Ingegneria Meccanica, il più trasversale dei Corsi di Laurea, è il più scelto dagli studenti. Lo scorso anno ha contato 439 immatricolati. “Il laureato in Ingegneria Meccanica è rimasto sempre, nelle vicende dell’industria che si sono succedute negli anni, il più ‘utilizzabile’ in attività strettamente ingegneristiche e non può essere sostituito da altri nel suo lavoro. Questo ingegnere ricalca gli schemi tradizionali ma con contenuti innovativi”, così il prof. Francesco Caputo, docente di Disegno assistito dal calcolatore e Presidente della Commissione esami di Stato dell’albo professionale degli Ingegneri – settore industriale, spiega il primato del Corso.
La laurea in Ingegneria Meccanica, quindi, apre la strada a diversi inserimenti lavorativi e oggi più che mai al settore delle attività libero professionali: “nella progettazione e controllo impianti di sicurezza, un esempio tra i tanti visto che la tecnologia in questo settore è in continuo divenire e sono diversi i campi che si aprono: il prof. Senatore, Presidente di Corso di Laurea, ha prestato molta attenzione a questo aspetto. Possiamo ricordare, tra gli accordi tra università ed impresa, quello con l’Ansaldo-Firema che indirizza i nostri giovani verso il settore ferroviario, campo innovativo ed in linea con i progetti di ampliamento e innovazione dei trasporti su ferro della Regione Campania”, specifica Caputo.
Non mancano le occasioni di lavoro, quindi, per un ingegnere meccanico, a patto che si pensi ad un percorso di laurea quinquennale: “le industrie non hanno recepito bene i laureati triennali e quando li assumono lo fanno a costi bassi e senza possibilità di carriera. Quasi tutti i nostri laureati triennali, quindi, si iscrivono alla Specialistica. D’altronde – aggiunge Caputo – dopo aver superato il triennio vale la pena fare un ulteriore sforzo per completare anche il biennio, dove gli insegnamenti sono più interessanti e si entra nel vivo dello studio”.
Chi inizia il primo anno si troverà di fronte gli esami di base, Matematica, Fisica, Geometria, Chimica, ai quali con la nuova riforma è stato dato ancora più vigore: “con il 270 l’assetto didattico è stato ritoccato in senso positivo. Al primo anno ci sono tutte materie di base rinforzate, – spiega il docente – ritornando così alla formazione di base dell’ingegnere europeo di stampo illuminista, che ha sempre contraddistinto i nostri laureati”. Per le matricole sarà necessario, allora, “prepararsi come per una gara sportiva. Le soddisfazioni sono grandi, ma anche i sacrifici. Tutti coloro che si iscrivono da noi devono avere attitudine al sacrificio e passione per le materie di base prima, e poi per quelle caratterizzanti il Corso di Laurea”. Ma è proprio al primo anno che i ragazzi incontrano le maggiori difficoltà, a partire dall’Analisi matematica, perché secondo il docente “si trascinano delle carenze dalle superiori. La Facoltà, però, è corsa ai ripari con i corsi di avvicinamento che si sono tenuti a settembre dagli stessi docenti – a costo zero – e che risultano molto d’aiuto”.
La laurea in Ingegneria Meccanica, quindi, apre la strada a diversi inserimenti lavorativi e oggi più che mai al settore delle attività libero professionali: “nella progettazione e controllo impianti di sicurezza, un esempio tra i tanti visto che la tecnologia in questo settore è in continuo divenire e sono diversi i campi che si aprono: il prof. Senatore, Presidente di Corso di Laurea, ha prestato molta attenzione a questo aspetto. Possiamo ricordare, tra gli accordi tra università ed impresa, quello con l’Ansaldo-Firema che indirizza i nostri giovani verso il settore ferroviario, campo innovativo ed in linea con i progetti di ampliamento e innovazione dei trasporti su ferro della Regione Campania”, specifica Caputo.
Non mancano le occasioni di lavoro, quindi, per un ingegnere meccanico, a patto che si pensi ad un percorso di laurea quinquennale: “le industrie non hanno recepito bene i laureati triennali e quando li assumono lo fanno a costi bassi e senza possibilità di carriera. Quasi tutti i nostri laureati triennali, quindi, si iscrivono alla Specialistica. D’altronde – aggiunge Caputo – dopo aver superato il triennio vale la pena fare un ulteriore sforzo per completare anche il biennio, dove gli insegnamenti sono più interessanti e si entra nel vivo dello studio”.
Chi inizia il primo anno si troverà di fronte gli esami di base, Matematica, Fisica, Geometria, Chimica, ai quali con la nuova riforma è stato dato ancora più vigore: “con il 270 l’assetto didattico è stato ritoccato in senso positivo. Al primo anno ci sono tutte materie di base rinforzate, – spiega il docente – ritornando così alla formazione di base dell’ingegnere europeo di stampo illuminista, che ha sempre contraddistinto i nostri laureati”. Per le matricole sarà necessario, allora, “prepararsi come per una gara sportiva. Le soddisfazioni sono grandi, ma anche i sacrifici. Tutti coloro che si iscrivono da noi devono avere attitudine al sacrificio e passione per le materie di base prima, e poi per quelle caratterizzanti il Corso di Laurea”. Ma è proprio al primo anno che i ragazzi incontrano le maggiori difficoltà, a partire dall’Analisi matematica, perché secondo il docente “si trascinano delle carenze dalle superiori. La Facoltà, però, è corsa ai ripari con i corsi di avvicinamento che si sono tenuti a settembre dagli stessi docenti – a costo zero – e che risultano molto d’aiuto”.