante la risoluzione della fase acuta di malattia, è ragionevolmente temibile il rischio di progressione verso alterazioni persistenti di carattere fibrotico che possono incidere in misura variabile sulla funzionalità dell’organo. Lo studio di sorveglianza, articolato su tutto il territorio regionale, consentirà di mettere a sistema le conoscenze ed esperienze acquisite durante le diverse fasi della pandemia e rappresenterà uno strumento per la fortificazione di rapporti di collaborazione e di crescita del tessuto assistenziale campano.
Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli su www.ateneapoli.it