Sono ormai inseparabili compagni di vita per molti umani. Ci aiutano a superare i momenti difficili, lavorano con noi e per noi e ci regalano momenti di gioia. I cani fanno parte ormai di una famiglia italiana su quattro e questo significa che educare gli esseri umani a rapportarsi con i loro amici quadrupedi assume una rilevanza sociale. La necessità di figure di esperti del settore con una formazione universitaria: la motivazione del Corso di Perfezionamento in Etologia canina: aspetti teorico-pratici, diretto dal prof. Biagio D’Aniello, docente di Zoologia alla Federico II.
Il Corso – che è presentato il 27 febbraio (mentre andiamo in edicola) con la partecipazione del prof. Luigi Zicarelli, Direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, e della prof.ssa Simonetta Bartolucci, Direttore del Dipartimento di Biologia – è rivolto a biologi, naturalisti, veterinari e tecnici delle produzioni animali, con lo scopo di approfondire le conoscenze etologiche acquisite durante i loro studi, in particolare in relazione ai cani. “Secondo un’indagine dell’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari) sono circa 7 milioni i cani ospitati da famiglie italiane. Questa presenza così massiccia ha diverse ricadute, sociali ed anche economiche – sottolinea il prof. D’Aniello – Pensiamo solo alle vacanze con i nostri animali e a tutto il mercato che ne è fiorito intorno. Questo richiede, però, che i cani siano sempre meglio integrati nella società umana e le relazioni con loro più sane. Per questo c’è e ci sarà sempre più bisogno di figure specializzate. Nell’ultimo decennio le scienze cognitive animali hanno profondamente trasformato il modo d’interpretare il cane, ponendo in rilievo tutti gli errori commessi da metodi addestrativi avversativi e coercitivi che, se da un lato hanno determinato risultati visibili nell’ambito dell’obbedienza, hanno prodotto cani con relazioni inappropriate e spesso con disturbi comportamentali”.
Il Corso (470 ore di didattica frontale e stage) avrà una forte impronta scientifica e si baserà su diversi moduli didattici: “Nei primi verranno forniti contenuti di base volti alla conoscenza del cane, per poi passare negli ultimi moduli all’istruzione cinofila per compiti specifici. Quindi verrà fornita una conoscenza approfondita e su basi scientifiche di come vengono utilizzati i cani in società, negli sport (come l’agility o water price) o con compiti di protezione civile (cani per il salvataggio nautico, ricerca esplosivi, ricerca persone, cani poliziotto, o cani per assistenza e coterapeuti)”. Si parte quindi dalla conoscenza delle tecniche di educazione di base dai primi giorni di vita dell’animale che, come spiega il professore, sono fondamentali perché è nelle prime 2-3 settimane che il cane riceve il giusto imprinting, per arrivare poi all’addestramento in settori specifici. In questa fase si passerà dalla teoria alla pratica: “La didattica è un momento di comunicazione e quindi deve essere anche divertente per saper bene comunicare. Quindi, quando parleremo dei cani da veleno, andremo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, per i cani da salvataggio ci tufferemo in acqua insieme a loro, con i cani per i non vedenti andremo al Centro Regionale di Scandicci, e così via. È importante, infatti, avere chiaro tutto l’iter educativo e vedere come va seguito il cane per insegnargli quello che vogliamo che apprenda”.
Naturalmente è un lavoro che richiede non solo l’amore per i nostri compagni a quattro zampe, ma “la conoscenza del cane, la conoscenza delle persone, ed essere un bravo didatta con tanta pazienza!”.
Valentina Orellana
Il Corso – che è presentato il 27 febbraio (mentre andiamo in edicola) con la partecipazione del prof. Luigi Zicarelli, Direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, e della prof.ssa Simonetta Bartolucci, Direttore del Dipartimento di Biologia – è rivolto a biologi, naturalisti, veterinari e tecnici delle produzioni animali, con lo scopo di approfondire le conoscenze etologiche acquisite durante i loro studi, in particolare in relazione ai cani. “Secondo un’indagine dell’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari) sono circa 7 milioni i cani ospitati da famiglie italiane. Questa presenza così massiccia ha diverse ricadute, sociali ed anche economiche – sottolinea il prof. D’Aniello – Pensiamo solo alle vacanze con i nostri animali e a tutto il mercato che ne è fiorito intorno. Questo richiede, però, che i cani siano sempre meglio integrati nella società umana e le relazioni con loro più sane. Per questo c’è e ci sarà sempre più bisogno di figure specializzate. Nell’ultimo decennio le scienze cognitive animali hanno profondamente trasformato il modo d’interpretare il cane, ponendo in rilievo tutti gli errori commessi da metodi addestrativi avversativi e coercitivi che, se da un lato hanno determinato risultati visibili nell’ambito dell’obbedienza, hanno prodotto cani con relazioni inappropriate e spesso con disturbi comportamentali”.
Il Corso (470 ore di didattica frontale e stage) avrà una forte impronta scientifica e si baserà su diversi moduli didattici: “Nei primi verranno forniti contenuti di base volti alla conoscenza del cane, per poi passare negli ultimi moduli all’istruzione cinofila per compiti specifici. Quindi verrà fornita una conoscenza approfondita e su basi scientifiche di come vengono utilizzati i cani in società, negli sport (come l’agility o water price) o con compiti di protezione civile (cani per il salvataggio nautico, ricerca esplosivi, ricerca persone, cani poliziotto, o cani per assistenza e coterapeuti)”. Si parte quindi dalla conoscenza delle tecniche di educazione di base dai primi giorni di vita dell’animale che, come spiega il professore, sono fondamentali perché è nelle prime 2-3 settimane che il cane riceve il giusto imprinting, per arrivare poi all’addestramento in settori specifici. In questa fase si passerà dalla teoria alla pratica: “La didattica è un momento di comunicazione e quindi deve essere anche divertente per saper bene comunicare. Quindi, quando parleremo dei cani da veleno, andremo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, per i cani da salvataggio ci tufferemo in acqua insieme a loro, con i cani per i non vedenti andremo al Centro Regionale di Scandicci, e così via. È importante, infatti, avere chiaro tutto l’iter educativo e vedere come va seguito il cane per insegnargli quello che vogliamo che apprenda”.
Naturalmente è un lavoro che richiede non solo l’amore per i nostri compagni a quattro zampe, ma “la conoscenza del cane, la conoscenza delle persone, ed essere un bravo didatta con tanta pazienza!”.
Valentina Orellana