Da Salerno al Giappone: è questa l’esperienza di Eleonora Spaccaferro, che sta per trascorrere un anno di studio a Tokyo grazie ad una borsa di studio dell’Orientale.
25 anni, laureanda alla Specialistica di Letterature e Culture Comparate, Eleonora ha iniziato i suoi studi all’Orientale, dopo aver frequentato il liceo linguistico, attratta dal prestigio dell’Ateneo napoletano. “Rispetto alla Facoltà di Lingue di Fisciano, ho trovato L’Orientale molto più affascinante – spiega – soprattutto perché mi dava la possibilità di studiare delle lingue particolari. Al liceo linguistico avevo affrontato il tedesco, l’inglese e il francese, ma all’università volevo ampliare le mie conoscenze”.
Eleonora racconta: “dovendo scegliere tra una lingua asiatica mi sembrava interessante avvicinarmi al Giappone per il suo peso nel commercio, nelle nuove tecnologie, per la sua storia così antica e la cultura così diversa. Naturalmente ho anche considerato i possibili sbocchi occupazionali. Non sono una fan del Giappone, però, visto che questa era stata la mia scelta, ho pensato che avrei dovuto studiarlo impegnandomi al massimo, altrimenti non sarebbe servito a niente!”.
25 anni, laureanda alla Specialistica di Letterature e Culture Comparate, Eleonora ha iniziato i suoi studi all’Orientale, dopo aver frequentato il liceo linguistico, attratta dal prestigio dell’Ateneo napoletano. “Rispetto alla Facoltà di Lingue di Fisciano, ho trovato L’Orientale molto più affascinante – spiega – soprattutto perché mi dava la possibilità di studiare delle lingue particolari. Al liceo linguistico avevo affrontato il tedesco, l’inglese e il francese, ma all’università volevo ampliare le mie conoscenze”.
Eleonora racconta: “dovendo scegliere tra una lingua asiatica mi sembrava interessante avvicinarmi al Giappone per il suo peso nel commercio, nelle nuove tecnologie, per la sua storia così antica e la cultura così diversa. Naturalmente ho anche considerato i possibili sbocchi occupazionali. Non sono una fan del Giappone, però, visto che questa era stata la mia scelta, ho pensato che avrei dovuto studiarlo impegnandomi al massimo, altrimenti non sarebbe servito a niente!”.
I kanji e il quadernone
Accompagnando al giapponese lo studio del tedesco, Eleonora si è, dunque, buttata a capofitto nello studio, non trascurando, però, la sua passione per la danza classica a livello professionistico: “Alla Triennale ho frequentato tutti i corsi di giapponese, per un totale di circa 8 ore a settimana, studiando ogni giorno. Questo è molto importante e mi sento di consigliarlo a chi sta per iniziare questi studi: anche se solo per mezz’ora, è importante ripetere la lezione quotidianamente, anche perché il professore assegna dei compiti da svolgere a casa, quindi è un po’ come alle superiori. Non ho seguito lo stesso metodo con tedesco, perché avendolo già studiato credevo di conoscerlo, e invece mi sono trovata un po’ in difficoltà”.
Chi sceglie di studiare giapponese incontrerà “difficoltà nel ricordare tutti i kanji (caratteri). Il primo anno scivola veloce, è al secondo e al terzo che aumenta la difficoltà proporzionale al numero di kanji da memorizzare. Ci sono state volte in cui mi sono chiesta: ma chi me lo ha fatto fare? Poi ho trovato un metodo per memorizzarli: copiavo tutti i kanji su un quadernone con a fianco la traduzione in italiano, poi, ogni volta che avevo tempo, anche a mare o sull’autobus, coprivo con la mano la traduzione e cercavo di ricordare il significato del carattere giapponese. Poi la svolta: un mio amico mi ha portato, proprio dal Giappone, un portachiavi al quale erano attaccati circa 500 cartoncini bianchi su cui andava scritto da un lato il Kanji e dall’altro la traduzione: in questo modo potevo esercitarmi sempre! Molto più comodo del quaderno e credo che sia stato inventato proprio per aiutare i turisti”.
Vincitrice anche di una borsa messa a concorso dall’Università di Tokyo, Eleonora partirà il 2 ottobre per poi tornare ad aprile per discutere la tesi di laurea e ripartire alla volta d’Oriente, dove si tratterrà fino a luglio. Sono tante le aspettative legate a questo viaggio unico e irripetibile e dal quale dipenderà il futuro della giovane laureanda. “Spero di riuscire ad integrarmi nella loro cultura, fare amicizia e stare bene anche se so che non sarà facilissimo perché è un Paese molto diverso dal nostro. Cercherò un lavoretto in modo da vivere completamente questa esperienza, entrare in contatto con il vero Giappone e capire se può essere lì il mio futuro. E’ da questa esperienza, infatti, che dipenderanno tutte le mie decisioni, anche se per adesso l’idea di andare vivere a Tokyo non mi piace molto, perché è qui che ho i miei amici, il mio fidanzato, la mia famiglia”.
Chi sceglie di studiare giapponese incontrerà “difficoltà nel ricordare tutti i kanji (caratteri). Il primo anno scivola veloce, è al secondo e al terzo che aumenta la difficoltà proporzionale al numero di kanji da memorizzare. Ci sono state volte in cui mi sono chiesta: ma chi me lo ha fatto fare? Poi ho trovato un metodo per memorizzarli: copiavo tutti i kanji su un quadernone con a fianco la traduzione in italiano, poi, ogni volta che avevo tempo, anche a mare o sull’autobus, coprivo con la mano la traduzione e cercavo di ricordare il significato del carattere giapponese. Poi la svolta: un mio amico mi ha portato, proprio dal Giappone, un portachiavi al quale erano attaccati circa 500 cartoncini bianchi su cui andava scritto da un lato il Kanji e dall’altro la traduzione: in questo modo potevo esercitarmi sempre! Molto più comodo del quaderno e credo che sia stato inventato proprio per aiutare i turisti”.
Vincitrice anche di una borsa messa a concorso dall’Università di Tokyo, Eleonora partirà il 2 ottobre per poi tornare ad aprile per discutere la tesi di laurea e ripartire alla volta d’Oriente, dove si tratterrà fino a luglio. Sono tante le aspettative legate a questo viaggio unico e irripetibile e dal quale dipenderà il futuro della giovane laureanda. “Spero di riuscire ad integrarmi nella loro cultura, fare amicizia e stare bene anche se so che non sarà facilissimo perché è un Paese molto diverso dal nostro. Cercherò un lavoretto in modo da vivere completamente questa esperienza, entrare in contatto con il vero Giappone e capire se può essere lì il mio futuro. E’ da questa esperienza, infatti, che dipenderanno tutte le mie decisioni, anche se per adesso l’idea di andare vivere a Tokyo non mi piace molto, perché è qui che ho i miei amici, il mio fidanzato, la mia famiglia”.