“Il vecchio e la fontana” vince la settima edizione di Lavori in corto

Ma i corti si trasformeranno mai in lunghi? Parliamo di cinema e la risposta a questa domanda appare quasi scontata. Il cortometraggio non diventa mai un lungometraggio, e raramente un regista passa dal settore dell’audiovisivo breve a quello della produzione cinematografica. Se ne è discusso durante la settima edizione di Lavori in Corto, il festival universitario del cortometraggio promosso dalla Confederazione degli Studenti dell’Università Parthenope e dell’Università Federico II, che si è tenuto sabato 17 febbraio nell’Aula Magna della Parthenope in via Acton. L’ospite d’onore Enzo Cannavale ha chiesto esplicitamente: “ma questi corti, poi, che fine fanno?”. Sembrava un padre o un nonno preoccupato per la sorte di figli e nipoti, e forse un po’ è davvero così, visto che, come ha fatto notare Raoul, conduttore dello spettacolo assieme alla bella Melania Armini, il giovane Alessandro Cannavale è un aspirante regista. “I giovani andrebbero aiutati”, ha detto Enzo Cannavale più di una volta. Il fatto è che nel nostro Paese non c’è “la cultura del corto”, il quale al cinema non trova alcuno spazio e finisce così col rifugiarsi in qualche angolo della televisione. Lo hanno evidenziato i giornalisti presenti all’evento, componenti della giuria presieduta dall’attrice Agnese Nano: il prof. Giulio Baffi, critico de La Repubblica; Michele Anselmi de Il Giornale; Carlo Puca di Panorama. Puca ha osservato che sbocchi alternativi al cinema sono possibili, e ci si può arrivare proprio partendo dal corto: “chi gira corti può successivamente dedicarsi ad esempio alla regia di video musicali, un lavoro dignitosissimo”. L’attore della fortunata serie televisiva Un posto al sole Alberto Rossi, anche lui giurato, ha confermato: “i corti sono un’esperienza a sé stante, possono essere un biglietto da visita, ma restano un mondo a parte”. La motivazione più forte alla base della realizzazione di un corto, però, è la passione. A prescindere dalle possibili opportunità future. “Si gira un corto per sfogarsi, come un tempo si scrivevano le poesie”, ha detto Carlo Puca. La giuria era completata da Francesco Vitiello, interprete del personaggio Diego in Un posto al sole. 
Dopo il saluto del Rettore della Parthenope prof. Gennaro Ferrara e di Aldo Russo, presidente del Consiglio degli Studenti ed erede del consigliere Adisu Ettore Pirozzi nell’organizzazione dell’evento, il festival ha preso il via davanti a un vasto pubblico tra cui spiccavano personalità come il presidente della Provincia di Napoli Dino di Palma, il parlamentare dei Verdi Tommaso Pellegrino e l’assessore provinciale all’Agricoltura e alla Protezione Civile Francesco Borrelli. 
Sei in tutto i corti proiettati in aula, ma di questi soltanto un paio avevano le classiche caratteristiche del cortometraggio. Non perché durassero troppo, ma perché i contenuti e le modalità espressive li facevano assomigliare più a video musicali o a mini documentari. Lavori come La città morta, una serie di videoriprese nel cuore di Napoli con interviste per strada sul tema della violenza, oppure come Ozeworo, viaggio notturno al seguito di una banda di giovani che esprime il suo estro artistico imbrattando i vagoni della Circumvesuviana con le bombolette spray, hanno poco del cortometraggio e molto di certi spot televisivi o certi prodotti video in stile reality. Discorso analogo per il corto intitolato Senso, che percorre le tappe di una storia drammatica ma privo di dialoghi, con le scene scandite esclusivamente dalla musica.
Premi a Palazzo
e Meola
Il premio Miglior corto è stato assegnato al siciliano Tony Palazzo per il suo Il vecchio e la fontana, racconto poetico e un po’ surreale dell’ultimo giorno di vita di un anziano solo, interpretato da Ciccino Sineri, alla cui memoria è dedicato il cortometraggio. Tony Palazzo, che ha frequentato l’Accademia di Arte Drammatica del Teatro Stabile di Catania, vive attualmente a Roma e si occupa anche di fotografia e di pittura. Non era la sua prima volta a Lavori in corto, aveva già partecipato lo scorso anno con Due bravi ragazzi vincendo il secondo premio. Un’esperienza che gli ha portato fortuna: Due bravi ragazzi è stato presentato a 87 festival in giro per il mondo e ha ottenuto ben 27 riconoscimenti. Su Il vecchio e la fontana la presidente di giuria Agnese Nano (premio Oscar nel 1989 per Nuovo cinema Paradiso, ndr) ha detto poche ma significative parole all’atto della consegna del premio: “eravamo tutti d’accordo, questo corto ci ha emozionato”. Il premio Migliore idea è andato a Giovanni Meola, studente di Economia alla Federico II, per Pinocchio Carognone, una storia di criminalità che ha come protagonisti quattro ragazzi neppure ventenni. Il corto, interamente recitato in napoletano (e sottotitolato in italiano, con sorpresa dello stesso Meola) è stato definito da Alberto Rossi, che ha consegnato il premio, come “il percorso cinematograficamente più compiuto”. Il terzo premio è quello della giuria popolare, composta da tutti i presenti in aula, che hanno potuto assegnare il proprio voto a ciascun corto in gara compilando dei moduli predisposti dall’organizzazione. Il punteggio più alto lo ha conquistato Paradise, di Antonella Rossi, che ha ripreso le rincorse e i giochi d’amore di una coppia di innamorati al mare. Anche in questo caso, niente dialoghi ma soltanto le note di una memorabile canzone degli anni Ottanta, Paradise appunto, che fa umoristicamente da sottofondo a un incontro d’amore in uno scenario naturale deturpato da spazzatura di vario tipo. I titoli di coda spiegano tutto: “effetti speciali: spiaggia libera di Licola, spiaggia libera di Bagnoli”. Antonella Rossi, 29 anni, è laureata in Lingue e letterature straniere all’Orientale e si occupa di regia e montaggio da diversi anni. Recentemente ha curato il montaggio della trasmissione televisiva Figli di Puk (con i comici Antonio e Michele, in onda su Telecapri). La manifestazione Lavori in corto, durante la quale è stato nuovamente pubblicizzato il calendario delle studentesse 2007/08 ed è stata annunciata l’attivazione del nuovo sito web www.studiavivendo.net, è stata dedicata dagli organizzatori al regista Francesco Nuti, che due anni fa presiedeva la giuria.
Sara Pepe
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