Indette le elezioni alla Presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia il prossimo 7 luglio, in seconda il 12. Abbiamo parlato con i due candidati: il prof. Giovanni Delrio, attuale Preside in carica, che propone il prolungamento del suo mandato per un altro anno, e il prof. Giuseppe Paolisso, Presidente del Corso di Laurea in Medicina di Caserta.
Delrio ci spiega le motivazioni alla base della sua candidatura: “Ci troviamo in un momento di grosse trasformazioni, la mia è una candidatura che consentirà un traghettamento meno traumatico verso la nuova organizzazione dell’Ateneo”. L’attuale Preside si dice consapevole di non essere riuscito a raggiungere tutti gli obiettivi che si era prefissato, durante i quattro anni del suo mandato. “Purtroppo – spiega – le notevoli difficoltà in cui si trova l’Azienda Ospedaliera non mi hanno permesso di fare di più, anche perché la nostra attività è condizionata da decisioni esterne: il Policlinico di Caserta, per esempio, doveva essere consegnato lo scorso anno ma, per problemi di natura burocratica, si sono verificati grossi ritardi e forse occorreranno altri due anni”. Momento di blocco anche per l’attività didattica: “Ci troviamo in un periodo di grosse incertezze: le strutture a nostra disposizione non ci consentono di organizzare un’attività formativa adeguata. Inoltre, non abbiamo un protocollo d’intesa, in quanto è stato bloccato dal Ministero dell’Economia. Di conseguenza non possiamo programmare l’attività: non sappiamo quanti posti letto ci saranno assegnati e non siamo a conoscenza del finanziamento regionale per l’attività assistenziale finalizzata alla formazione. Senza protocollo, si rischia di non far partire il bando per i 500 posti a disposizione dei Corsi di Laurea in Professioni sanitarie, mentre per Medicina non possiamo indicare il numero dei posti per le immatricolazioni”. Insomma, non si riesce a programmare la didattica. “No. Non sappiamo neanche cosa accadrà dei 105 posti letto assegnati a noi nell’Ospedale Incurabili, che dovrebbe chiudere entro l’anno”. C’è tanto da lavorare. “Bisogna potenziare la parte assistenziale, consolidare quanto è stato fatto a Napoli e trovare le soluzioni per guidare al meglio la Facoltà verso il Policlinico di Caserta”, conclude Delrio.
Anche per il prof. Paolisso tante le problematiche da affrontare. I motivi della candidatura: “Nasce dall’esigenza di una generazione più giovane – risponde – rispetto a quella che ha condotto, fino ad ora, la Facoltà, e su un progetto di più lunga durata. Ho 53 anni e sono un clinico. Metto a disposizione della Facoltà la mia esperienza, il tempo, il rigore, la giovinezza e soprattutto una visione diversa da quella che può avere un biologo. Naturalmente, non è una candidatura contro il Preside uscente, persona che stimo e rispetto molto. Semplicemente, ho obiettivi differenti e con tempi più lunghi”. Ce li indica? “Prima di tutto, trovare una soluzione per i due padiglioni di piazza Miraglia, offrire maggiore attenzione ai ricercatori anche sotto l’aspetto retributivo, ottimizzare le risorse a Cappella Cangiani, potenziare i centri di eccellenza all’Ospedale Monaldi, fare in modo che le eccellenze non siano mortificate dalla riorganizzazione dell’Università pensando ad un turnover di tutti i settori scientifici disciplinari, risolvere le carenze dei settori disciplinari di Ematologia e Immunologia”. Riguardo gli studenti? “Loro sono il punto cardine dell’Università. Sicuramente, vanno migliorati l’aspetto informatico e della comunicazione, la qualità e la quantità degli spazi, per esempio con buvette e aule studio. Per evitare, poi, di penalizzarli nell’attribuzione del voto di laurea rispetto agli altri Atenei, va rivisto il regolamento, a mio avviso molto rigido e che noi seguiamo attentamente”. Tutto ciò potrà essere fatto nel tempo. “Sì, con una certa gradualità. Per ora, dobbiamo lavorare per un unico grande Polo napoletano e uno ridotto a Caserta. Nel momento in cui sarà pronta la sede di Caserta, potremo invertire i Poli”.
