Il Suor Orsola in Fico Eataly, la vetrina bolognese dell’eccellenza enogastronomica italiana

Il Suor Orsola sarà ambasciatore della dieta mediterranea a Fico Eataly World, che gli organizzatori hanno definito il ‘parco agroalimentare più grande del mondo’ ed ha sede a Bologna. Dieci ettari, due dei quali scoperti, di campi e stalle, 40 fabbriche ed oltre 40 luoghi di ristoro che, sostengono i promotori, punta ad attrarre milioni di visitatori da tutto il mondo ed è una vetrina dell’eccellenza dell’enogastronomia italiana. Il parco è legato ad una Fondazione, che si chiama Fico ed è presieduta da Andrea Segrè, economista ed esperto nei temi dell’agroalimentare. Della Fondazione fanno parte anche gli Atenei di Bologna, di Trento, il Suor Orsola Benincasa, l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo ed il Future Food Institute. Il comitato scientifico è presieduto da Paolo De Castro. “Siamo l’unica università del sud nella Fondazione”, sottolinea la prof.ssa Elisabetta Moro, un’antropologa che fa parte del MedEatResearch, il Centro di Ricerche sociali sulla Dieta Mediterranea dell’Ateneo napoletano che si è costituito alcuni anni fa. Prosegue: “Ci hanno chiesto di far parte di questa bella avventura perché tra le missioni della Fondazione rientra la divulgazione della dieta mediterranea come stile di vita sano, conviviale e sostenibile e noi siamo impegnati da tempo su questo versante. Il nostro Ateneo sta lavorando dal 2010 sulla dieta mediterranea intesa non solo dal punto di vista meramente nutrizionale, ma come espressione di una cultura materiale che va studiata anche sotto il profilo antropologico. È una eredità culturale e per capirla fino in fondo occorre conoscere le Nature Morte esposte a Capodimonte, il presepe di San Gregorio Armeno, la Coppa di Nestore di Ischia e tanti altri luoghi. Cultura materiale, pittura, scultura, poesia s’intrecciano come non mai”. Spiega: “Per l’Unesco, infatti, l’espressione dieta mediterranea non è soltanto la piramide alimentare, ma esprime altri concetti. La stagionalità, la convivialità, il piacere ed il gusto di mangiare insieme, il ruolo sociale attribuito al cibo che sono tratti tipicamente mediterranei”. Non tutte le culture, in effetti, danno al mangiare insieme lo stesso ruolo. “In nord Europa – ricorda la docente – difficilmente le persone pranzano o cenano insieme. A San Pietroburgo mi raccontavano che ciascuno mangia quando ha fame, non c’è il momento della convivialità a tavola, le famiglie non siedono intorno al tavolo”. L’espressione dieta mediterranea non è recente e nasce su iniziativa di due ricercatori americani, marito e moglie che soggiornarono a lungo in Italia dagli anni Cinquanta del secolo scorso in avanti. “Con il professore Marino Niola – riferisce Moro – abbiamo fatto emergere la storia di Ancel e Margaret Keys, che sono gli scopritori della dieta mediterranea. S’interrogarono sul motivo per il quale a Napoli, nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, ci si ammalava raramente di malattie cardiovascolari, mentre negli Stati Uniti, negli stessi anni, la metà dei maschi adulti moriva d’infarto. Ebbero l’intuizione che bisognava studiare le abitudini alimentari e le tradizioni culinarie del Mezzogiorno. Da lì inizia tutto. Si trasferirono poi in Cilento, dove perfezionarono le loro ricerche e dove cominciarono a pensare che ci voleva un nome per etichettare quello stile alimentare, che era anche culturale. Nacque l’espressione dieta mediterranea”.
Ritorna a Fico ed a Bologna. “Sarà la porta di ingresso per tutti quelli che vorranno conoscere un bel luogo di esperienze gastronomiche. Nel Parco si possono vedere le produzioni di tante tipicità italiane. Si può capire come è prodotto il cibo e come è mangiato”. Il Suor Orsola svolgerà varie attività: “Ci occuperemo, per esempio, della formazione del personale di Fico, che ha appena assunto 1000 giovani, la struttura inaugurata recentemente a Bologna si è data l’obiettivo di avere, nei prossimi tre anni, sei milioni di visitatori. È importante che siano ricevuti da un personale capace di raccontare loro cosa è la dieta mediterranea senza ridurla ad una banale formuletta nutrizionistica”. Un altro progetto in cantiere: “costruire pacchetti formativi per le scuole di tutto il mondo che arriveranno in Emilia per visitare il centro agroalimentare. Una formazione teorica per gli studenti, i quali poi, anche grazie alla presenza di settanta produttori di cibo, di laboratori e di animali in carne ed ossa, potranno imparare da dove arriva il cibo, perché va rispettato e perché è importante nutrirsi bene”. C’è poi l’intenzione di lavorare sulla comunicazione, realizzando libri, film video e documentari che aiutino a far comprendere cosa è davvero la dieta mediterranea e quanto sia importante sotto molteplici aspetti: “Capolavori gastronomici come il sartù di riso sono emergenze culturali, grandi idee collettive costruite dal basso e dalle popolazioni”. L’Ateneo, ancora, ha in programma di offrire a Bologna servizi di aggiornamento per insegnanti e professori di scuola, analoghi a quelli che organizza già a Napoli. Sarà un ruolo, insomma, tutt’altro che marginale quello del Suor Orsola nella Fondazione Fico. Si comincia il 13 dicembre alle ore 14.00 con una lectio magistralis di Marino Niola dedicata appunto alla dieta mediterranea, alla quale sarà possibile assistere anche collegandosi al sito internet dell’Ateneo.
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