Il risultato raggiunto “è stato davvero insperato”

Quello delle prospezioni e delle ricerche petrolifere è un settore spesso al centro di controversie e polemiche per i rischi di elevato impatto ambientale e per la necessità, anche nella ottica della mitigazione dei mutamenti climatici in atto a livello planetario, di superare in prospettiva definitivamente il ricorso alle energie fossili. È, peraltro, considerato tra i più promettenti per i giovani geologi dal punto di vista delle opportunità occupazionali dopo la laurea. Daniele Blancone, uno dei ragazzi della squadra federiciana, immagina e spera un giorno di poter trovare lavoro proprio in questo ambito. “È vero – riconosce – che l’estrazione petrolifera può avere un forte impatto ambientale, ma molto dipende dalle tecnologie che si utilizzano. Ci sono soluzioni, per esempio, che prevedono di catturare l’anidride carbonica all’interno delle rocce. Senza dimenticare, poi, che le competenze e le tecnologie innovative che impara ad utilizzare chi lavora in ambito della ricerca petrolifera possono essere impiegate anche nella ricerca di altre fonti energetiche e perfino dell’acqua. Si acquisisce un metodo”. Blancone deve ancora superare un solo esame, poi dovrà preparare la tesi di laurea. “Non ho ancora deciso l’argomento – dice – ma mi piacerebbe che fosse un progetto analogo a questo che abbiamo presentato per la competizione”. È stata una esperienza molto impegnativa quella della partecipazione allo Imperial Barrel Award, racconta Salvatore Ruocco, un altro dei componenti della squadra, che vive a Praiano. “Abbiamo iniziato a lavorare insieme a febbraio – ricorda – e trascorrevamo intere giornate in Dipartimento per analizzare i dati che ci erano stati trasmessi in relazione alla zona di nostra competenza. Successivamente, quando è scattato il blocco determinato dalla epidemia sanitaria, abbiamo lavorato da casa collegandoci ciascuno dal suo computer. Siamo arrivati a fare videochiamate che sono durate perfino sedici ore. Una maratona, qualcosa di davvero impegnativo”. Capacità di resistere alla fatica ed abitudine a lavorare in gruppo sono alcuni degli insegnamenti che Ruocco porta con sé dalla esperienza che ha vissuto: “Con i colleghi mi sono confrontato costantemente, ci sono stati anche momenti di tensione, ma abbiamo imparato a collaborare in vista di un obiettivo comune. Immagino che mi tornerà utile dopo la laurea, quando mi affaccerò al mondo del lavoro. Spero di poter trovare occupazione proprio nel settore delle ricerche petrolifere, che è quello che mi appassiona”. Luigi Bianco, un altro dei membri della squadra, ha 24 anni e vive a Sorrento. Racconta: “Sarebbe dovuta essere una esperienza diversa perché avremmo dovuto svolgere due mesi di lavoro in Dipartimento, ma il secondo mese abbiamo operato da casa. A metà marzo, poi, la competizione è stata sospesa e ci hanno dato altri venti giorni successivamente per completare il progetto. Da questo punto di vista è stata una esperienza un po’ sofferta. Andare a Praga, poi, sarebbe stato utile a conoscere i giudici, che vengono dalla realtà del lavoro, ed altri ragazzi provenienti da diversi atenei europei. Però è stato utile in ogni caso anche forse lavorare in smart working, che pare potrebbe essere il futuro. Il risultato che abbiamo raggiunto, poi, è stato davvero insperato. Ci siamo imposti su squadre provenienti da Master e realtà universitarie dedicate prioritariamente agli studi finalizzati alle prospezioni ed alle estrazioni, di tipo petrolifero o non petrolifero. La formazione della nostra Laurea Magistrale non è così finalizzata, è più ampia. Eppure siamo riusciti ad arrivare fi no in fondo alla competizione”. Conclude: “Il mondo delle esplorazioni mi affascina molto. Capacità e competenze per questi progetti sono poi applicabili a tutto quello che l’industria sta provando a sviluppare per il futuro, in una ottica di sostenibilità e di energia green. L’integrazione di dati di tipo geologico e geofisico per caratterizzare il sottosuolo può essere applicata anche nella ricerca di risorse geotermiche e nella cattura e nello stoccaggio sotto terra dell’anidride carbonica”. Giovanni Freda, il quarto studente della squadra della Federico II, ha 25 anni e vive a Sala Consilina. Ecco il suo bilancio: “È stata una esperienza molto formativa che ci ha aiutato a capire come funzionano le aziende, cosa vogliono e come è il lavoro di gruppo. È stato molto bello mettere in pratica tutto quello che abbiamo sperimentato in questi anni”.

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