Dai canali social alle piattaforme web: la didattica si converte alla tecnologia

Gruppi Whatsapp, pagine Facebook, contatti via Skype, blog: le lezioni del secondo semestre e tutte le attività di assistenza didattica si trasferiscono su canali social e piattaforme web. Ogni docente ha predisposto delle soluzioni personalizzate. Il prof. Cappelli, Letteratura Italiana, ha rintracciato gli studenti dagli elenchi forniti dagli uffi ci e al tempo stesso ha fatto un uso intenso della bacheca virtuale per le prime istruzioni da comunicare ai ragazzi. Da qui è sorta l’idea di potenziare i materiali presenti “sul blog letterario che da anni riservo ai miei Corsi di Laurea Magistrale”. Il blog di letteratura umanistica “sta avendo una buona risposta a dimostrazione che tutti, gli studenti in primis, sono coscienti della gravità del momento e disposti a collaborare”. In tal senso, continua il docente, “la crisi sta tirando fuori il meglio di ciascuno di noi, o almeno della maggioranza”. L’importante è tenersi aggiornati e operativi per non perdere i contatti: “dobbiamo far sentire agli studenti la nostra presenza, quotidiana ma non invasiva, ed evitare di sovrapporre bibliografi a, ma fornire indicazioni chiare di lettura, riassunti di punti chiave con ordine e mantenere la calma fino a quando ci sarà permesso di far lezione in streaming. Consiglio anche di ridurre al minimo l’impatto dell’eccezionalità, cercare di vivere giornate ‘normali’, riproducendo su scala domestica le proprie occupazioni quotidiane, senza lasciarsi andare”. Molto attive anche le pagine Facebook, tra cui quella di Storia dell’Arte Contemporanea o Traduttologia generale. “Ho deciso di aprire una pagina del corso dopo aver ricevuto mail allarmate da parte degli studenti per la mancanza di informazioni sulla prosecuzione didattica – racconta la prof.ssa Gagliardi – Avevo già pubblicato avvisi cercando di rassicurarli, ma mi sembrava che non fosse sufficiente. Ho quindi cercato un canale che mi consentisse di dialogare direttamente con loro e interagire in modo meno formale in questo momento di difficoltà”. Tra le piattaforme disponibili gratuitamente on-line la più gettonata finora è Microsoft Teams, “già sperimentata con successo in altri Atenei dall’inizio dell’emergenza. In prima persona sto utilizzando questo canale – continua la docente – per evitare di annullare dei seminari in agenda da tempo e purtroppo non posticipabili”. Mezzi questi che consentono “una ripresa delle attività in tempi rapidi, senza impattare sull’organizzazione generale degli orari già prevista dagli uffi ci”.
Cinese Lezioni cadenzate, gli studenti “non possono stare fermi”
In che modo è organizzato, invece, lo streaming per le lezioni di lingua? Per Lingua Cinese I e II, per esempio, occorre gestire numeri molto alti con “oltre 500 e 300 studenti rispettivamente. Si tratta di corsi diversi da storia o letteratura. Abbiamo dovuto trovare perciò la formula per noi più congeniale”, chiarisce la prof.ssa Paternicò, sinologa. Per il momento “noi docenti italiani, che principalmente ci occupiamo di insegnare la grammatica e la traduzione, stiamo utilizzando le aule virtuali sulla piattaforma e-learning che già usavamo in precedenza con un discreto successo, e nelle quali avevamo già caricato molti materiali grazie al fatto che ci erano stati assegnati degli appositi tutor in passato”. Tuttavia, “quest’anno che ne avremmo avuto molto bisogno non abbiamo i tutor e ci stiamo muovendo da soli. Le nostre lezioni di norma sono frequentate da oltre 100 studenti e l’interazione è inevitabilmente limitata”. Anche i docenti madrelingua “hanno appena iniziato le lezioni, che sono nei fatti molto più interattive delle nostre ed è dunque bene che proseguano. Ci siamo attivati da subito perché è fondamentale per cinese avere lezioni cadenzate e distanziate: i ragazzi devono apprendere