Avviato l’iter per un nuovo Corso Magistrale in inglese

Con 73 voti su 74 votanti, il prof. Pier Luca Maffettone è stato riconfermato alla guida del Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale. Laurea in Ingegneria Chimica alla Federico II nel 1988, attualmente è ordinario di Teoria dello sviluppo dei processi chimici. Il suo secondo mandato inizierà a gennaio e durerà tre anni. 
“Ho avuto un consenso bulgaro – esordisce con ironia il docente – che mi infligge il castigo di governare per altri tre anni. Ciononostante, quando si è concluso lo scrutinio, mi sono perfino emozionato”. 
È un risultato, professore, che le attribuisce una bella responsabilità. Da dove partirà il suo secondo mandato?
“Per quanto riguarda la didattica, sono impegnato, con i colleghi, ad elaborare la proposta di un nuovo Corso di Laurea Magistrale, che sarà in inglese. Entro fine anno presenteremo il progetto all’Ateneo. Se sarà accolto, la pratica passerà poi al Ministero dell’Università, che dovrà valutare il progetto ed approvarlo. L’obiettivo è di attivare il nuovo Corso a partire dal prossimo anno accademico”.
Quali sono gli obiettivi per la didattica?
“Il Dipartimento ha in programma di modificare in alcuni punti il Manifesto degli Studi al primo anno, in maniera da rendere l’offerta formativa omogenea a quella di altri Corsi di Studio di Ingegneria. Non meno importante sarà lo sforzo di mantenere la didattica sugli standard di eccellenza che, non da ora, caratterizzano Ingegneria chimica e Scienza ed Ingegneria dei materiali”. 
Sul versante della ricerca, quali sono le sfide del prossimo triennio?
“Bisogna lavorare, per così dire, in politica estera. Vuol dire che saremo impegnati sempre di più ad allargare le collaborazioni con l’esterno per reperire fondi. In sostanza, mi auguro si riescano a stabilire nuovi rapporti con industrie e realtà produttive, per le quali metteremo a disposizione le nostre competenze e la nostra capacità innovativa”. 
È positivo il bilancio del suo primo mandato?
“È stata una faticaccia, ma non dico nulla di nuovo, perché otterrebbe la medesima risposta da qualunque altro Direttore di Dipartimento della Federico II. Sono stati tre anni molto difficili, nei quali le pratiche burocratiche, le esigenze amministrative, i problemi relativi all’organizzazione di una struttura nuova hanno assorbito le mie energie in maniera totale. Premesso ciò, certamente sono soddisfatto dei risultati conseguiti nel triennio. Su tutto, mi piace citare il fatto che oggi siamo una struttura unita, coesa. Il risultato elettorale, sotto questo profilo, mi pare la migliore testimonianza di ciò. Siamo nati nel 2013 dall’unione di due Dipartimenti importanti: Ingegneria chimica ed Ingegneria dei materiali e della produzione. In essi hanno svolto attività di ricerca ed insegnato nomi molto importanti del settore, che hanno rappresentato l’eccellenza in questi anni. Non era scontato che si realizzasse una fusione indolore tra le due strutture. È accaduto”.
Un messaggio agli studenti, dopo il successo elettorale?
“Non posso che ripetere loro quel che dico durante le giornate di accoglienza. Noi docenti ci sforziamo per migliorare, per offrire una didattica sempre adeguata ed al passo con le esigenze. Voi dovete dare il meglio, per affrontare il percorso di studi con la serietà necessaria. Tempo fa, in un’altra intervista ad Ateneapoli dissi che Ingegneria chimica è uno studio che richiede lacrime e sangue. Al netto dell’enfasi, significa che ogni giorno, tra lezioni e studio autonomo, bisogna dedicare all’università almeno otto ore. È un lavoro e come tale va affrontato”. 
Fabrizio Geremicca
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