Fondi e ricambio, le preoccupazioni di Architettura

“Un’assemblea che renda chiara a tutti la volontà comune della Facoltà di ribellarsi di fronte ad un decreto assurdo”. Queste le parole degli studenti della Facoltà di Architettura del Federico II, durante un incontro, tenutosi il 22 ottobre scorso, che ha visto la partecipazione anche di docenti e ricercatori. “Siamo qui per decidere quale debba essere la posizione della Facoltà di Architettura nei confronti di un problema che interessa tutti: docenti, studenti, ricercatori, dottorandi. Le Università stanno per diventare delle Fondazioni, ciò significa che saranno le imprese private a decidere quello che noi andremo a studiare. Il risultato è che non esisterà più la libertà di istruzione, ma i programmi di studio ci verranno imposti. Un altro grave problema è quello dei docenti: per ogni dieci professori che vanno in pensione, se ne possono assumere soltanto due, il che vuol dire che avremo dei corsi sempre più affollati”, ha spiegato Delia Evangelista, Presidente del Consiglio studentesco e promotrice dell’iniziativa. Erano presenti anche i due Presidi: quello uscente, prof. Benedetto Gravagnuolo, e il neo eletto, prof. Claudio Claudi. “Siamo contrari a questo decreto per tante ragioni – ha dichiarato il prof. Gravagnuolo – In primo luogo perché c’è un taglio netto di risorse alle Università con la legge Finanziaria. E’ evidente che ci sia un’assurdità nel fatto di tagliare i fondi alle scuole pubbliche per darli a quelle private. Oltre a questo, c’è il problema della riduzione al 20% del turnover, ossia sarà necessario che ben cinque professori ordinari vadano in pensione per averne uno nuovo. Di conseguenza, il personale docente viene ridotto al punto tale da nuocere a un principio fondamentale, che è quello del ricambio generazionale”. 
L’assemblea si è svolta tra non poche polemiche, ad iniziare dalla scelta della data. Un gruppo di studenti ha espresso il proprio dissenso per il fatto di avere organizzato un incontro di Facoltà proprio in concomitanza con l’assemblea di Ateneo. Eva Di Iorio, studentessa di Scienze dell’Architettura, ha invitato i presenti a sciogliere l’assemblea e a raggiungere i colleghi delle altre Facoltà. Altri studenti hanno preso la parola, sottolineando l’importanza di azioni eclatanti, ad esempio l’occupazione, come unica soluzione. Secondo quanto affermato dal Preside Claudi: “Siamo di fronte a uno scellerato progetto che viene messo in piedi dal governo. I tagli saranno sempre più numerosi, con il risultato che molte strutture pubbliche saranno costrette a chiudere ed ecco come l’Università diventa la cassa di compensazione di tutti i problemi che investono il Paese. Il dovere degli studenti è quello di acquisire le giuste competenze per entrare subito nel mercato del lavoro. Ritengo, dunque, che in questo momento difficile le migliori risposte siano il rigore e la serietà, ossia individuare delle forme di opposizione che non siano autolesionistiche”. Francesco Ricci, studente al secondo anno del Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura, afferma: “Abbiamo davvero toccato il fondo, ma non è detto che le cose non possano cambiare se davvero lo desideriamo e ci impegniamo affinché ciò avvenga”. Hanno partecipato al dibattito anche le professoresse Emma Bondonno e Roberta Amirante, che come il Preside Claudi hanno ribadito l’importanza di non interrompere in maniera brusca le attività didattiche.
A partire dal giorno successivo, fino al 28 ottobre, le attività didattiche sono state sospese dalle 12 alle 16 per dare spazio ad assemblee pubbliche e attività extradidattiche, gestite da un coordinamento studentesco. 
Anna Maria Possidente 
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