Corsi integrativi rispetto alle lezioni ufficiali per dare una mano alle matricole

Proseguono in maniera celere i lavori della Commissione Didattica di Giurisprudenza. Come programmato dal prof. Giovanni Leone, in ogni seduta viene affrontato un nuovo argomento concernente il funzionamento della didattica e l’ampliamento dell’offerta formativa. Fulcro della riunione di inizio marzo, il ruolo dei ricercatori universitari. “Si è sentita l’esigenza di rivitalizzare il ruolo dei ricercatori per dare più spazio al loro lavoro e alle loro capacità. Non più solo il ruolo assistenziale che si configura durante gli esami o in Dipartimento con il supporto alla stesura delle tesi di laurea, ma una collaborazione vera e propria a determinati moduli d’insegnamento. Soprattutto nel primo biennio di studio, dove  si registra il maggior numero di abbandoni,  abbiamo bisogno di intermediari del diritto che si rapportino agli studenti integrando la lezione con moduli secondari”. Una sorta di docenza che vedrebbe i ricercatori coinvolti, a partire dal prossimo anno accademico, con ruoli sempre più decisi e marcati. “La questione deve essere ancora dibattuta in seno al Consiglio di Facoltà, ma la commissione come organo propositivo ritiene che sia necessaria un’integrazione didattica per alcuni insegnamenti. Un ampliamento della materia che vada al di là dei seminari e delle esercitazioni che hanno già un largo impiego in tutte le discipline, si potrebbe parlare di un corso integrativo del corso ufficiale”. Un esempio pratico per chiarire meglio la situazione. “La mia disciplina, Diritto Processuale Amministrativo, sarà trattata ampiamente durante il corso ufficiale che si tiene ogni anno nel semestre di riferimento. Una parte del programma, nel periodo in cui si svolgono i corsi, ad esempio la materia del ‘Giudizio cautelare con riferimento all’impugnazione delle ordinanze cautelari’, verrà esplicata in un modulo di 6/10 ore da un ricercatore, come già si faceva con le attività seminariali. Un’attività quindi parallela che integra la lezione rendendola più concreta e chiarisce quegli argomenti che sembrano essere più ostici e più difficili da interpretare”. 
“In questo momento, quello che ci preme di più è aiutare le matricole ad entrare in relazione con il mondo giuridico. Per questo il progetto dei moduli è stato pensato per il primo ed il secondo anno, quando l’inesperienza porta a compiere passi affrettati e arresta i ragazzi su determinati insegnamenti – continua il professore- Il progetto dovrebbe partire entro il prossimo anno accademico”.  Sarà però il Consiglio di Facoltà a vagliare la proposta la cui prossima riunione è prevista per il 30 marzo. Alla seduta dovrebbero partecipare i nuovi rappresentanti degli studenti. 
(Su. Lu.)
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