Denise Antonietti, da Belluno a Napoli per studiare l’Archeologia Orientale

Denise Antonietti, 22 anni, studentessa fuorisede nata a Feltre, in provincia di Belluno, si è trasferita a Napoli per iscriversi a L’Orientale e approfondire gli studi di Archeologia Orientale. “L’archeologia è una passione fin da quando ero bambina. Al liceo ho studiato i classici, intanto mi dedicavo a letture personali su Mesopotamia e Egitto. Dopo il diploma, sentivo la necessità di far convergere il mio interesse per la valorizzazione dei beni culturali all’affinità che sentivo per la cultura orientale. In più, quando mi sono iscritta all’Università, si parlava moltissimo di avvenimenti politici, conflitti e proteste nei paesi arabi. La Primavera araba ha contribuito a suscitare in noi studenti una maggiore attenzione verso il panorama arabo nella speranza che le cose potessero realmente prendere una piega diversa”. Attualmente frequenta il terzo anno del Corso di Laurea Triennale in Civiltà Antiche e Archeologia. “Il mio percorso universitario è mirato alla conoscenza della cultura, della storia e del patrimonio archeologico di vari popoli. Alle materie di stampo orientalistico si affiancano quelle occidentalistiche, quali la Storia e l’Archeologia Romana, ad esempio, di cui bisogna possedere una conoscenza di base. Alle discipline caratterizzanti subentra una grande libertà nella scelta degli esami. Tra questi, figurano i corsi di lingue antiche, l’Egittologia, l’Assiriologia e lo studio della lingua geroglifica, che sono anche quelli più complessi. Ho amato moltissimo le lezioni di Accadico, impartite dalla prof.ssa Simonetta Graziani, e quelle di Sumerico, tenute dalla dottoressa Noemi Borrelli”. Come nei corsi di altre lingue, si parte da uno studio preliminare degli aspetti grammaticali per poi immergersi nel testo, un testo particolare, perché desunto dai reperti archeologici. “Si prende in esame, ad esempio, la stele di un certo faraone. Questa viene tradotta studiandone i contenuti, il contesto storico, il messaggio ideologico. Alla fine del corso, si è capace di tradurre testi semplici. È chiaro che per arrivare a una comprensione più completa di lingue che non hanno niente a che fare con il ceppo indoeuropeo né con i sistemi di scrittura a cui siamo abituati occorrono anni di dedizione”. Denise racconta le sue vicissitudini universitarie, dall’idea iniziale di venire a studiare a Napoli, attratta dal fascino esotico di alcune discipline, alla decisione di concretizzare questa scelta nell’impegno accademico. “In primo luogo, ho deciso di trasferirmi per l’interesse verso le materie specialistiche che si insegnano a L’Orientale, e, non meno importante, per la qualità elevata della didattica. Tra le varie opzioni, mi sono resa conto che questo Ateneo faceva al caso mio non solo dal punto di vista universitario, ma anche dal punto di vista ‘umano’. Conoscevo già un po’ Napoli e la città mi ha subito accolto. Certo, l’impatto iniziale è stato drammatico. La scelta di abbandonare il luogo in cui si è cresciuti necessitava di una buona dose di coraggio, però ho sempre pensato agli studi universitari come un momento di crescita personale, non solo formativa, e ho voluto approfittare della chance di cambiare vita subito. Qui mi sento a mio agio, per le persone, per la libertà di poter essere quello che desideravo da tempo. Ora è Napoli la città che chiamo ‘casa’ e mi piacerebbe potervi restare, anche se in questo momento elaborare progetti a lungo termine è piuttosto difficile”. In procinto del conseguimento della Laurea Triennale, la studentessa narra con grande entusiasmo la genesi del suo progetto di tesi, concepito grazie ai lavori sul campo e alle attività speculative svolte durante una missione in Oman. “Mi mancano quattro esami e prevedo di laurearmi entro ottobre. Nel frattempo, porto avanti le mie ricerche per l’elaborato finale. Ho scelto di approfondire un argomento nell’ambito della disciplina ‘Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico’. In particolare, mi concentrerò sulla ceramica dell’età del ferro omanita. Nel mese di dicembre ho preso parte a una missione in Oman organizzata dal professore Romolo Loreto, il quale collabora con il Ministero delle Antichità omanite. Il viaggio a Muscat, la capitale, mi è sembrata da subito un’occasione interessante. Sullo scavo abbiamo svolto moltissime ricerche, che mi hanno dato per la prima volta la possibilità non solo di apprezzare il territorio dal punto di vista naturalistico, ma di svolgere un’esperienza di tipo professionale insieme ad altri studenti dell’Università, e nelcontempo vivere a stretto contatto con la cultura islamica”. Per adesso i progetti futuri di Denise sono in via di definizione, nutriti dal sogno di una carriera a metà strada tra le ricerche specializzate e le persone. “Dopo la laurea, non so ancora bene con precisione quale strada intraprendere. Mi piacerebbe moltissimo proseguire con la carriera accademica, ma allo stesso tempo vorrei trovare una strategia per avvicinare il mondo che io amo alla gente. Non solo stimolare un interesse verso il patrimonio straniero, ma iniziare a valorizzare quello italiano. Spesso l’archeologia è considerata una disciplina datata, ‘da biblioteca’. Invece, bisognerebbe condividere questo mondo e reinventarlo grazie all’ausilio delle nuove tecnologie per renderlo fruibile a tutti, soprattutto ai giovani. Immagino che il mio lavoro futuro si possa inserire in una via intermedia tra l’antico e la modernità. La cultura, in genere, e la conoscenza storico-artistica, nello specifico, fornisce benessere. È stupido che venga sottovalutata come qualcosa di inutile e per giunta sprecata, poiché è una risorsa del passato che appartiene al nostro presente e serve per preservare il nostro avvenire”.
Sabrina Sabatino
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