Edificio 20: chiusura alle 19 per scongiurare gli atti vandalici

Caos, sporcizia, atti vandalici nell’Edificio 20. Una Commissione – formata dal Presidente del Corso di Laurea Paola Izzo, dalle professoresse Stefania Montagnani e Annamaria Staiano e dal rappresentante degli studenti Giuseppe Mazzarella – ha messo a punto una strategia per evitare che si verifichino ulteriori danneggiamenti della struttura e per pianificare una nuova sistemazione dei locali. “Prima di tutto bisogna garantire degli spazi agli studenti – afferma la prof.ssa Montagnani – Ritengo che debbano essere coinvolti in queste decisioni. Mazzarella è venuto a parlare con noi, abbiamo girato assieme nell’edificio”. La docente non incolpa gli studenti di Medicina per quanto succede nell’edificio 20: “E’ probabile che subiscano prevaricazioni da parte di giovani che provengono da altre Facoltà. Tuttavia, avere delle aule autogestite non vuol dire fare confusione, feste, imbrattare i muri. Avviene di tutto, soprattutto nei fine settimana invernali o durante il periodo dei corsi. Gli stessi studenti se ne lamentano. Noi docenti stiamo qui tutto il giorno, proprio come loro. E’ interesse di tutti che la situazione migliori”. Ma esclude che un circuito di telecamere possa fungere da deterrente: “Non impedirebbero lo svolgimento dei fatti, al massimo ci permetterebbero di identificare i colpevoli. Inoltre esiste un problema di privacy. Stiamo studiando come funziona la normativa al riguardo”.
La Commissione ha, dunque, stilato un documento con delle proposte di intervento e l’ha consegnato al Preside Franco Rengo. Sarà lui ad occuparsi di presentarlo in Consiglio di Ateneo. Tra i punti cardine, la richiesta di precludere l’accesso all’edificio dalle 19.00 in poi, oltre al sabato pomeriggio e alla domenica. “Al massimo si potrebbe tirare sino alle 20.00 – sostiene la professoressa – Gli studenti sono d’accordo. Nessuno vuole creare tensioni. Identificheremo degli spazi che danno sull’esterno che possano rimanere accessibili anche quando la struttura è chiusa. Il personale potrebbe entrare a qualsiasi ora utilizzando dei budget magnetici”.
La prima urgenza consiste nel risistemare i servizi igienici. In uno dei quattro bagni maschili manca il water, in un altro la porta; dei 4 femminili due sono guasti. “Sono stati rifatti completamente 5 anni fa. E’ un mistero perché a qualcuno venga in mente di distaccare una tazza dal muro. Trovare i fondi per ristrutturarli non è così semplice. Dopo la firma della Convenzione sembra che sia l’Ateneo e non più l’Azienda a doversene fare carico”. Il Pro-Rettore ha visitato l’edificio ma ha autorizzato interventi minimi, per esempio ha proposto di rimettere in uso le serrature dei vari portelloni di accesso. “Ho detto che non servirebbe a niente, sarebbero soldi sprecati, le romperebbero immediatamente”, racconta.
La situazione
dei corridoi 
sotterranei
è “ingestibile”
Il posto più inquietante della struttura è il corridoio sotterraneo che collega le aule. E’ lugubre, malmesso, privo di finestre. Sulle pareti vi sono scritte di ogni tipo: insulti, messaggi amorosi, slogan e c’è anche chi ne ha utilizzato la superficie come lavagna per ripetere le lezioni con tanto di formule e schemi. In ogni angolo sono stati sistemati alla meno peggio sedie e tavolini di fortuna. In un anfratto sono accatastate assi di legno, tubi dismessi e altro materiale di risulta. Per ragioni di sicurezza da un paio di mesi le luci vengono spente dalle 16.30 alle 8.30 e nel fine settimana. “La situazione dei sotterranei è ingestibile. Le aule hanno più ingressi. Quelli che danno sui sotterranei potrebbero essere chiusi – asserisce la Montagnani – Lì sotto ci sono divani, vecchie scrivanie, ognuno ha reso più confortevole lo spazio a modo suo. C’è gente che ci studia, ci dorme, ci mangia. Immagino che i ragazzi a casa abbiamo delle graziose camerette e non si capisce proprio perché preferiscano passare tanto tempo lì”.
In attesa di spazi più adeguati, gli studenti continuano a chiudere un occhio sulle condizioni del sotterraneo pur di avere un posto tranquillo in cui confrontarsi. Ma nel resto della struttura le cose non vanno poi tanto meglio. Grazie alla ristrutturazione di parte della copertura, nelle aule non piove più ma il problema non è stato risolto nel grande atrio centrale e nei corridoi. Un ascensore è coperto da un’impalcatura: un cartello avverte che la ristrutturazione durerà dal 3 maggio al 13 giugno. “Nell’aula in cui faccio lezione ci sono disegni osceni sulla parete, file di sedie divelte, tavolette mancanti – racconta la docente – Per adesso non si parla di risistemare gli arredi. Vorremmo almeno attrezzare le tre aule occupate come aulette multimediali annesse alla biblioteca. Magari i computer dell’esistente aula multimediale potrebbero essere trasferiti nei nuovi spazi e l’aula Lo Iacono potrebbe essere trasformata in aula studio”.
Due furti in
farmacia dall’inizio
 dell’anno
I problemi economici rendono difficile anche garantire un soddisfacente servizio di guardiania. Al momento sono in servizio un guardiano nell’aula multimediale stipendiato dalla cooperativa e due unità di personale con un contratto a tempo indeterminato con l’Azienda che, a turno, dovrebbero essere sempre presenti nel gabbiotto dell’atrio interno. “Invece non ci sono quasi mai – afferma la Montagnani – D’altronde due persone stipendiate se si trovano di fronte a 150 studenti non possono fare granché. Finiscono per far finta di leggere il giornale o vanno via”. Una soluzione potrebbe essere quella di cercare di responsabilizzare gli studenti: “Se vedono qualcuno che corre in motocicletta nell’atrio o che fa la guerra con gli estintori dovrebbero cercare di fermarlo. Nelle Facoltà di tutto il mondo ci sono spazi che vengono affidati agli studenti”. Quando, però, avanziamo l’ipotesi che, in quel caso, possano chiedere aiuto alla vigilanza esterna, risponde: “Credo sia stato ridimensionato anche quel servizio. Dall’inizio dell’anno la farmacia del Policlinico è stata derubata due volte. Il fatto che abbiano portato via camion di farmaci mi fa pensare che la vigilanza sia insufficiente”.
Buone notizie, invece, per la biblioteca. I lavori dovrebbero riprendere al più presto: “I fondi ci sono. Finalmente il progetto è stato consegnato. Ora pare che il problema sia risolto. Rengo è molto ottimista, spera che la biblioteca riapra tra 4 o 5 mesi”. Una volta ultimata la biblioteca, però, si dovrà affrontare il problema della carenza di personale: “Negli ultimi due anni alcuni di coloro che vi lavoravano sono andati in pensione e bisognerà trovare il modo di reintegrare lo staff”.
Manuela Pitterà
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