Vince il primo Trofeo Challange Tennistico Accademico Italiano 2015 il prof. Francesco Andriani del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Bari dopo una tiratissima finale con il prof. Giovanni Betta, Rettore dell’Università di Cassino; un match combattuto fino all’ultima palla e vinto al terzo set al tie-break. Organizzato per la prima volta dal CUS Napoli in occasione della “Settimana europea dello sport”, il trofeo (25-27 settembre) verrà ripetuto negli anni a venire. All’Ateneo che vincerà tre volte non consecutive verrà assegnato il premio “Zeus partorisce Athena”.
Terzi classificati i professori Massimiliano Nino, della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II, e Andrea Abbagnano dell’Università del Molise. “Ho saputo del torneo grazie a mio fratello, che lavora all’Università di Salerno. Sono maestro della Federazione Italiana Tennis, nonché grande appassionato dello sport, appena posso seguo in giro per il mondo tornei internazionali. Partecipare a quelli nazionali mi diverte molto, anche se vorrei giocare di più, lo faccio solo una volta alla settimana”, commenta il prof. Nino. Il docente insegna alla Scuola di Specializzazione in Dermatologia della Federico II: “mi sono laureato nel ’97 e specializzato nel 2001, ho conseguito un dottorato in Dermatologia sperimentale nel 2005 e dal 2010 sono professore alla Scuola di Specializzazione”. Avrebbe desiderato maggiore partecipazione al torneo: “alcuni incontri non si sono disputati per mancanza di partecipanti, ma le fasi finali sono state interessanti. Il vincitore è un giocatore di terza categoria, molto forte e allenato. Un’iniziativa del genere è importantissima per chi pratica abitualmente lo sport. Anche il prof. Betta, secondo classificato, è un giocatore di terza, io di quarta. Il mio rimpianto è non riuscire a giocare più così spesso; qualche anno fa partecipavo a numerosi tornei, ora, tra Scuola di Specializzazione e attività privata, si sono ridotti”. La vittoria di Adriani era praticamente annunciata: “appena visto il tabellone, sapevamo tutti chi avrebbe vinto, poiché si conoscono i giocatori forti. Purtroppo i tempi stretti hanno fatto sì che si disputassero semifinale e finale nello stesso giorno e non è stato un bene. Gli aspetti positivi sono stati le palle sempre nuove, che neanche in tornei nazionali a livello professionistico capita di avere, i campi ottimi del CUS Napoli e la precisione nello svolgimento degli incontri. Non capitava mai di dover aspettare. L’anno prossimo parteciperò di nuovo volentieri”.
Ha fatto parte del girone, anche se non ha conquistato il podio, il prof. Mario Varcamonti, docente di Microbiologia alla Federico II: “il mio percorso tennistico è di natura puramente amatoriale. Giochicchio e me la cavo. Colleghi degli Atenei di Bari, Venezia, Roma, Cassino sono molto più bravi. In molti hanno approfittato del week-end di sole per farsi un giro a Napoli e partecipare al Trofeo. Io purtroppo sono uscito al primo turno. A mio avviso l’iniziativa è molto piacevole, peccato che ha visto una scarsa partecipazione. Il motivo è che i docenti degli Atenei italiani non ne hanno dato comunicazione, fatta eccezione per le Università campane, dove il CUS si è occupato di diffondere l’iniziativa. Ho giocato contro Leopoldo Franco, dell’Università di Roma, e ho perso”.
Il percorso accademico del docente non è di certo di tipo amatoriale: “ho iniziato con il prof. De Felice, negli anni ’90. Sono stato due anni in Olanda con una Borsa europea e quattro anni fa ho vinto il concorso da associato. Mi occupo di antibiotici modificati e nuovi peptidi antibiotici, ai Corsi Triennali e Magistrali di Biologia, tra Monte S. Angelo e via Mezzocannone, nuova e vecchia sede”. Chi ha scelto la sua strada non lo ha fatto solo per la ricerca: “il mio motto è: quando insegni, insegna a dubitare di ciò che insegni. Infatti induco i miei studenti ad andare sempre oltre ciò che dico a lezione. Purtroppo quelli che vanno oltre sono una minoranza. In ogni caso sono sempre stimolanti, fanno cogliere ai docenti aspetti nuovi della materia, visti da una prospettiva diversa”. Il Corso Triennale prevede Laboratori a Monte Sant’Angelo con due sedute di microscopia e di manipolazione patogena: “sia i laboratori di via Mezzocannone che di Monte S. Angelo sono ben attrezzati, sebbene nella prima struttura non ci siano condizioni che si prestano bene a conservare i campioni. La didattica continua a svolgersi nella vecchia sede, anche se il Dipartimento si è quasi totalmente trasferito nella nuova. Le aule resteranno lì finché il sistema trasporti non migliorerà, con la fermata della cumana al 90% completata, ma ancora non attiva, che dovrebbe collegare con i Campi Flegrei. Uno spiraglio di luce si intravede sulla questione non ancora risolta”. Il Dipartimento di Biologia una volta alla settimana: “ospita stranieri per seminari su temi d’interesse e approfondimenti specifici che riguardano le nostre collaborazioni con l’estero. Gli studenti sono spesso interessati a queste occasioni di ritrovo”. Al prossimo Trofeo: “di sicuro parteciperò, anche perché l’organizzazione mi ha messo totalmente a mio agio, dimostrando disponibilità nel conciliare gli incontri con i miei impegni lavorativi. Non ambisco alla vittoria, ma voglio divertirmi”.
