Laboratori ed esercitazioni, fondamentali nella formazione degli studenti di Ingegneria

Ad Ingegneria da poco più di un mese sono iniziati i corsi del secondo semestre. Peculiari per gli studenti della Facoltà, al di là delle lezioni frontali, laboratori ed esercitazioni. Ne abbiamo parlato con i docenti dei curricula Informatico-Elettronico ed Aerospaziale–Dinamico che ci hanno illustrato le modalità di svolgimento dell’attività didattica. 
Corsi quali Strumentazione Elettronica di Misura, Costruzioni Aeronautiche ed il Laboratorio Numerico di Circuiti e Campi hanno bisogno, per la parte applicativa, dell’aula di informatica: “In laboratorio ciascuno studente ha a disposizione un computer sul quale esegue delle simulazioni. Scopo del corso è quello di consentire agli allievi di utilizzare i principali strumenti di misura elettronica (misure di tensioni, corrente elettrica, campi elettromagnetici)”, dice il prof. Daniele Gallo (Strumentazione), mentre il laboratorio svolto dal prof. Alessandro Formisano si svolge nella “aula di calcolo con pc su cui sono istallati software di calcolo e modellazioni”. Il prof. Francesco Scaramuzzino (Costruzioni), poi, insegna ai ragazzi ad “utilizzare un software per il calcolo degli elementi finiti delle strutture aerospaziali simile a quello utilizzato dalle aziende” che risulterà una competenza ampiamente spendibile ai fini occupazionali. Il laboratorio di Automatica, Misure e Diagnostica Industriale ed il corso di Aerodinamica e Fluidodinamica, invece, richiedono l’utilizzo di strumentazioni. “Nel corso di Laboratorio gli studenti implementano i modelli studiati in Modelli di Sistemi”, spiega il docente di Automatica Salvatore Pirozzi, mentre in quello di Misure e Diagnostica “si esegue il debug e l’osservazione del circuito”, illustra il prof. Carmine Landi che ha già sottoposto ai ragazzi l’osservazione di circuiti analogici mentre “ora passeremo all’osservazione di quelli digitali”; non bisogna, poi, trascurare le misure: “E’ importante saperle interpretare e ciò richiede un po’ di lavoro per cui ho dei collaboratori che seguono i ragazzi”, rassicura il professore. Il corso, invece, di Aero e Fluidodinamica, tenuto dal prof. Carmine Golia, prevede “la realizzazione di un progetto relativo ad un profilo quanto più vicino possibile alla realtà”. I ragazzi dispongono in Facoltà di una galleria del vento dove poter osservare alcune simulazioni. Come quest’ultimo, tutti i corsi che constano, oltre alla teoria, di una parte applicativa, prevedono un elaborato finale che andrà ad incidere sulla valutazione finale.
Coloro che riescono a superare con più facilità l’esame, a detta di tutti i docenti, sono gli studenti che hanno frequentato con assiduità il corso e che hanno sostenuto l’esame nelle sessioni più vicine alla fine delle lezioni. Tra le motivazioni che spingono i ragazzi a seguire, il fatto di dover svolgere attività applicativa: “Il motivo principale per cui uno studente si iscrive ad Ingegneria è l’applicazione”, sostiene Pirozzi, d’accordo con Landi per cui “per far lavorare i ragazzi bisogna stimolarne l’interesse; se motivati si ottengono risultati”.
Particolarmente affollato risulta il corso, al primo anno, di Algebra e Geometria tenuto dal prof. Vito Napolitano: “Questo è il secondo anno che svolgo il corso e, diversamente dal precedente, l’aula – dalla capienza di 200 posti – è quasi piena”. Non si può nascondere la difficoltà che molti ragazzi hanno con la Matematica, per cui la Facoltà da diversi anni si è attivata con corsi di primo sostegno tenuti con alcuni docenti delle scuole superiori: “La percentuale dei promossi, per sessione, è del 30-35%. Probabilmente c’è uno stacco troppo netto tra il metodo di studio scolastico e quello universitario; c’è, poi, una componente di difficoltà imputabile all’immaturità di alcuni ragazzi che tendono a perdersi” e, per ovviare a ciò, Napolitano consiglia “di seguire i corsi e presentarsi a ricevimento”. Da quest’anno, inoltre, i ragazzi disporranno di tutor con cui una volta a settimana faranno delle esercitazioni. 
Dall’inizio alla conclusione del percorso universitario: i lavori di tesi di laurea. Molti i lavori di interesse. “Due studenti nella scorsa seduta hanno presentato una tesi Specialistica relativa alla manipolazione robotica antropomorfa che consiste nel captare i movimenti umani per creare un robot umanoide che riesca, così, a compiere azioni in ambienti non strutturati”, racconta Pirozzi, mentre tre tesisti del prof. Golia lo scorso anno hanno presentato un lavoro che sta vedendo in questi mesi l’effettiva realizzazione: “Hanno svolto una tesi sperimentale sulla dinamica di un elicottero innovativo che un’azienda campana, la K4A, sta progettando”. Non manca, poi, chi ambisce ad una borsa di studio che gli consenta di collaborare con il rispettivo Dipartimento. Domenico Serrao, 25 anni, laureato con il prof. Rocco Pierri (docente di Campi Elettromagnetici), concorrerà “ad una borsa interna per uno stage di sei mesi presso il Dipartimento di Elettronica”. Progetti interessanti che sarebbe bello poter vedere realizzati in aziende locali, come sottolinea il prof. Landi: “Avere persone valide che lavorino sul territorio sarebbe una grande ricchezza. Il mio grande rammarico è che i nostri ragazzi sono costretti ad allontanarsi a causa della povertà occupazionale della nostra regione. I giovani di oggi, diversamente da quanto si creda, sono molto generosi, bisogna solo incoraggiarli”.
Barbara Leone
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