Lingue, culture e società di tutto il mondo nei Corsi di Laurea de L’Orientale

Con il riassetto generale che l’Ateneo ha operato sulla sua offerta didattica ne risulta un quadro compatto, di più facile lettura, ma che mantiene intatte le peculiarità de L’Orientale e la sua vocazione di studi iniziata nel XVIII secolo, mettendo in equilibrio perfetto le due anime, orientale ed occidentale.
Sono sette i Corsi di Laurea Triennali (CdL), complessivamente offerti dall’Ateneo, con due Corsi interclasse e tre interfacoltà, dai quali vengono abbracciate tutte le aree didattiche già presenti a L’Orientale. “Bisogna dare il merito all’Ateneo di aver colto l’occasione dell’applicazione del 270 per razionalizzare la propria offerta didattica nella sua totalità, grazie ad una grande collaborazione tra le Facoltà, molto voluta dal Rettore Viganoni”, commenta il prof. Amedeo Di Francesco, Presidente del Collegio di area didattica di Studi dell’Europa Orientale.
Nella scelta bisogna, però, fare attenzione ai Corsi interclasse perché, in base al percorso o curriculum, lo studente potrà conseguire la laurea in una delle classi di laurea tra cui è diviso il Corso, con le relative ricadute in termini di inquadramento del titolo anche per le classi nei concorsi pubblici o privati.
Lingue Comparate 
consigliato a “uno studente interessato
alla diversità
linguistica”
Un settore che trova debito spazio all’interno dell’organizzazione didattica di Ateneo è quello dell’area di Culture Comparate, che vede la sua espressione  nel Corso di Laurea in Lingue, Lettere e Culture Comparate, attivo presso la Facoltà di Lettere e che raccoglie le classi di laurea L10 Lettere e L11 Lingue e Culture moderne.
“Il triennio comparativistico si è trasformato in un Corso di Laurea interclasse – spiega il prof. Giorgio Banti, Presidente del Collegio di Area Didattica- Si sviluppa su due percorsi: uno di Lingue, che mantiene la struttura del precedente CdL, con esami di lingue Europee, lingue ExtraEuropea; l’altro di Lettere, diviso in due sottopercorsi, di cui uno di Lettere moderne comparate e un altro di Filosofia. Si dà, quindi, molta importanza alla formazione interculturale che offre competenze alla pari tra le lingue scelte dallo studente e capacità di confronto con le realtà estere”. Un ragazzo che sceglie di seguire questo percorso deve, dunque, “interessarsi alla diversità linguistica”. Il consiglio: “studiare bene l’offerta didattica e, quindi, capire quali sono le proprie attitudini, dando un’occhiata anche agli sbocchi occupazionali. Naturalmente per questo tipo di lauree non sono possibili grandi previsioni: dipende dal tipo di lavoro che si vorrà intraprendere dopo, dal proprio percorso personale. Ad esempio, chi voglia inserirsi nel mondo della scuola è bene che, innanzitutto, completi il percorso con la Magistrale”. Altri sbocchi: “aziende o organismi che lavorano nell’editoria o con altre culture”. E’ bene “laurearsi nei tempi previsti, cosa che dovrebbe essere più semplice con la riduzione a 20 esami”, quindi vale la pena partire con il piede giusto per non perdere tempo prezioso. Per ambientarsi in un mondo profondamente diverso da quello protettivo delle scuole superiori, un aiuto viene “dall’ottimo servizio di orientamento e tutorato attivato dall’Ateneo”,  dice il prof. Banti e conclude: “noi docenti siamo sempre disponibili, anche per risolvere quei problemi di metodo che spesso fanno perdere tempo utile agli studenti”.
