Si aggravano le già “penose” condizioni dell’antico Museo Zoologico dell’Ateneo Federico II. A lanciare un grido quasi di dolore è il Direttore della struttura museale, prof. Antonio Pietro Ariani, dopo la pioggia del 19 gennaio che ne ha praticamente allagato i Saloni danneggiando alcune parti restaurate di uno scheletro di balenottera. Di seguito la lettera inviataci dal professore.
“Il Museo Zoologico, oggi afferente al Centro Musei delle Scienze Naturali dell’Università Federico II, è un’istituzione prestigiosa sorta nel 1813 per decreto di Gioacchino Murat. Le sue collezioni, per un ammontare complessivo di decine di migliaia di reperti, alcuni particolarmente rari e, talora, unici, ne fanno un’entità di immenso valore culturale e storico in ambito cittadino, nazionale e internazionale.
Malgrado ciò, i soffitti dei due saloni versano da tempo in uno stato che definire penoso, è poco. Quello del Salone Minore, a seguito dell’asportazione della contro-soffittatura, presenta in bella (o brutta) vista le travature del tetto, assolutamente antiestetiche a differenza di quelle a capriate che, invece, fanno bella mostra di sé nelle cattedrali, tipicamente quelle gotiche. Ancora più indegna è la situazione del Salone Maggiore. Qui il soffitto, a suo tempo rivestito internamente da modestissime piastrelle di plastica, essendosi queste distaccate in vari punti, ha assunto un aspetto “a mosaico”, i vuoti essendo stati precariamente otturati con fogli di plastica nera, relativamente sottile e abbastanza simile a quella dei sacchetti per la spazzatura.
In seguito alla forte pioggia verificatasi nella notte tra il 18 e il 19 gennaio, alcuni “rattoppi”, slargatisi a mo’ di otre, hanno finito col cedere, riversando all’interno un’ingente quantità di acqua che, tra l’altro, ha danneggiato alcune parti restaurate del grande scheletro di balenottera esposto al di sotto. Se si aggiunge che ai margini del Salone Minore, quando piove fuori piove anche dentro, il quadro della situazione è (purtroppo, negativamente) chiaro.
Chiamato nel marzo scorso alla responsabilità della direzione del Museo Zoologico, nella consapevolezza che tutto quanto attiene alla sfera economica e tecnico-edilizia esula dalle mie competenze, non ho potuto fare altro che pazientare in attesa di tempi migliori, dal punto di vista sia delle (non facili) opportunità finanziarie che delle (auspicate) precedenze. Al punto in cui siamo, mi sentirei in colpa se non prendessi lo spunto da quanto accaduto per richiamare l’attenzione delle Autorità – accademiche e civili – sulla descritta situazione di degrado alla quale è purtroppo pervenuta questa struttura: che, non dimentichiamolo, spesso ospita studiosi (italiani e stranieri); regolarmente riceve la visita di scolaresche (napoletane e non); infine, dal 10 al 14 ottobre prossimo, sarà sede del IV Congresso Internazionale delle Società Malacologiche Europee.
Ringraziando per l’ospitalità e la disponibilità, cordialmente
Prof. Antonio Pietro Ariani
“Il Museo Zoologico, oggi afferente al Centro Musei delle Scienze Naturali dell’Università Federico II, è un’istituzione prestigiosa sorta nel 1813 per decreto di Gioacchino Murat. Le sue collezioni, per un ammontare complessivo di decine di migliaia di reperti, alcuni particolarmente rari e, talora, unici, ne fanno un’entità di immenso valore culturale e storico in ambito cittadino, nazionale e internazionale.
Malgrado ciò, i soffitti dei due saloni versano da tempo in uno stato che definire penoso, è poco. Quello del Salone Minore, a seguito dell’asportazione della contro-soffittatura, presenta in bella (o brutta) vista le travature del tetto, assolutamente antiestetiche a differenza di quelle a capriate che, invece, fanno bella mostra di sé nelle cattedrali, tipicamente quelle gotiche. Ancora più indegna è la situazione del Salone Maggiore. Qui il soffitto, a suo tempo rivestito internamente da modestissime piastrelle di plastica, essendosi queste distaccate in vari punti, ha assunto un aspetto “a mosaico”, i vuoti essendo stati precariamente otturati con fogli di plastica nera, relativamente sottile e abbastanza simile a quella dei sacchetti per la spazzatura.
In seguito alla forte pioggia verificatasi nella notte tra il 18 e il 19 gennaio, alcuni “rattoppi”, slargatisi a mo’ di otre, hanno finito col cedere, riversando all’interno un’ingente quantità di acqua che, tra l’altro, ha danneggiato alcune parti restaurate del grande scheletro di balenottera esposto al di sotto. Se si aggiunge che ai margini del Salone Minore, quando piove fuori piove anche dentro, il quadro della situazione è (purtroppo, negativamente) chiaro.
Chiamato nel marzo scorso alla responsabilità della direzione del Museo Zoologico, nella consapevolezza che tutto quanto attiene alla sfera economica e tecnico-edilizia esula dalle mie competenze, non ho potuto fare altro che pazientare in attesa di tempi migliori, dal punto di vista sia delle (non facili) opportunità finanziarie che delle (auspicate) precedenze. Al punto in cui siamo, mi sentirei in colpa se non prendessi lo spunto da quanto accaduto per richiamare l’attenzione delle Autorità – accademiche e civili – sulla descritta situazione di degrado alla quale è purtroppo pervenuta questa struttura: che, non dimentichiamolo, spesso ospita studiosi (italiani e stranieri); regolarmente riceve la visita di scolaresche (napoletane e non); infine, dal 10 al 14 ottobre prossimo, sarà sede del IV Congresso Internazionale delle Società Malacologiche Europee.
Ringraziando per l’ospitalità e la disponibilità, cordialmente
Prof. Antonio Pietro Ariani