La cattedra di Lingua e Cultura Ungherese, una delle punte d’eccellenza dell’Ateneo

Una delle tante punte d’eccellenza de L’Orientale è rappresentata dalla cattedra di Lingua e Cultura Ungherese, titolare il prof. Amedeo Di Francesco, che raccoglie una trentina di studenti. “Chi studia Ungherese non viene solo a seguire le lezioni in aula, ma è inserito in un circuito culturale e di formazione che ha le sue ricadute in termini di formazione e di prospettive lavorative. Riusciamo a  trasmettere loro entusiasmo motivato fin dal primo anno”, assicura il docente. Gli studenti di ungherese partecipano attivamente allo studio della lingua: “diventano subito dei ‘collaboratori’, lavorando di concerto con il mio gruppo di studio a lavori ‘sul campo’. Ad esempio attualmente stiamo realizzando un’antologia della letteratura ungherese”. E a chi è spaventato per la novità che questo studio può rappresentare rispetto alle proprie conoscenze pregresse, il prof. Di Francesco risponde con una curiosità: “molti suoni della lingua ungherese esistono anche nel dialetto napoletano”. Altra grande opportunità che viene offerta ai ragazzi fin dal primo anno è quella di andare a studiare proprio in Ungheria con delle borse di studio ministeriali, con l’Erasmus o più avanti con stage presso enti culturali o aziende. “Attraverso tutte le possibilità che vengono offerte – aggiunge il professore – lo studio di questa lingua non è più considerato pionieristico e noi non abbiamo laureati che siano rimasti senza lavoro!”.
La cattedra di ungherese è strutturata presso altre tre Università italiane (Roma, Firenze e Udine) ma, avverte Di Francesco, “chi studia a Napoli è avvantaggiato, perché viene inserito in un circuito di ricerca scientifico molto ampio in cui gli studenti de L’Orientale sono anticipati da un’ottima fama”.
Il prof. Di Francesco, a cui il 6 giugno è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Lettere presso l’Università di Debrecen, non manca di rapporti con esponenti della cultura e del mondo accademico e politico ungherese. Una testimonianza la visita del 12 giugno del Presidente della Repubblica di Ungheria Làszlò Sòlyom.
Un ulteriore dimostrazione del largo respiro di cui godono questi studi, è il Convegno internazionale, previsto per l’ultima settimana di settembre, organizzato dall’Università L’Orientale e dal Dipartimento di Studi dell’Europa Orientale, in occasione del ventennale dalla caduta del muro di Berlino, con un taglio diverso rispetto ad altri incontri analoghi. E’ attesa la partecipazione di nomi illustri delle varie aree degli studi sull’Europa Orientale, dalla germanistica a quella dell’Europa centro-orientale: il Premio Nobel per la Letteratura Imre Kertesz, lo scrittore ungherese Geza Szocs, lo scrittore rumeno Dorin Tudoran, gli esponenti della cultura tedesca Marion Titze, Sebastian Kleinschmidt, Genther Hartung, Wolfgang Engler. “Non vogliamo solo commemorare un evento storico, ma vogliamo studiare l’impatto che questo ventennio dalla caduta ha avuto sulla realtà storico-politica e culturale dei vari paesi interessati e farne un bilancio. Si tratta di dare risposta ad un grosso punto interrogativo attraverso le voci degli intellettuali che non necessariamente devono essere considerate meno attendibili di quelle degli storici”.
Durante il Convegno, inoltre, verrà dato spazio anche ai giovani dottorandi in Culture dell’Europa Orientale dell’Ateneo. 
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