Archeologia, “prima si studia e poi 
si va sul campo”
L’aspirante Archeologo può iscriversi a Civiltà Antiche e Archeologia: Oriente e Occidente, Corso di Laurea interclasse tra L1 Beni Culturali e L10 Lettere, attivo presso la Facoltà di Lettere. Il  Corso è articolato in  tre curriculum (Archeologia: Oriente, Archeologia: Occidente, Civiltà antiche), per cui lo studente potrà decidere se avere una preparazione più indirizzata verso gli aspetti filologici-letterari con il percorso di Civiltà Antiche, o prevalentemente Archeologico con i due percorsi rivolti all’Archeologia in zone orientali o occidentali del Pianeta.
“Con il nuovo ordinamento – sottolinea il prof. Fabrizio Pesando, docente di Archeologia – si è comunque tornati ad un Corso di Laurea che permette quella unità e completezza delle discipline umanistiche che era la caratteristica dell’ormai vecchissimo ordinamento”. Per chi è deciso a diventare un giovane Hindy, il prof. Pesando promette un intenso lavoro sul campo fin dal primo anno anche se, aggiunge, “alcuni ragazzi arrivano all’Università con un’idea dell’archeologia diversa dalla realtà, molto più cinematografica: vorrei ricordare che anche nel primo film di Indiana Jones si diceva che gran parte del lavoro di un archeologo si svolge in biblioteca! Prima si studia e poi si va sul campo”. La formazione che viene fornita abbraccia, dunque, sia gli aspetti teorici che quelli pratici: “i nostri ragazzi hanno una preparazione a 360 gradi, studiano, danno esami, ma hanno anche l’opportunità di muoversi su un cantiere di scavi. Fin dal primo anno si viene coinvolti, ad esempio, negli scavi di Cuma, Paestum o nei due cantieri in Abruzzo. Non bisogna, però, aver paura di lavorare, perché noi ci occupiamo di tutta la filiera, partendo dal piccone e la pala fino agli strumenti più delicati e la schedatura del materiale”. Proprio durante l’estate gli studenti del professore sono stati occupati in una missione archeologica a Fossa, nelle aree colpite dal terremoto, per recuperare e portare alla luce resti di una città romana. “Hanno partecipato a questa avventura specializzandi, laureati e studenti della Triennale, anche del primo anno. Tutti hanno aderito con entusiasmo e anche se ci siamo dovuti adattare alle tende e a diversi disagi, i ragazzi non volevano più andarsene”. L’aspetto avventuroso in questo lavoro non manca e Pesando avverte che “la passione è fondamentale per fare l’archeologo perché si devono affrontare tanti disagi, privazioni, a volte rischi, ad esempio negli scavi nello Yemen la situazione non è delle più agevoli. Ma tutto questo rende ogni missione un’esperienza unica, di grande crescita personale e molto formativa sul piano umano. Ci si trova a stretto contatto con i colleghi, si divide la tenda, il cibo, bisogna imparare a convivere con gli altri e a misurare se stessi e molto spesso si creano delle grandi amicizie: le sedute di laurea degli archeologi, infatti, sono sempre le più numerose perché ci si presenta in gruppo a dare sostegno al laureando!”. Un aspetto negativo: il post-laurea. “Il committente dei lavori di scavo finora è sempre stato lo Stato. Alcuni laureati, anche triennali, però hanno trovato sistemazione in settori paralleli come l’editoria specializzata – spiega Pesando – Questo comunque non è un lavoro con il quale ci si arricchisce: è sempre stato difficile trovare un’occupazione stabile  e il precariato esiste da prima della crisi”. Un nuovo settore di impiego: “l’archeologia preventiva nei grandi cantieri pubblici”.