Allegra Taglialatela
Terzi classificati i professori Massimiliano Nino, della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II, e Andrea Abbagnano dell’Università del Molise. “Ho saputo del torneo grazie a mio fratello, che lavora all’Università di Salerno. Sono maestro della Federazione Italiana Tennis, nonché grande appassionato dello sport, appena posso seguo in giro per il mondo tornei internazionali. Partecipare a quelli nazionali mi diverte molto, anche se vorrei giocare di più, lo faccio solo una volta alla settimana”, commenta il prof. Nino. Il docente insegna alla Scuola di Specializzazione in Dermatologia della Federico II: “mi sono laureato nel ’97 e specializzato nel 2001, ho conseguito un dottorato in Dermatologia sperimentale nel 2005 e dal 2010 sono professore alla Scuola di Specializzazione”. Avrebbe desiderato maggiore partecipazione al torneo: “alcuni incontri non si sono disputati per mancanza di partecipanti, ma le fasi finali sono state interessanti. Il vincitore è un giocatore di terza categoria, molto forte e allenato. Un’iniziativa del genere è importantissima per chi pratica abitualmente lo sport. Anche il prof. Betta, secondo classificato, è un giocatore di terza, io di quarta. Il mio rimpianto è non riuscire a giocare più così spesso; qualche anno fa partecipavo a numerosi tornei, ora, tra Scuola di Specializzazione e attività privata, si sono ridotti”. La vittoria di Adriani era praticamente annunciata: “appena visto il tabellone, sapevamo tutti chi avrebbe vinto, poiché si conoscono i giocatori forti. Purtroppo i tempi stretti hanno fatto sì che si disputassero semifinale e finale nello stesso giorno e non è stato un bene. Gli aspetti positivi sono stati le palle sempre nuove, che neanche in tornei nazionali a livello professionistico capita di avere, i campi ottimi del CUS Napoli e la precisione nello svolgimento degli incontri. Non capitava mai di dover aspettare. L’anno prossimo parteciperò di nuovo volentieri”.
Ha fatto parte del girone, anche se non ha conquistato il podio, il prof. Mario Varcamonti, docente di Microbiologia alla Federico II: “il mio percorso tennistico è di natura puramente amatoriale. Giochicchio e me la cavo. Colleghi degli Atenei di Bari, Venezia, Roma, Cassino sono molto più bravi. In molti hanno approfittato del week-end di sole per farsi un giro a Napoli e partecipare al Trofeo. Io purtroppo sono uscito al primo turno. A mio avviso l’iniziativa è molto piacevole, peccato che ha visto una scarsa partecipazione. Il motivo è che i docenti degli Atenei italiani non ne hanno dato comunicazione, fatta eccezione per le Università campane, dove il CUS si è occupato di diffondere l’iniziativa. Ho giocato contro Leopoldo Franco, dell’Università di Roma, e ho perso”.
Il percorso accademico del docente non è di certo di tipo amatoriale: “ho iniziato con il prof. De Felice, negli anni ’90. Sono stato due anni in Olanda con una Borsa europea e quattro anni fa ho vinto il concorso da associato. Mi occupo di antibiotici modificati e nuovi peptidi antibiotici, ai Corsi Triennali e Magistrali di Biologia, tra Monte S. Angelo e via Mezzocannone, nuova e vecchia sede”. Chi ha scelto la sua strada non lo ha fatto solo per la ricerca: “il mio motto è: quando insegni, insegna a dubitare di ciò che insegni. Infatti induco i miei studenti ad andare sempre oltre ciò che dico a lezione. Purtroppo quelli che vanno oltre sono una minoranza. In ogni caso sono sempre stimolanti, fanno cogliere ai docenti aspetti nuovi della materia, visti da una prospettiva diversa”. Il Corso Triennale prevede Laboratori a Monte Sant’Angelo con due sedute di microscopia e di manipolazione patogena: “sia i laboratori di via Mezzocannone che di Monte S. Angelo sono ben attrezzati, sebbene nella prima struttura non ci siano condizioni che si prestano bene a conservare i campioni. La didattica continua a svolgersi nella vecchia sede, anche se il Dipartimento si è quasi totalmente trasferito nella nuova. Le aule resteranno lì finché il sistema trasporti non migliorerà, con la fermata della cumana al 90% completata, ma ancora non attiva, che dovrebbe collegare con i Campi Flegrei. Uno spiraglio di luce si intravede sulla questione non ancora risolta”. Il Dipartimento di Biologia una volta alla settimana: “ospita stranieri per seminari su temi d’interesse e approfondimenti specifici che riguardano le nostre collaborazioni con l’estero. Gli studenti sono spesso interessati a queste occasioni di ritrovo”. Al prossimo Trofeo: “di sicuro parteciperò, anche perché l’organizzazione mi ha messo totalmente a mio agio, dimostrando disponibilità nel conciliare gli incontri con i miei impegni lavorativi. Non ambisco alla vittoria, ma voglio divertirmi”.
Allegra Taglialatela