Etica di impresa, “una sfida culturale”

Interessante seminario inserito nel ciclo di testimonianze promosso dal corso di Governo ed Etica d’Impresa del prof. Mauro Sciarelli. Martedì 29 novembre, nell’aula A4 di Monte Sant’Angelo, gli studenti hanno incontrato la dott. ssa Donatella Chiodo, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Mostra d’Oltremare, che ha discusso con loro di dilemmi etici e responsabilità sociale, portando un nuovo punto di vista nell’ambito della gestione e pianificazione economica. Laurea in Economia Aziendale e Dottorato in Scienze Aziendali alla Federico II, è arrivata a questo incarico dopo una lunga esperienza nel settore della consulenza. Fulcro del seminario, l’analisi dei processi decisionali alla luce delle questioni etiche. “Istanze sociali ormai acquisite, come la tutela dell’ambiente, alcuni decenni fa non erano considerate. Tuttavia, ancora adesso alcune decisioni dipendono dall’impegno economico che richiedono e dall’influenza dei proponenti e non tutti sono agenti morali consapevoli
di determinare degli effetti nelle vite degli altri – dice l’ospite – Troppo spesso si ritiene di non avere questa responsabilità, ma è sbagliato. Dobbiamo avere la consapevolezza di poter incidere nelle scelte”. Tutte le imprese hanno oggi un codice etico, ma il contesto sociale, la tipologia di lavoro e la cultura organizzativa effettiva influenzano i comportamenti individuali rischiando di ingenerare perdita di integrità morale, stress e dissociazione della personalità quando problematiche ritenute fondamentali non vengono accolte. La Mostra d’Oltremare è un Parco Monumentale da settecentoventimila metri quadrati e, al tempo stesso, un soggetto di sviluppo economico del territorio, un attrattore di investimenti, un polo fieristico e congressuale e un luogo di benessere e natura dalle notevoli potenzialità. “Abbiamo voluto che fra i requisiti di questo luogo, ci fosse l’accessibilità per i disabili” prosegue la dott.ssa Chiodo.
Accessibilità per i disabili
Una cosa non automatica da attuare all’interno di una struttura che si era sempre attenuta solo ai limiti imposti della legge, senza controllare i processi a livello operativo. Occorre, quindi, trasformare un dovere ritenuto imperfetto e, pertanto negoziabile, in un dovere perfetto, inderogabile. È una delle sfide della nostra società. “Le società fieristiche ancora si permettono di fare allestimenti non accessibili ai disabili, perché comportano investimenti. Studiate modelli superati, eppure ancora non acquisiti dalle aziende, tanto da sembrare fantascienza. Voi, però, grazie a questi strumenti potrete incidere moltissimo”. Moltissimi conflitti scaturiscono dal contrasto fra dilemmi morali e pratici: pagare gli straordinari completamente o in parte, versare una tangente oppure no per ottenere un lavoro, utilizzare legname con la costosa certificazione FSC che garantisce la non provenienza da foreste tutelate o disinteressarsene. Le decisioni – migliorative, strategiche, tattiche o politiche – possono stare tutte dentro una matrice che mette in relazione fra loro i risultati, immediati e futuri, con i sacrifici economici. Oggi la Mostra d’Oltremare è destinataria di fondi europei per un ammontare di quarantacinque milioni di euro; tra le voci di bando compaiono anche quelle per l’accessibilità, a cui si è deciso di attribuire, nei criteri di valutazione per l’assegnazione, un punteggio maggiore a quello previsto dalla legge. “Un rischio, vedremo i risultati”, commenta la dott. ssa Chiodo la quale, insieme alla dirigenza dell’Ente, sta progettando una ‘Fiera delle Utopie Possibili’ e il 3 dicembre, Giornata Internazionale delle Disabilità, ha organizzato il convegno ‘Oltre i diritti, disabilità e imprese’ a cui hanno partecipato associazioni di categoria del calibro di Confesercenti, Union Camere, Unione Industriali, Federalberghi, per portare alla loro attenzione le necessità e il valore economico rappresentato da quarantotto milioni di disabili presenti in Europa, cinque dei quali residenti solo in Italia (“Costituiscono un soggetto economico con desideri e bisogni. Per esempio, i disabili viaggiano sempre di più. Costruire una prospettiva nuova, per noi che siamo dentro questi percorsi di studio è un dovere”). Il confronto con la realtà resta, tuttavia, complesso. La Mostra d’Oltremare è, al tempo stesso, un soggetto pubblico, prima nell’elenco del codice degli appalti, e una Società per Azioni che afferisce, pertanto, a una gestione privatistica.