Per chi ama le culture africane e orientali
Il nuovo assetto dell’offerta didattica sembra aver offerto il meritato spazio all’area degli studi di Asia e Africa, che trova la sua espressione nel Corso di Laurea in Lingue e Culture Orientali ed Africane, attivo presso Lettere e interfacoltà con Studi Arabo Islamici e del Mediterraneo. “Con la 509 avevamo perso la possibilità di essere così unici,  perché eravamo obbligati a inserire discipline molto generaliste, come Storia moderna o Storia del teatro, e i ragazzi ne erano molto scontenti. Questa riforma ci ha offerto la possibilità di inserire tra le discipline obbligatorie, anche quelle orientalistiche: adesso chi studia cinese deve sostenere l’esame di Storia della Cina e non Storia moderna europea!”, spiega la prof.ssa Giacomella Orofino, Presidente di Collegio di area didattica-
Il Corso di Laurea prevede, dunque, un totale di 17 esami, con cinque o sei esami ogni anno e la possibilità di scegliere tra tre curricula: Africa, Asia e Islam. Le lingue orientali “sono tutte difficili per noi – sottolinea la prof.ssa Orofino – ma tutto dipende dalla predisposizione, dalla volontà, dalle attività che si fanno nei laboratori, dai viaggi, dalla curiosità che si ha verso le lingue e le culture diverse, dalla tendenza verso gli altri, verso le novità. Purtroppo i ragazzi tendono ad essere sempre più passivi, vengono dalle superiori con una preparazione inferiore al necessario, non sono abituati a leggere e sono poco stimolati. Prima di scegliere uno studio del genere bisogna sondare bene i propri interessi e per questo trovo che sia utile il test di autovalutazione predisposto dall’Ateneo, che serve per capire le proprie attitudini, ma anche le deficienze di base, per le quali verranno predisposti dei corsi di recupero”. Attenzione, inoltre, alla conoscenza dell’inglese, perché per affrontare in maniera corretta lo studio delle lingue asiatiche, arabe o africane è essenziale avere una buona conoscenza dell’inglese, almeno di livello B1: “Se si è fatto un buono studio alle scuole superiori, questo dovrebbe essere sufficiente e comunque – aggiunge la docente – chi ha la passione per le lingue dovrebbe conoscere l’inglese a prescindere dalla preparazione scolastica”.
Un ponte fra le due 
sponde del Mediterraneo
“Nasce con l’idea di promuovere un approccio interculturale e interdisciplinare per lo studio delle tematiche linguistiche, culturali e politiche dell’area del Mediterraneo e per ripensare all’assetto generale di quest’area che vede coinvolte le due sponde, nord e sud, in un dialogo fra realtà diverse, perché il Mare Nostrum non è solo ‘nostro’, ma anche dei popoli delle sponde asiatiche ed africane”. Il prof. Iain Chambers, docente di Studi Culturali e postcoloniali, introduce con queste parole il Corso di Laurea in Plurilinguismo e interculturalità nel Mediterraneo, della Facoltà di Lettere ed interfacoltà con Lingue. Il Corso si divide in due curricula: Lingue e Comunicazione, nel quale si dà più enfasi allo studio delle lingue, non solo quelle del bacino Mediterraneo come l’arabo, il turco o le lingue nord africane, ma anche a quelle europee, compreso l’inglese considerato ormai lingua franca; Studi Culturali, invece, è un percorso più indirizzato alla promozione di un approccio interculturale e allo studio delle problematiche storico-culturali dei Paesi che affacciano sul Mediterraneo. Chi sceglie di seguire questo percorso di studi, dunque, deve possedere una sola e preziosa caratteristica, come sottolinea il prof. Chambers, “cioè un atteggiamento mentale di apertura e di curiosità verso realtà sconosciute, modi di pensare diversi, differenti modalità di concepire la vita e i rapporti sociali”. Un handicap che hanno a volte i ragazzi che si approcciano a questo tipo di studi è rappresentato proprio da una certa reticenza nell’immergersi in nuove culture: “bisogna lasciarsi andare, perché se c’è un vero interesse si possono superare tutte le difficoltà”.  Per trovare un inserimento nel mondo del lavoro, però, non ci si può fermare alla sola Laurea Triennale che, spiega Chambers, “è un punto di partenza, anche per capire se si è interessati realmente a questo settore di studi, mentre per entrare nel merito degli argomenti e per acquisire maggiore professionalità bisogna indirizzarsi verso la Magistrale. Oggi è comunque difficile fare delle previsioni o offrire delle garanzie per quanto riguarda gli sbocchi occupazionali, perché stiamo  parlando di un terreno interdisciplinare e in divenire. Tutto dipende da come si evolverà questo settore nei prossimi anni, dai rapporti che potranno nascere e anche dall’impegno delle istituzioni sul territorio”.
