“Per comunicare non c’è solo un modo e, dunque, vorrei poter discutere i miei video insieme a voi”. Pappi Corsicato inizia con queste semplici ma significative parole la sua lezione di creatività per gli allievi del Master di Scrittura Audiovisiva (MUSA). Giovedì 24 maggio, il regista napoletano è stato ospite della Facoltà di Sociologia per un seminario dal titolo ‘Pappi Corsicato a lezione di creatività’. Durante l’incontro, che rientra nell’ambito di una serie settimanale di appuntamenti con autori del cinema, della tv, dello spettacolo e delle arti visive, diretti all’approfondimento del tema della scrittura audiovisiva, il regista ha discusso dei linguaggi della comunicazione visiva. Corsicato ha svolto una lezione di approfondimento sul racconto della cultura partenopea attraverso la cinepresa: il giovane regista, noto al pubblico per opere come ‘I Vesuviani’ o il suo ultimo ‘Chimera’, è stato vincitore, nel 1993, del ‘Nastro d’Argento’ a Berlino come miglior opera prima e ‘Ciak d’Oro’ come miglior esordio alla regia. Le rappresentazioni – tra parodia, melodramma, commedia, erotismo, attenzione per transessuali e casalinghe con il gusto per la trasgressione, ricerca per le variazioni di costume, per gli ambienti e per i suoni – evocano, in realtà, il mondo un po’ paradossale rappresentato da Almodovar, regista da cui Corsicato trae ispirazione.
Di particolare interesse per gli studenti del Master, il cui obiettivo è quello di formare nuovi esperti della scrittura per il cinema, la televisione e i nuovi media, competenti rispetto all’intero ciclo di vita di un prodotto culturale, è, però, l’utilizzo da parte del regista partenopeo di diversi linguaggi e stili comunicativi. “Una cosa molto importante per me – spiega Corsicato durante la lezione – è la musica. Credo sia importante, quando si lavora, avere conoscenze non solo del mezzo specifico, come la cinepresa, ma assumere una visione molto più ampia per cercare di approfondire anche le altre espressioni artistiche”. Per poter utilizzare un mezzo comunicativo, dunque, è importante conoscerlo, perché, come sottolinea Corsicato, “ognuno di noi è il frutto di un accumulo di suggestioni, quindi è bene conoscerle per esserne almeno consapevole e creare con consapevolezza”. Attraverso la proiezione di una serie di video girati negli ultimi dieci anni intorno a delle creazioni artistiche, Corsicato esprime agli studenti la sua concezione del mezzo artistico: “per questi video ho creato una sorta di piccole sceneggiature attorno all’oggetto artistico così da raccontare l’opera a modo mio. In alcuni casi non conoscevo l’artista, ma questo non ha influito, perchè, in ogni caso, lo sguardo sull’opera non è mai oggettivo ma è sempre soggettivo e si relaziona con quello che sto vivendo”. La ripresa, anche se è solo un mezzo, non va mai realizzata a caso, ma rientra in un piano artistico ben definito, non solo dal punto di vista estetico, ma concettuale.
Valentina Orellana
Di particolare interesse per gli studenti del Master, il cui obiettivo è quello di formare nuovi esperti della scrittura per il cinema, la televisione e i nuovi media, competenti rispetto all’intero ciclo di vita di un prodotto culturale, è, però, l’utilizzo da parte del regista partenopeo di diversi linguaggi e stili comunicativi. “Una cosa molto importante per me – spiega Corsicato durante la lezione – è la musica. Credo sia importante, quando si lavora, avere conoscenze non solo del mezzo specifico, come la cinepresa, ma assumere una visione molto più ampia per cercare di approfondire anche le altre espressioni artistiche”. Per poter utilizzare un mezzo comunicativo, dunque, è importante conoscerlo, perché, come sottolinea Corsicato, “ognuno di noi è il frutto di un accumulo di suggestioni, quindi è bene conoscerle per esserne almeno consapevole e creare con consapevolezza”. Attraverso la proiezione di una serie di video girati negli ultimi dieci anni intorno a delle creazioni artistiche, Corsicato esprime agli studenti la sua concezione del mezzo artistico: “per questi video ho creato una sorta di piccole sceneggiature attorno all’oggetto artistico così da raccontare l’opera a modo mio. In alcuni casi non conoscevo l’artista, ma questo non ha influito, perchè, in ogni caso, lo sguardo sull’opera non è mai oggettivo ma è sempre soggettivo e si relaziona con quello che sto vivendo”. La ripresa, anche se è solo un mezzo, non va mai realizzata a caso, ma rientra in un piano artistico ben definito, non solo dal punto di vista estetico, ma concettuale.
Valentina Orellana