Enzo Decaro, in uno sketch de “La smorfia”, definiva il cabaret come una forma di spettacolo che combina teatro, canzone, commedia e danza. Un genere di intrattenimento che in Italia si è diffuso soprattutto dopo gli anni ’50 e che ha fatto emergere molti personaggi di successo. Tanti quelli che il cabaret lo vivono come una passione, magari da coltivare nel tempo libero dalle attività lavorative. Nelle aule de L’Orientale un artista cui è mancato poco per diventare famoso c’è. Si chiama Gennaro Morra ed ha 45 anni, la persona che “forse.. chissà..” avrebbe potuto raggiungere il successo. Lavora all’Orientale dal 2001, prima impiegato all’Ufficio Stipendi, adesso si occupa di amministrazione e contabilità al CILA (Centro Interdipartimentale di servizi Linguistici ed Audiovisivi). Ha frequentato senza mai terminare la Facoltà di Economia alla Federico II. Il giovane Morra degli anni ’80 amava fare l’imitatore. Partecipava a diversi spettacoli in giro per l’Italia vincendo le finali regionale e nazionale del concorso “Talentieri” con Rita Pavone e Teddy Reno. Aveva 14 anni Gennaro quando ha cominciato a fare la parodia dei personaggi famosi. Il suo cavallo di battaglia? “Massimo Troisi, ma mi divertiva anche imitare Paolo Villaggio, Carlo Verdone e Eduardo De Filippo”. Fu persino scelto per prendere parte al “Bagaglino”, la compagnia di varietà fondata nel 1965 a Roma da Pier Francesco Pingitore e Mario Castellacci. “Dovevo finire il liceo così non accettai, sai i genitori di una volta, ‘la vecchia guardia’, non vedevano di buon occhio queste cose – ci spiega – ci tenevano molto che studiassi e puntassi il mio futuro su un lavoro più normale. Così, anche quando pensai di iscrivermi al DAMS, mi dissero ‘E che vai a fa?’. Ma il nostro comico talentuoso continua a coltivare la sua passione ed arriva ai programmi radiofonici. “Partecipavo a programmi per bambini. Imitavo personaggi come Topo Gigio”. L’ultima trasmissione nel ’96 con Radiogame, “là però vestivo i panni di alcuni dei grandi nomi dello sport italiano”. Gennaro non rimpiange di aver abbandonato quella strada. “L’ho sempre considerato un hobby – dice – l’unica cosa che avrei voluto fare è spingere di più quando potevo. Se potessi tornare indietro non cercherei di prendere sul serio la mia vita così presto come ho fatto, aspetterei un po’”. Il ricordo più caro? “In realtà ce ne sono due. Il primo è sicuramente quando ho vinto il trofeo cabaret in Toscana. Il secondo è recente, risale all’estate scorsa, quando l’animatore di un villaggio turistico, che prima aveva messo in dubbio le mie doti, dopo la mia performance ha affermato ‘siamo di fronte ad un professionista’”. E cosa accade quando i riflettori si spengono? “Mah, io non ho vissuto un forte distacco, anche perché tutt’oggi continuo a fare spettacoli tra amici e a volte nei villaggi turistici quando vado in vacanza”. Oggi Morra si diverte ad imitare i politici ma è molto critico riguardo gli attuali comici. “Ormai si cerca di far ridere in maniera molto volgare. Non è più come prima, quando l’ironia era semplice ma non banale. Io ricordo che lavoravo molto sui testi. In questo momento uno dei mie preferiti è Maurizio Crozza, lui sì che fa una bella satira”. Un consiglio per chi ha un sogno nel cassetto: “Bisogna perseguire sempre i propri obiettivi dotandosi dei giusti fondamenti. Solo in questo modo si riesce veramente a sfondare. Se una persona scopre di avere un dono, deve sempre approfondire e studiare per renderlo più forte”.
Marilena Passaretti
Marilena Passaretti