Lingue europee ed
americane
Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe è il percorso di Laurea Triennale offerto dalla Facoltà di Lingue e basato sullo studio delle lingue, culture e letterature di due Paesi a scelta tra quelli europei e americani. Il Corso è diviso in due curricula: Studi americani e Lingue, Letterature e Culture europee. “Il percorso di Studi americani – spiega il prof. Salvatore Luongo, Presidente del Collegio di Area didattica – prevede lo studio, accanto ad una lingua europea, di una lingua americana come l’angloamericano o l’ispanoamericano, e delle rispettive storie (Storia del nord o del sud America) e letterature. In questo curriculum, dunque, c’è un’attenzione particolare verso il continente americano, le sue lingue, la sua storia, la sua cultura”. Il percorso di Lingue, Letterature e Culture europee “è basato sullo studio di due lingue europee con le rispettive letterature. Un consiglio agli studenti che scelgono questo percorso: accoppiare una lingua più diffusa con una di nicchia. Oggi le lingue più richieste continuano ad essere l’inglese e lo spagnolo, ma ad una di queste due è importante associare una lingua meno diffusa, come lo svedese o l’olandese, in modo da avere una formazione più specifica e allo stesso tempo più completa”.
Esami di base in comune per tutti gli studenti al primo anno sono, invece, Letteratura Italiana, Geografia e Linguistica generale, ai quali vanno affiancati i quattro esami delle lingue e letterature scelte. “Con la riforma si è dato ancora più spazio alle discipline di base per offrire una formazione più solida ai nostri studenti e un percorso più chiaro. Adesso tutti troveranno nel loro piano di studi esami come la Geografia, la Storia, l’Antropologia, la Letteratura italiana”. Per lo studente che sceglie di iscriversi a questo Corso di Laurea, bisogna ricordare che è richiesta la conoscenza della lingua inglese ad un livello B1, che dovrebbe corrispondere a quella maturata in otto anni di studio delle scuole medie inferiori e superiori: “questo a volte non è vero – aggiunge Luongo – per cui i ragazzi che, dopo aver svolto il test di immatricolazione, si trovassero con una preparazione più bassa, è bene che si diano da fare per cercare di recuperare e mettersi alla pari”. Un altro consiglio che arriva dal professore è, naturalmente, quello di frequentare le lezioni, in particolare quelle delle lingue, “non trascurando le esercitazioni e i lettori che spesso vengono disertati. Se si seguono le lezioni – tiene a sottolineare – una parte del lavoro si fa praticamente in aula insieme al docente e si riesce anche ad avere una certa cadenza negli esami”. 