un tot di caratteri nuovi a settimana e non possono stare fermi e poi recuperare dopo tutto insieme. Farebbero confusione e sarebbe controproducente”. Un aspetto su cui concorda anche la prof.ssa Paderni: “Abbiamo il dovere di tutelare gli studenti. Stiamo lavorando con fatica per andare avanti, è solo la prima settimana, staremo a vedere come procedere insieme. Ho tenuto finora un paio di lezioni rispettando il calendario già programmato. Bisogna, però, ora più che mai accelerare i tempi per offrire a ogni insegnamento la possibilità di una didattica a distanza attraverso una piattaforma che sia agevole per tutti e soprattutto garantita per i corsi obbligatori”. Il tutto in un clima di massima collaborazione: “io sono quasi in pensione e non mi era capitato di sperimentare questo tipo di didattica. Alcuni colleghi più giovani mi hanno aiutato con un tutorial a usare la piattaforma. Certo, capita qualche intoppo, ma sono nel complesso soddisfatta”. La lezione della docente su Teams si struttura frontalmente, “quindi non interagiamo se non attraverso una chat che resta aperta e grazie a cui posso rispondere ai messaggi. È un esame di Triennale, per la Magistrale forse non avrei potuto adottare questa soluzione perché si comunica molto di più”. Intanto, si attendono nuove direttive per gli esami: “In un primo momento, eravamo preoccupati quando sono appunto saltati quelli dell’ultima settimana di febbraio. Io, per fortuna, sono riuscita a chiuderli tutti prima dell’interruzione. Si sta ragionando comunque per migliorare ogni servizio e sulla scorta di quanto sta accadendo nelle Università del Nord organizzare i colloqui via Skype”. Come fare, invece, per quelle lezioni che richiedono un contatto anche visivo come la Storia dell’arte? “Durante la spiegazione condivido il mio schermo e proietto dei Power Point con letture e immagini che ritraggono monumenti, luoghi ed oggetti artistici, come ho fatto per esempio nella prima lezione con l’Arco di Costantino – afferma la prof.ssa Marchionibus – Riusciamo così a interagire ed è utile che la piattaforma consenta anche agli studenti stessi di parlarsi. Sono contenta perché anche in quarantena abbiamo escogitato un modo per coltivare i rapporti. E recupereremo così anche le lezioni andate perdute che, in verità, rappresentano per lo studente un modo di spezzare una giornata che scorre monotonamente”. Ciononostante, “è un momento importante per la nostra comunità. E noi tutti, che viviamo una sensazione di irrealtà perché ci sentiamo tagliati fuori dalle abitudini quotidiane, cerchiamo di trarne il meglio”, anche dal punto di vista degli stimoli per iniziative future. “Chissà se questa necessaria conversione alla tecnologia non ci dia l’input per ulteriori progetti. A me, per esempio, era venuta l’idea di conservare le lezioni e creare un archivio accessibile a chi non può frequentare la lezione o agli studenti lavoratori”. Per ovviare all’immobilità dei ragazzi, “mi sto attrezzando intanto per procurare loro tutto il materiale da studiare creando una biblioteca virtuale e reperire, oltre alle foto, dei filmati per mostrare i monumenti che studiamo nella loro totalità, avendo dovuto rinunciare alle visite itineranti che spesso organizzo durante il corso”. Sono, infatti, questi “i momenti più belli. Nutro un interesse per l’arte bizantina e ho molto studiato il territorio campano. Napoli ha svolto un ruolo importantissimo nel Medioevo, periodo in cui nascono iconografi e poi conosciute in tutto il mondo. È importante, quando si parla d’arte, immergere gli studenti nel contesto, portarli al Battistero al Complesso di San Lorenzo, cosicché percepiscano il monumento in maniera sinestetica, in una città come questa che speriamo torni nuovamente a splendere con le sue bellezze. E noi certo ritorneremo presto a visitarle”.
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