“Esistono il talento e la predisposizione. Ce l’hai o non ce l’hai. Non si studiano né tantomeno si acquisiscono con l’accademia. Ci si nasce. Le critiche? Quelle costruttive fanno bene. Meno male che ci sono”. È questo il messaggio che Carlo Verdone, primo ‘Maestro’ alla Reggia di questa seconda edizione, durante l’intervista con il giornalista ed esperto di cinema Andrea Morandi, ha portato agli studenti presenti il 24 febbraio nella Cappella Palatina di Palazzo Reale di Caserta per il primo appuntamento della rassegna realizzata dall’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, organizzata da Cineventi con la direzione artistica di Remigio Truocchio, in collaborazione con la storica rivista di informazione cinematografica diretta da vent’anni da Piera Detassis, ‘Ciak’. Tanti, tantissimi per l’attore e regista romano che in questa occasione ha festeggiato quarant’anni di carriera:
“ho debuttato nel 1977 in un piccolo teatro di via Alberighino a Roma quando studiavo Lettere Moderne con indirizzo storico-religioso ma giravo film sperimentali che un giorno ho mostrato a Roberto Rossellini”. Tra il pubblico divertito ed entusiasta, tra gli altri, il Rettore Giuseppe Paolisso, il Direttore Generale Anna Maria Gravina e i rappresentanti degli studenti neoeletti al Senato Accademico e al Consiglio di Amministrazione, ma, considerando il gran numero di posti in piedi, era presente un esiguo gruppo di universitari provenienti in particolare dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali e qualche ex studente che non poteva proprio perdersi un’occasione così bella. “Abbiamo richiesto l’invito semplicemente perché ci piace Verdone e non perché valesse crediti formativi”, raccontano i laureandi in Lettere appoggiati al marmo delle mura in attesa dell’arrivo del loro beniamino e speranzosi di poter avere alla fine dell’incontro un autografo, o magari una foto ricordo. Docenti e studenti tutti nelle vesti di fan di Verdone che ha raccontato la sua vita nella Settima Arte, per nulla sicura o comprensiva al suo inizio. Ha ricordato da Maestro – “ma non mi ci sento per niente”, dice un po’ in imbarazzo – i grandi Maestri della Commedia italiana, Germi, Pietrangeli, Sordi, Tognazzi, Gassman, verso i quali nutre notoriamente un’ammirazione viscerale, ha omaggiato i Caratteristi del Teatro e del Cinema, in genere attori secondari ma di una bravura straordinaria che gli sarebbe piaciuto incontrare come Ugo D’Alessio e Nina Da Padova della compagnia di Eduardo, e ha accolto un sonoro scroscìo di applausi quando dal grande schermo proiettavano le clip di alcune sue pellicole diventate dei piccoli gioielli della cinematografia italiana. Non c’è stato tempo per un dibattito, per delle domande da parte dei ragazzi che hanno ascoltato con molto interesse le sue parole non prive della nostalgia di quel mondo prima della rivoluzione che ha investito in pieno la comunicazione. Oggi, ad esempio,è più difficile far ridere o andare al cinema invece che scaricarsi le serie televisive a casa propria. “Quello che mi dispiace – ha sottolineato l’attore – è che vada perso il senso di condivisione della sala cinematografica. Perché la sala ti permette di accogliere il film in una certa maniera. E invece si è sempre più soli con lo smartphone o il tablet”. Della schiera dei ‘melanconici’ e, soprattutto, ‘Regista delle donne’ – questo l’appellativo della critica -: “ho lavorato con tutte, da Francesca Neri a Margherita Buy, da Claudia Gerini ad Asia Argento”, e sono le donne la novità di ‘Maestri alla Reggia 2’. Non ci sono solo i Maestri del Cinema ma anche le Maestre: il prossimo appuntamento, il 10 marzo, annunciato dagli organizzatori, sarà con Margherita Buy e con un’altra storia da raccontare. Il ciclo di eventi per questa edizione gode della collaborazione non solo della Reggia e dell’associazione ‘Amici della Reggia’ ma anche del Comune di Caserta e della Camera di Commercio.
Claudia Monaco
“ho debuttato nel 1977 in un piccolo teatro di via Alberighino a Roma quando studiavo Lettere Moderne con indirizzo storico-religioso ma giravo film sperimentali che un giorno ho mostrato a Roberto Rossellini”. Tra il pubblico divertito ed entusiasta, tra gli altri, il Rettore Giuseppe Paolisso, il Direttore Generale Anna Maria Gravina e i rappresentanti degli studenti neoeletti al Senato Accademico e al Consiglio di Amministrazione, ma, considerando il gran numero di posti in piedi, era presente un esiguo gruppo di universitari provenienti in particolare dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali e qualche ex studente che non poteva proprio perdersi un’occasione così bella. “Abbiamo richiesto l’invito semplicemente perché ci piace Verdone e non perché valesse crediti formativi”, raccontano i laureandi in Lettere appoggiati al marmo delle mura in attesa dell’arrivo del loro beniamino e speranzosi di poter avere alla fine dell’incontro un autografo, o magari una foto ricordo. Docenti e studenti tutti nelle vesti di fan di Verdone che ha raccontato la sua vita nella Settima Arte, per nulla sicura o comprensiva al suo inizio. Ha ricordato da Maestro – “ma non mi ci sento per niente”, dice un po’ in imbarazzo – i grandi Maestri della Commedia italiana, Germi, Pietrangeli, Sordi, Tognazzi, Gassman, verso i quali nutre notoriamente un’ammirazione viscerale, ha omaggiato i Caratteristi del Teatro e del Cinema, in genere attori secondari ma di una bravura straordinaria che gli sarebbe piaciuto incontrare come Ugo D’Alessio e Nina Da Padova della compagnia di Eduardo, e ha accolto un sonoro scroscìo di applausi quando dal grande schermo proiettavano le clip di alcune sue pellicole diventate dei piccoli gioielli della cinematografia italiana. Non c’è stato tempo per un dibattito, per delle domande da parte dei ragazzi che hanno ascoltato con molto interesse le sue parole non prive della nostalgia di quel mondo prima della rivoluzione che ha investito in pieno la comunicazione. Oggi, ad esempio,è più difficile far ridere o andare al cinema invece che scaricarsi le serie televisive a casa propria. “Quello che mi dispiace – ha sottolineato l’attore – è che vada perso il senso di condivisione della sala cinematografica. Perché la sala ti permette di accogliere il film in una certa maniera. E invece si è sempre più soli con lo smartphone o il tablet”. Della schiera dei ‘melanconici’ e, soprattutto, ‘Regista delle donne’ – questo l’appellativo della critica -: “ho lavorato con tutte, da Francesca Neri a Margherita Buy, da Claudia Gerini ad Asia Argento”, e sono le donne la novità di ‘Maestri alla Reggia 2’. Non ci sono solo i Maestri del Cinema ma anche le Maestre: il prossimo appuntamento, il 10 marzo, annunciato dagli organizzatori, sarà con Margherita Buy e con un’altra storia da raccontare. Il ciclo di eventi per questa edizione gode della collaborazione non solo della Reggia e dell’associazione ‘Amici della Reggia’ ma anche del Comune di Caserta e della Camera di Commercio.
Claudia Monaco