Omessi dai concorsi pubblici e dall’accesso al TFA (Tirocinio Formativo Attivo), i laureati Magistrali in Organizzazione e Gestione del Patrimonio Culturale e Ambientale chiedono un riconoscimento ufficiale che finora non è arrivato. Ne parla Luigi Vitagliano, laureato a luglio alla Federico II e molto indignato per come la questione è stata trattata dalle Istituzioni: “si parla sempre più spesso dei problemi di valorizzazione e gestione dell’immenso patrimonio culturale italiano, ma le ultime riforme sulle professioni del settore hanno trattato l’argomento in maniera superficiale, dimenticando di dare un riconoscimento a percorsi universitari che esistono da più di un decennio”. Ovvero i laureati nella Classe in Scienze Economiche per l’Ambiente e la Cultura (LM76): “discriminati e trascurati dalla legge Madia, dimenticati perfino dai Ministeri dell’Università e dei Beni Culturali, che omettono di includere la nostra Classe tra le lauree previste per l’accesso ai concorsi da loro banditi. La legge Madia si è infatti occupata specialmente di definire professioni storiche, come quelle degli archeologi e restauratori, non prestando attenzione alle nuove figure, quali il manager culturale (la nostra) o quella dei laureati in Scienze del Turismo”. L’economista della cultura, o manager, opera nei musei, ne gestisce l’economia, si occupa di mostre e marketing riguardante i beni culturali: “ma molti laureati si sono presentati a musei e Sovrintendenze e questi hanno ribadito di non conoscere la nostra figura professionale”. Per testimoniare il loro dissenso rispetto alla situazione attuale, laureati e studenti del Corso di Laurea in esame si sono mobilitati: “il Coordinatore del Corso, il prof. Consiglio, ci ha suggerito di riunirci nell’Associazione Nazionale Cultural Manager, che abbiamo messo in piedi allo scopo di rappresentare i manager culturali operanti in Italia e all’estero e di promuovere il riconoscimento giuridico-legislativo della figura, in particolare dei laureati nella nostra classe, affermarne il ruolo professionale, nonché la dignità lavorativa”.
In una situazione critica come quella che vivono l’Italia e il suo patrimonio: “non è accettabile che ci siano migliaia di giovani formati per lavorare nel settore, ai quali non venga data la possibilità di intraprendere un percorso professionale e lavorativo”. Le iniziative dell’Associazione stanno raccogliendo molti sostenitori, a partire dal deputato Luigi Gallo del Movimento Cinque Stelle, che si è adoperato per portare in Parlamento le rivendicazioni: “fino ad arrivare agli oltre millequattrocento firmatari della petizione on line sul sito Change.org, che ha i seguenti obiettivi: la nostra Classe di laurea deve avere un riconoscimento formale e ufficiale, in modo da essere inserita come requisito di partecipazione ai concorsi promossi dal MIBACT, e dalle pubbliche amministrazioni per i ruoli aventi attinenza con le competenze gestionali-manageriali e finalità culturali; la promozione e creazione di concorsi ad hoc, per l’introduzione della figura del cultural manager all’interno della realtà museale italiana (in ritardo rispetto agli altri Stati europei); l’inserimento della laurea come requisito di partecipazione per i concorsi del T.F.A., dato che attualmente possiamo solo integrare gli esami di storia dell’arte o economia per concorrere su altre classi”.
Il Presidente dell’Associazione Stefano Scanu, laureato da un anno, precisa: “il professore ci ha dato giusto un’indicazione sulla costituzione della realtà associativa, poi, dopo aver definito gli obiettivi comuni, con alcuni colleghi abbiamo deciso di realizzarla concretamente, redigendo una bozza di statuto e coinvolgendo man mano sempre più interessati alla stesura di quest’ultimo”. Da tempo c’era la voglia di costituirsi persona giuridica: “portavoce delle istanze di categoria”. I prossimi passi saranno su binari differenti: “dividendoci in gruppi di lavoro. Da una parte cercheremo un dialogo col Ministero, supportati si spera dall’Università; dall’altra lavoreremo a radicare l’associazione sul territorio nazionale, informando in primis i colleghi, poi enti pubblici e privati sulla figura del manager culturale, attraverso momenti di discussione condivisa. Altro raggio d’azione sarà il monitoraggio dei concorsi dai quali siamo ingiustamente esclusi, proponendo un ricorso o quantomeno richiedendo chiarimenti”.
Allegra Taglialatela
In una situazione critica come quella che vivono l’Italia e il suo patrimonio: “non è accettabile che ci siano migliaia di giovani formati per lavorare nel settore, ai quali non venga data la possibilità di intraprendere un percorso professionale e lavorativo”. Le iniziative dell’Associazione stanno raccogliendo molti sostenitori, a partire dal deputato Luigi Gallo del Movimento Cinque Stelle, che si è adoperato per portare in Parlamento le rivendicazioni: “fino ad arrivare agli oltre millequattrocento firmatari della petizione on line sul sito Change.org, che ha i seguenti obiettivi: la nostra Classe di laurea deve avere un riconoscimento formale e ufficiale, in modo da essere inserita come requisito di partecipazione ai concorsi promossi dal MIBACT, e dalle pubbliche amministrazioni per i ruoli aventi attinenza con le competenze gestionali-manageriali e finalità culturali; la promozione e creazione di concorsi ad hoc, per l’introduzione della figura del cultural manager all’interno della realtà museale italiana (in ritardo rispetto agli altri Stati europei); l’inserimento della laurea come requisito di partecipazione per i concorsi del T.F.A., dato che attualmente possiamo solo integrare gli esami di storia dell’arte o economia per concorrere su altre classi”.
Il Presidente dell’Associazione Stefano Scanu, laureato da un anno, precisa: “il professore ci ha dato giusto un’indicazione sulla costituzione della realtà associativa, poi, dopo aver definito gli obiettivi comuni, con alcuni colleghi abbiamo deciso di realizzarla concretamente, redigendo una bozza di statuto e coinvolgendo man mano sempre più interessati alla stesura di quest’ultimo”. Da tempo c’era la voglia di costituirsi persona giuridica: “portavoce delle istanze di categoria”. I prossimi passi saranno su binari differenti: “dividendoci in gruppi di lavoro. Da una parte cercheremo un dialogo col Ministero, supportati si spera dall’Università; dall’altra lavoreremo a radicare l’associazione sul territorio nazionale, informando in primis i colleghi, poi enti pubblici e privati sulla figura del manager culturale, attraverso momenti di discussione condivisa. Altro raggio d’azione sarà il monitoraggio dei concorsi dai quali siamo ingiustamente esclusi, proponendo un ricorso o quantomeno richiedendo chiarimenti”.
Allegra Taglialatela