Delrio ci spiega le motivazioni alla base della sua candidatura: “Ci troviamo in un momento di grosse trasformazioni, la mia è una candidatura che consentirà un traghettamento meno traumatico verso la nuova organizzazione dell’Ateneo”. L’attuale Preside si dice consapevole di non essere riuscito a raggiungere tutti gli obiettivi che si era prefissato, durante i quattro anni del suo mandato. “Purtroppo – spiega – le notevoli difficoltà in cui si trova l’Azienda Ospedaliera non mi hanno permesso di fare di più, anche perché la nostra attività è condizionata da decisioni esterne: il Policlinico di Caserta, per esempio, doveva essere consegnato lo scorso anno ma, per problemi di natura burocratica, si sono verificati grossi ritardi e forse occorreranno altri due anni”. Momento di blocco anche per l’attività didattica: “Ci troviamo in un periodo di grosse incertezze: le strutture a nostra disposizione non ci consentono di organizzare un’attività formativa adeguata. Inoltre, non abbiamo un protocollo d’intesa, in quanto è stato bloccato dal Ministero dell’Economia. Di conseguenza non possiamo programmare l’attività: non sappiamo quanti posti letto ci saranno assegnati e non siamo a conoscenza del finanziamento regionale per l’attività assistenziale finalizzata alla formazione. Senza protocollo, si rischia di non far partire il bando per i 500 posti a disposizione dei Corsi di Laurea in Professioni sanitarie, mentre per Medicina non possiamo indicare il numero dei posti per le immatricolazioni”. Insomma, non si riesce a programmare la didattica. “No. Non sappiamo neanche cosa accadrà dei 105 posti letto assegnati a noi nell’Ospedale Incurabili, che dovrebbe chiudere entro l’anno”. C’è tanto da lavorare. “Bisogna potenziare la parte assistenziale, consolidare quanto è stato fatto a Napoli e trovare le soluzioni per guidare al meglio la Facoltà verso il Policlinico di Caserta”, conclude Delrio.
Anche per il prof. Paolisso tante le problematiche da affrontare. I motivi della candidatura: “Nasce dall’esigenza di una generazione più giovane – risponde – rispetto a quella che ha condotto, fino ad ora, la Facoltà, e su un progetto di più lunga durata. Ho 53 anni e sono un clinico. Metto a disposizione della Facoltà la mia esperienza, il tempo, il rigore, la giovinezza e soprattutto una visione diversa da quella che può avere un biologo. Naturalmente, non è una candidatura contro il Preside uscente, persona che stimo e rispetto molto. Semplicemente, ho obiettivi differenti e con tempi più lunghi”. Ce li indica? “Prima di tutto, trovare una soluzione per i due padiglioni di piazza Miraglia, offrire maggiore attenzione ai ricercatori anche sotto l’aspetto retributivo, ottimizzare le risorse a Cappella Cangiani, potenziare i centri di eccellenza all’Ospedale Monaldi, fare in modo che le eccellenze non siano mortificate dalla riorganizzazione dell’Università pensando ad un turnover di tutti i settori scientifici disciplinari, risolvere le carenze dei settori disciplinari di Ematologia e Immunologia”. Riguardo gli studenti? “Loro sono il punto cardine dell’Università. Sicuramente, vanno migliorati l’aspetto informatico e della comunicazione, la qualità e la quantità degli spazi, per esempio con buvette e aule studio. Per evitare, poi, di penalizzarli nell’attribuzione del voto di laurea rispetto agli altri Atenei, va rivisto il regolamento, a mio avviso molto rigido e che noi seguiamo attentamente”. Tutto ciò potrà essere fatto nel tempo. “Sì, con una certa gradualità. Per ora, dobbiamo lavorare per un unico grande Polo napoletano e uno ridotto a Caserta. Nel momento in cui sarà pronta la sede di Caserta, potremo invertire i Poli”.