Ridurre gli sprechi alimentari
Tutti fattori che determinano un
notevole appesantimento delle procedure.
Tuttavia, durante l’anno è stato approvato un nuovo regolamento che apre gratuitamente il Parco alle scuole, ai bambini fino a dieci anni, agli anziani oltre i sessantacinque e agli accompagnatori dei disabili. È stato varato un provvedimento, approvato all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione, che invita le aziende attive nella
struttura ad avviare percorsi per il reinserimento dei minori in carcere e sono stati avviati i protocolli per ridurre gli sprechi alimentari e mettere il cibo avanzato a disposizione delle associazioni che assistono i poveri. “Storicamente, non si era mai vista un’attenzione così spinta alle istanze sociali. Alcuni fra questi provvedimenti superano la normativa vigente e certe decisioni hanno un costo, ma è importante dimostrare di non scrivere delle cose, tanto per non lasciare pagine bianche”, conclude la relatrice. “La cronaca ci suggerisce come l’etica possa far parte dei processi decisionali. Pensiamo ai promotori finanziari a cui, prima dello scoppio della crisi, veniva imposto di vendere titoli tossici, per rispettare i livelli di bilancio. Oppure ai contratti di solidarietà stipulati alla FIAT di Pomigliano. Vediamo quanti lasciano un sicuro lavoro presso una banca tradizionale, per trasferirsi in una banca etica e tutelare il proprio benessere psicologico, pur a fronte di minori guadagni. Mi piace anche citare il caso di Olivetti, che istituì la maternità per le lavoratrici, anche se la legge non lo prevedeva”, sottolinea il prof. Sciarelli. Argomenti che appassionano gli studenti, ma c’è tempo per una sola considerazione dalla platea. “Ho partecipato
a delle manifestazioni alla Mostra d’Oltremare e ho visto gli accessi per i disabili bloccati da automobili e motorini parcheggiati”, interviene una studentessa. “Il tema del controllo è rilevantissimo. Organizziamo solo due eventi in proprio: il Nautic Sud e la Fiera della Casa. Per tutto il resto, prestiamo spazi e servizi a espositori esterni, sui quali non riusciamo ad avere sempre il controllo. Spero di realizzare una carta dell’accessibilità e imporla per modificare lo standard pratico e cambiare l’organizzazione, ma il tessuto napoletano e campano è difficile, litigioso, senza alcuna voglia di fare sistema, nonostante le dichiarazioni. È una sfida culturale per la quale è necessario fare delle forzature, anche a rischio di criticizzare i rapporti e aumentare i circa settanta contenziosi che già abbiamo, ma non esiste da nessuna parte che una persona con la carrozzella non possa fruire di un evento – risponde la manager – Dovete sapere che non è tutto normale, che le cose ve le dovete faticare, ma per alcune vale la pena. Anche a rischio di un voto contrario in Consiglio. Non è un problema”. Per chi fosse interessato, la Mostra d’Oltremare è
fra le realtà convenzionate con l’università per attività di tirocinio. Le domande vanno inoltrate all’indirizzo di posta elettronica: presidente@mostradoltremare.it.
Simona Pasquale
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