“La matematica non è un cruciverba da risolvere”

Serva e regina di tutte le scienze, la Matematica richiede un approccio maturo secondo i due docenti del primo anno di Economia Aziendale e Management delle Imprese Internazionali. Entrambi insegnano Metodi di Matematica Applicata ed educano al ragionamento piuttosto che all’apprendimento passivo. “Niente va assimilato passivamente, bisogna sempre porsi in maniera critica, soprattutto verso la scienza sovrana”, afferma la prof.ssa Stefania Corsaro di Economia Aziendale. “Questa spesso è vittima di pregiudizi, perché insegnata male alle scuole superiori. Viene infatti somministrata in pillole, come un antibiotico, senza porre attenzione al ragionamento”. La docente, per rendere la materia più vicina agli studenti, mostra esempi applicativi dal mondo dell’economia e della finanza: “do loro esercizi da svolgere a casa che discutono con me a lezione, però non prevedo prove intercorso, che indurrebbero a concentrarsi troppo sull’esame scritto, trascurando l’orale. La matematica non dev’essere un cruciverba da risolvere, ne devono capire l’utilità mediante un approccio verbale, volto a ricercare collegamenti”. Studiare giorno per giorno è il segreto per superare l’esame: “se ci sono difficoltà, possono rivolgersi a me nelle ore di ricevimento, a lezione, o contattandomi tramite mail”. Della stessa opinione il prof. Luigi D’Onofrio, docente di Management: “La matematica non è una materia semplice, bisogna studiarla con passione e metodo, ci si deve esercitare di volta in volta, perché non esistono compartimenti stagni, è un discorso collegato. Se salti una lezione, resti indietro con il programma ed accumuli lacune”. Ai ragazzi del primo anno risulta difficile, innanzitutto, l’impatto con l’Università, per la gestione dello studio. “Devono capire che non c’è più l’assegno per casa e devono organizzarsi da soli gli esercizi dopo la lezione. Non si è più in 25, ma in 230, quindi non si può essere guidati allo stesso modo”. Quest’anno gli studenti sembrano recepire gli insegnamenti: “sono molto soddisfatto di loro, mi seguono attentamente. Prima del corso vero e proprio ho tenuto dei precorsi, superati dal 65% dei partecipanti. Questi hanno ottenuto un’idoneità da tre crediti formativi”. Non c’è differenza nell’apprendimento rispetto alla provenienza dalle scuole superiori: “anzi, capita spesso che i ragazzi provenienti dallo Scientifico diano per scontate conoscenze che in realtà non hanno. La riuscita individuale dipende essenzialmente dalla volontà di applicazione”. La matematica universitaria è diversa da quella liceale: “perché mentre al liceo s’imparano solo regole meccanicamente, qui si è tenuti a conoscere il ragionamento che c’è dietro”. I corsi durano tre mesi, da ottobre a dicembre, i due appelli d’esame sono a gennaio ed a febbraio: “prima dell’esame terrò lezioni di recupero con simulazioni della prova scritta, per cui, chi si rende conto di non essere abbastanza preparato, può decidere di sostenerla all’appello successivo”. L’esame consiste nella risoluzione di sei esercizi in un’ora e mezza: “al termine dello scritto, se si totalizza un punteggio minimo di 18, c’è l’orale. Non ci si deve scoraggiare, perché anche con il minimo, se si discute un buon orale, il voto finale può arrivare finanche a 27”.
Allegra Taglialatela
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