Diritto Civile: da iscritti al quarto anno “mi aspetto un atteggiamento che non sia solo ricettivo”

“Le difficoltà maggiori che si riscontrano in sede d’esame sono legate all’apprendimento di alcuni temi. L’aver sostenuto Diritto Privato tre anni prima comporta il dimenticare o il tralasciare Istituti fondamentali. Cosa che si riflette sul buon esito della prova”, afferma il prof. Raffaele Caprioli, ordinario di Diritto Civile. Poi fa un esempio: la disciplina concernente il contratto, “se durante il colloquio mi rendo conto che le basi da cui parte quell’Istituto sono state trascurate dallo studente, consiglio di riprendere il manuale di Privato e ripetere le nozioni base”. Dunque, non si può studiare il nuovo programma senza aver dato uno sguardo al passato. “L’argomento dell’interpretazione del contratto è riassunto in dieci pagine nel manuale di Privato. In quello di Diritto Civile, invece, è trattato in 40-50 pagine. Non si tratta di novità ma di un semplice approfondimento di quanto già studiato in precedenza”. Occorre, perciò, “un collegamento fra il I e il IV anno, in modo da integrare con specificità gli argomenti che si sono già assimilati in precedenza”. Oltre al manuale, va studiata la parte speciale. “Durante i colloqui pongo sempre una domandina su questa parte che ha come fulcro principale il tema della circolazione dei beni. Da studenti che sono al quarto anno mi aspetto un atteggiamento che non sia solo ricettivo, ma che abbia di base un ragionamento critico, argomentazioni che siano in grado di portare fuori il rapporto fra teoria e pratica”. In sede d’esame, cosa vuol dire rispondere in maniera esauriente? “Lo studente deve dimostrare, attraverso le risposte che dà, di aver capito ciò che dice. Non è importante trovare una soluzione univoca alla domanda che si
pone, è importante, invece, che la soluzione sia argomentata, anche se discosta da quella del libro”.
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