Storia del Diritto Romano: inquadrare gli eventi e porre attenzione alle fonti

“Chi frequenta i corsi sostiene un esame più brillante. Questo perché, grazie alle lezioni, la materia appare più semplice ed agevole. Inoltre, individua l’impostazione che il docente dà alla disciplina, familiarizzando prima con il metodo di studio”, la prof.ssa Chiara Corbo, docente di Storia del diritto romano, spiega agli studenti il primo passo per affrontare la prova. “La disciplina ha delle sue specificità ed è importante conoscerne il contesto storico, inquadrando gli eventi e i periodi: la monarchia, il regime, il principato e la tarda antichità. Mettere a fuoco l’assetto costituzionale di ciascun periodo è fondamentale per la riuscita dell’esame”. Da non sottovalutare le fonti giuridiche: “un aspetto da cui non si può prescindere. Gli studenti devono conoscere la predisposizione del diritto nelle varie epoche storiche, con riguardo al ruolo dei giuristi romani”. Da evitare assolutamente: “l’uso di dispense, il manuale consigliato dalla mia cattedra è molto chiaro e non richiede l’utilizzo di libri accessori e semplificativi. All’esame, poi, si nota chi ha studiato da una dispensa perché ha le idee confuse”. Spesso “riscontro in questi libricini anche degli errori. Sbagli che poi i ragazzi ripetono come una pappardella. E questo non va bene. Si va incontro ad un fallimento o ad un esame non brillante”. I risultati durante la sessione estiva non sono particolarmente soddisfacenti: “gli studenti agli esami di giugno e luglio spesso arrancano. Chi supera la prova, lo fa con esito modesto”. Tutt’altra storia in inverno: “quando, subito dopo la conclusione dei corsi, accogliamo ragazzi preparati che superano l’esame con ottime valutazioni”. Eppure sono tante le matricole che, per un motivo o un altro, hanno rinviato l’esame alla sessione successiva. In questo caso, come si fa ad arrivare preparati? “È necessario uno studio costante. Occorrono impegno e serietà. Lo studio non deve essere frettoloso, così ci si può concedere riflessioni critiche sulla materia in
sede di colloquio”. Un avvertimento: “Agli esami già dalla prima domanda ci rendiamo conto se si è venuti a tentare la sorte”.
Gli studenti: per ‘Storia’ ottimi gli schemi
“Stabilire un grado di difficoltà comune per un esame come Storia del diritto romano penso sia improponibile. Ci sono matricole che lo superano al primo colpo, altre ancora che non legano con la storia e lo ritengono inutile. Insomma, questa disciplina divide gli studenti e non è facile come la vogliono dipingere – afferma Raffaele Nizzi, studente al II anno – Io, ad esempio, non amo le discipline storiche. Ho rinviato l’esame e mi ritrovo a fineanno con la prova ancora da sostenere”. Di tutt’altra opinione Emilia Piedimonte: “Il diritto romano mi ha aiutato a capire le origini del nostro ordinamento. Ritengo questa disciplina indispensabile per chiunque voglia approcciarsi al mondo giuridico. È stato il mio primo esame, l’ho superato con un ottimo voto”. Il segreto per ottenere un buon risultato, racconta Adele Profeti, sta in uno schema ben preciso fra le varie età che ne sottolinei “le differenze e i passaggi tra un periodo e l’altro. Questo è stato il metodo che mi ha permesso, nella scorsa sessione, di ottenere 27”. Sosterrà l’esame a luglio Maria Matarese: “Sono una matricola un po’ indietro con gli esami – ammette. Ora sto cercando di recuperare. Storia non è un esame difficile né, tantomeno, lungo. Bisogna solo essere precisi: il passaggio fra le diverse età confonde se non si comprendono bene gli snodi di collegamento”. Anche Maria si affida agli schemi per memorizzare. Una dritta arriva da Giancarlo Leone: “Storia non è niente di traumatico però è fondamentale il modo in cui si espongono i concetti all’esame. Ci sono più probabilità di un buon risultato se si utilizzano locuzioni precise e qualche parolina di latino, si attualizzano le leggi del diritto romano”.
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