Archivio digitale della Divina Commedia illustrata: uno dei lavori presentati

La Divina Commedia è un poema che si legge e che si guarda con identica passione, come ben dimostra il fatto che la potenza immaginifica delle scene descritte da Dante abbia ispirato artisti in tutti i secoli. Un gruppo di ricercatori capeggiati da un giovane della Federico II, che si chiama Gennaro Ferrante, ha in corso un progetto che prevede la realizzazione e la disponibilità su piattaforma dell’Ateneo federiciano – www.dante.unina.it – delle più antiche illustrazioni dell’opera dantesca, quelle che furono realizzate nei manoscritti elaborati tra il XIV ed il XV secolo. Coinvolge anche il Ministero per i Beni Culturali e alcuni Atenei stranieri, con i quali sono stati stretti accordi bilaterali finalizzati ad ottenere le autorizzazioni alla replica delle antiche copie della Divina Commedia illustrata. Sono stati finora individuati 270 manoscritti potenzialmente interessanti, dei quali il 60% in Italia ed il 40% all’estero. Quello sul poema dantesco è uno dei progetti dei quali si è discusso nel corso della giornata (il 13 febbraio) dedicata dal Dipartimento di Studi Umanistici, all’interno dell’aula Piovani, alle ricerche che sono state
condotte e che tuttora proseguono in virtù dei finanziamenti garantiti da due linee di finanziamento: Star (Sostegno Territoriale alle Attività di Ricerca) e Sir (Scientific Independence of young Researchers). I primi nascono da una collaborazione tra la Federico II con la Compagnia di San Paolo e l’Istituto Banco di Napoli – Fondazione. I secondi
rientrano in un programma ministeriale varato nel 2014, quando sono stati emanati i bandi di quella annualità, e non ancora riproposto per le edizioni successive. Obiettivo degli uni e degli altri è sostenere i giovani ricercatori, che devono essere i capofila dei gruppi di ricerca che chiedono di essere sostenuti economicamente su specifici progetti. “Star e Sir – ha ricordato il Prorettore Arturo De Vivo – rappresentano il naturale bacino di reclutamento
per i prossimi anni di circa trecento persone. Sono canali fondamentali per l’ingresso in una Università che si rinnova profondamente”.
“Il Dipartimento deve fare squadra”
È fondamentale, ha sottolineato il prof. Edoardo Massimilla, Direttore del Dipartimento, “che si faccia entrare nella testa delle persone che su queste cose il nostro Dipartimento deve fare squadra. È il solo modo per affrontare insieme le insidie e le sfide della valutazione dei progetti di ricerca. Possono esserci sirene le quali, con il proprio
canto, inducono a lottare gli uni contro gli altri. Il Dipartimento, però, deve fare squadra”. Un forte richiamo, dunque, quello del prof. Massimilla, all’unità di intenti. “Concretezza, scelta di un tema forte e definito, che possa essere
illustrato in breve anche ai non esperti”: questi gli ingredienti indispensabili per concorrere con successo ai bandi di finanziamento per giovani ricercatori secondo Chiara Russo Krauss, che nel 2014 fu valutata meritevole di sostegno nell’ambito del progetto Sir. “Il segreto – ha aggiunto – è partire da un problema ed evidenziare le lacune
che il progetto va a colmare”. Altro elemento importante, ha sottolineato la giovane ricercatrice, è la fattibilità: “Quel progetto deve essere effettivamente, e da chi lo propone, realizzabile”. A chi la ascoltava ha suggerito, inoltre, di sottoporre la stesura finale in inglese al vaglio di un madrelingua. Rocco Palermo ha in corso, con una squadra multidisciplinare che si avvale anche del contributo di ricercatori stranieri, un progetto finanziato da Star, edizione 2015, relativo all’indagine del ruolo dei fiumi nel delimitare le frontiere dell’Impero romano. Tra gli obiettivi, la mappatura delle evidenze archeologiche e la creazione di un Geographic Information System (Gis) che consenta
di visualizzare i dati raccolti. “Alla luce della mia esperienza – ha sottolineato – credo che sia da migliorare, nell’ambito dei Progetti Star, la sinergia tra amministrazione dell’Ateneo e squadra di ricerca, che non sempre è fluida”. Bisognerebbe, inoltre, che si garantisse maggiore visibilità ai progetti da parte dell’Ateneo. Per esempio, “andrebbe evitato che la pagina personale Star non sia più raggiungibile, come talvolta accade”. Altro nodo da sciogliere, secondo Palermo, riguarda i supporti bibliografici, “non sempre adeguati”.
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