Dove si formano
i mediatori culturali
“L’area dell’Europa Orientale ha rafforzato la sua visibilità, sfruttando le competenze di due Facoltà –Lettere e Lingue- con l’attivazione di un curriculum specifico all’interno del Corso di Laurea in  Mediazione Linguistica e Culturale, afferente alla Facoltà di Lingue e interfacoltà con Lettere”, afferma con entusiasmo il prof. Amedeo Di Francesco. Il CdL si divide, in tre curricula: Analisi Linguistica e Traduzione, Analisi Testuale e Traduzione e Mediazione con l’Europa Orientale. Gli studenti hanno la possibilità di scegliere tra lo studio di una lingua dell’Europa occidentale, una dell’Europa orientale e l’Arabo nei primi due percorsi, oppure di due lingue dell’Europa orientale e una dell’Europa occidentale nel terzo curriculum. Chi studierà l’Europa Orientale, potrà scegliere fra ben undici insegnamenti di lingua: Albanese, Ungherese, Finlandese, Russo, Polacco, Sloveno, Slovacco, Ceco, Rumeno, Serbo-croato e Neo-greco. “La conoscenza di queste lingue, al di là delle varie contingenze storiche, è necessaria se crediamo in un’effettiva integrazione europea, non solo considerando i recenti flussi migratori, ma anche per un’esigenza dei saperi, perché occorre riscoprire ciò che, per vari motivi,  era già noto nei secoli scorsi e adesso  sembra così lontano”, spiega il professore. Cinquant’anni di cortina di ferro, infatti, sembrano aver allontanato tra loro le due Europa, quella dell’est e quella dell’ovest, “anche per un’eredità negativa che ci viene dallo studio nelle scuole superiori, mentre. Ad esempio, tra Regno di Napoli e Regno di Ungheria ci sono stati almeno tre secoli di stretti rapporti sul piano politico e dinastico”. Si sta facendo sempre più strada, però, negli ultimi anni la “volontà di riscoprire l’Europa nella sua interezza e complessità”, con ottimi riscontri per i laureati in queste discipline anche sul piano occupazionale. Ma nella scelta del proprio percorso di studi il prof. Di Francesco tiene e ripetere sempre che “l’Università non è un ufficio di collocamento, ciò non toglie che si può unire l’utile al dilettevole, nel senso di unire il proprio interesse culturale con le necessità della vita pratica”.
Cina e mondo islamico, le realtà emergenti
Si sviluppa su ben cinque curricula il Corso di Laurea Triennale della Facoltà di Scienze Politiche in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali che offrendo la possibilità di studiare le lingue orientali e occidentali, forma un laureato con delle caratteristiche del tutto particolari. Identità e Integrazione dell’Europa, Politiche ed Economia delle Istituzioni, Relazioni Internazionali e Diplomatiche, Studi sull’Asia e sull’Africa, oppure Sviluppo e Cooperazione Internazionale: le opportunità. “Solide conoscenze in Storia, Geografia e in Inglese” sono le caratteristiche richieste allo studente, per la prof.ssa Francesca Corrao, docente di Lingua Araba. Per poter affrontare bene questo percorso di laurea, l’essenziale è non scoraggiarsi, mettercela tutta fin dai primi giorni e “svegliare il leone che c’è in noi!”, perché gli studi che si dovranno affrontare saranno tanto appassionanti quanto impegnativi. “Bisogna essere svegli e con voglia di imparare. Anche se si possono incontrare  difficoltà, e nei primi mesi un po’ di disorientamento, è importante non spaventarsi e tirare fuori la propria voglia di imparare e una propria autonomia”. Seguendo l’energico consiglio della prof.ssa Corrao si può, dunque, iniziare col piede giusto questo Corso di Laurea, scegliendo con attenzione il proprio curriculum, dopo aver dato “un’occhiata al mercato, letto i giornali per capire quali nuovi lavori ci sono, quali sono le aree emergenti. Ad esempio l’Africa e la Cina sono sicuramente in forte sviluppo. E’ importante seguire le proprie passioni, con un occhio però al fatto che viviamo in una società globale in cui la Cina e il mondo islamico hanno un grosso peso. Se non si conoscono gli altri non ci si può relazionare o fare business, perché ormai non bisogna pensare solo in termini nazionali”.
Ai laureati, dunque, si aprono le porte del mondo intero e, assicura Corrao, “lavorano tutti”. Ma è fondamentale laurearsi presto e bene. “E’ chiaro – aggiunge la docente – che chi vuole avere una formazione completa deve fare i cinque anni. Chi ha più senso pratico può trovare lavoro anche con la Triennale, magari abbinandola ad un Master di primo livello”.
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