Ingegneria fa un po’ di conti

La seduta del Consiglio di Facoltà del 12 aprile ha affrontato molti argomenti di ordine amministrativo e burocratico, a cominciare dalle questioni studentesche. La rappresentante degli studenti Gabriella Caputo, infatti, ha presentato, insieme ad altri suoi colleghi, una richiesta in merito alla sperequazione che si è creata fra gli studenti del Vecchio Ordinamento relativamente all’iscrizione all’ordine professionale. Solo coloro che si laureeranno entro il 2006 potranno usufruire delle vecchie modalità di iscrizione all’albo. “È una cosa poco logica, tutti gli studenti del Vecchio Ordinamento, hanno lo stesso tipo di preparazione” commenta il Preside Edoardo Cosenza. 
Dopo aver aperto i bandi per le supplenze gratuite di Inglese, Normativa Aeronautica e Principi di Ingegneria, si discute dei Master da attivare per il prossimo anno accademico. “Sono in aumento, in futuro dovremo regolamentare molte cose” dice il Preside. Il primo da avviare è quello di primo livello in Tecnologie Emergenti, realizzato in collaborazione con l’Università del Missouri, insieme al quale partiranno dieci corsi in lingua inglese. Il Master si svolge sei mesi in Italia ed altrettanti negli Stati Uniti; le lezioni saranno teletrasmesse e, oltreoceano, verranno anche vendute in rete. Il primo anno ha ottenuto il finanziamento ministeriale e sarà equivalente a quello del Corso di laurea specialistica di Ingegneria Civile e Strutturale. L’iniziativa è coordinata dal prof. Giorgio Serino. “Stiamo cercando di aumentare il numero dei corsi tenuti in inglese. Il mio sogno è quello di avere un corso in inglese in ogni corso di laurea. Sarebbe un significativo passo verso l’internazionalizzazione” commenta Cosenza. Il secondo Master di una certa rilevanza è quello in  Sicurezza del Territorio e Protezione Civile. Aperto ai laureati in Ingegneria, Architettura, Scienze e Scienze Politiche, coinvolge trasversalmente l’intero Ateneo. L’anno scorso la facoltà ne ha approvato l’attivazione anche se con delle perplessità. In seguito, non ha più avuto luogo a causa di difficoltà amministrative. “È un Master fortemente trasversale che la Facoltà da sola non sarebbe in grado di portare avanti perché la tematica affrontata è molto complessa e alcuni degli spunti più interessanti sull’argomento vengono spesso proprio dai sociologi” afferma il Preside in chiusura. L’attivazione del Master viene approvata. 
Ripartizione dei fondi: una delle tematiche più scottanti da affrontare. “Abbiamo deciso, insieme a tutti i direttori, di tagliare i fondi per le spese ai Dipartimenti poiché si è convenuto che le somme per le biblioteche e il materiale informatico a disposizione degli studenti, fossero incomprimibili” spiega Cosenza mentre illustra la tabella con le cifre. “Ho appoggiato in Dipartimento la proposta perché la presidenza interviene in molte cose e gli interventi costano. La tabella forse ha fatto il suo corso, speriamo che questo strumento venga superato presto e che si decida di adottare come criterio la valutazione della didattica fatta dagli studenti” suggerisce nel suo intervento il prof. Gennaro Volpicelli. “Ringrazio fortemente coloro che hanno rinunciato a dei soldi. Anche se si tratta di piccole cifre, di questi tempi tutto conta” la risposta del Preside. “Credo che sia inutile rivedere le tabelle. Tutti noi ci stiamo impegnando per far fruttare al massimo delle cifre risicatissime. Auspicherei solo una maggiore uniformità di queste ripartizioni. La base volontaristica non funziona” interviene il prof. Guelfo Pulci Doria. “Quest’anno non si poteva fare meglio. I fondi che la presidenza spende sono in crescita: in tutte le aule ci sono una serie di nuove attrezzature e che possono essere dimostrate” replica il prof. Cosenza. 
Ma non ci sono solo notizie nefaste  per quanto riguarda l’esercizio finanziario. La MAPEI ha stipulato una convenzione con la Federico II, preferendo il Politecnico napoletano a quello di Milano. Grazie ai fondi che proverranno da quest’accordo si potrà assegnare un posto da ricercatore nel settore della Tecnica delle costruzioni. In passato la Commissione Bilancio aveva deliberato che nel caso in cui un settore scientifico disciplinare avesse ricevuto dei finanziamenti dal rettore o da strutture non universitarie, il settore in questione avrebbe dovuto attribuire alla Facoltà il 30% della somma ricevuta. Una parte di questa ‘tassa’, sarebbe in seguito stata restituita al settore. “Mi sembra un freno alla possibilità di ottenere finanziamenti, proprio quando molte altre facoltà si danno da fare e riescono ad ottenere più finanziamenti esterni di noi. Inoltre, il vantaggio economico che ne traggono macroaree e facoltà è irrisorio” sostiene Cosenza. Occorre dunque un modello più flessibile, e, alla luce di questa necessità, con un po’ di destrezza burocratica, si riuscirà forse a convertire questi fondi in risorse da destinare ad incarichi di supplenza. In seguito a contatti con il presidente del TIGEM Andrea Ballabio, sarà possibile attribuire un posto da ricercatore nel settore dell’Automatica, che graverà interamente sull’area medica, ovvero sulla Facoltà di Medicina. “Quest’operazione ha degli straordinari vantaggi. Ci apre la possibilità di entrare in un segmento che in futuro potrebbe diventare ancora più fruttuoso. Poi potrei passare alla storia come il primo preside d’Italia che riesce ad avere un posto alla Facoltà di Medicina” scherza Cosenza. 
Intanto ci sono ancora delle situazioni in sospeso con l’Ateneo. In particolare, Ingegneria deve ancora riscuotere dei fondi derivanti soprattutto dalle mobilità del 2004. Fondere tra loro i dipartimenti che da più di tre anni non dispongano del personale minimo previsto dallo statuto (30 unità di personale delle quali almeno 10 ordinari), potrebbe essere uno degli strumenti per avere dall’Ateneo qualche piccolo premio. Ulteriori fondi, infine potrebbero arrivare dai trasferimenti di giovani ricercatori di valore che vogliano lavorare presso  la Federico II. Il Ministero copre il 70% del costo medio nazionale necessario per il trasferimento della figura prescelta. “Abbiamo ancora un forte potere attrattivo da sfruttare per rilanciarci” conclude il Preside. 
Simona Pasquale
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