Hanno ricevuto ‘virtualmente’ le chiavi della città gli studenti del quinto anno della Magistrale in Ingegneria Edile-Architettura partecipanti al workshop Architettura e Paesaggio dei Centri Urbani. Dopo l’esperienza a Morra de Sanctis, l’interessante iniziativa – che ha come obiettivo la valorizzazione urbana – promossa dal Corso di Laurea ha fatto tappa, dal 4 al 7 dicembre, a Presenzano, in provincia di Caserta. “L’idea è stata quella di prendere in esame questo piccolo paesino – spiega il prof. Francesco Polverino, coordinatore del Corso di Laurea – che ha due tre ‘guai’ dal punto di vista della conformazione urbana”. I tre temi di progetto individuati per una valorizzazione del centro segnano idealmente tre quote dell’insediamento: “Un primo problema riguarda la parte alta dove vi è un castello che è slegato dal resto della città. Da quando è stato diroccato, nessuno ci è più andato, ma è lì ed è un posto bellissimo. La quota centrale è occupata dal centro storico che, in buona parte, è disabitato. In questo caso, è stata rivista l’accessibilità della zona. Il terzo problema interessa la piazza in corrispondenza della chiesa madre, nella parte bassa, con una strutturazione in assoluta dissonanza con il resto del paese”.
Coinvolti gli abitanti
Un’iniziativa, a dire del professore, pluridisciplinare o forse ancora di più: “Non solo si è vista la partecipazione di tutte le cattedre che hanno interessato anche il precedente workshop a Morra de Sanctis, ma hanno preso parte all’iniziativa anche Tecnica dell’Urbanistica, Storia dell’Architettura e Antropologia Urbana. Quest’ultima, in particolar modo, ha portato gli studenti a coinvolgere gli abitanti di Presenzano attraverso interviste”. I lavori si sono svolti all’interno di un agriturismo dove i ragazzi hanno alloggiato, il tutto a titolo gratuito. Sono stati formati 10 gruppi, otto da tre persone e due gruppi da due. “Su ogni tema si sono focalizzati tre gruppi, mentre uno aveva il compito di girare per il paese alla ricerca di informazioni utili e aspetti caratteristici”. Per gli studenti, tra le molte occasioni anche “quella di visitare la centrale idroelettrica di Presenzano, senza la quale l’intera rete nazionale dell’energia elettrica subirebbe uno scompenso”. Fortuna ha voluto che in quei giorni ci fosse la festa del paese in onore di San Nicola. “In questa circostanza, durante una funzione religiosa, siamo venuti a conoscenza della tradizione del ‘panello’, un piccolo pane che, messo fuori alle finestre, protegge case e paese. È proprio per questo che, alla fine, gli studenti hanno deciso di salutare il paese con un reportage fotografico in cui soggetto indiscusso era proprio questo panello, posto in tutte le migliori parti del paese”. Al termine dei lavori, i ragazzi hanno realizzato un poster per ogni progetto e spiegato agli abitanti del paese quello che avevano fatto. La partecipazione all’esperienza ha consentito agli studenti l’acquisizione di 3 crediti universitari. Il Comune, inoltre, ha sottoscritto un accordo di collaborazione con il Corso di Laurea “che prevede il massimo supporto al lavoro di tesi di laurea incentrate su Presenzano e il riconoscimento di quest’ultimo impegno quale elemento preferenziale in concorsi per l’assunzione di personale tecnico”.
La parola agli studenti
“Si tratta di attività extra-curriculari molto formative – spiega Giuseppe Tarabuso – perché bisogna ideare un progetto in pochissimo tempo, costringendoti, così, ad essere molto concreto. Quella di Presenzano è stata la prima esperienza di questo genere, quindi per me era tutto nuovo. Sapevo che sarebbe stato difficile e complicato, ma la rifarei sicuramente. Con il mio gruppo, mi sono occupato del tema della piazza in corrispondenza della chiesa madre. Questa non è altro che una sporgenza su un dirupo che, nel nostro progetto, abbiamo cercato di riqualificare dandole anche una destinazione d’uso che fosse adeguata alle esigenze del Comune. Abbiamo cercato di integrarla nel contesto urbano”. Fondamentali le interviste agli abitanti che “ci hanno consentito di raccogliere molto più materiale sul luogo e sulle sue necessità”. Una città, Presenzano, con un’importantissima centrale idroelettrica: “Dal punto di vista dell’ingegneria, si tratta di un vero e proprio gioiello, eppure nessuno la conosceva”. L’utilità del workshop: “Mi porto dietro una pratica che è molto diffusa anche quando si partecipa a concorsi di idee e progettazione che prevedono proprio giorni iniziali di workshop. Nel caso dovessi parteciparvi, mi sento pronto”.
“Ho scelto di prendere parte a questo workshop – racconta Manuela Gravina – principalmente per vivere un’esperienza formativa, indipendentemente dai tre crediti che ho già acquisito attraverso un tirocinio ed un’altra attività. Durante i quattro giorni, il nostro gruppo si è focalizzato sul fronte urbano. Abbiamo lavorato per giustapposizione di nuovi elementi al tessuto originario volgendo uno sguardo al piccolo, con interventi sui dettagli (comignoli, ringhiere, ecc…) e uno sguardo al grande, andando a creare con dei nuovi materiali delle cornici sul paesaggio”. Utile e divertente per Manuela il contatto con gli abitanti “perché ci hanno fornito tantissimi spunti per portare avanti i lavori. Memorabile la proposta di una signora che voleva fare di Presenzano un presepe ponendo sulla sommità del paese addirittura una stella cometa! Siamo stati un po’ l’evento principale di Presenzano. Sono stati tutti estremamente carini e disponibili con noi. Eravamo i padroni della città nel vero senso della parola”.
“Ho scelto di prendere parte a questo workshop – racconta Manuela Gravina – principalmente per vivere un’esperienza formativa, indipendentemente dai tre crediti che ho già acquisito attraverso un tirocinio ed un’altra attività. Durante i quattro giorni, il nostro gruppo si è focalizzato sul fronte urbano. Abbiamo lavorato per giustapposizione di nuovi elementi al tessuto originario volgendo uno sguardo al piccolo, con interventi sui dettagli (comignoli, ringhiere, ecc…) e uno sguardo al grande, andando a creare con dei nuovi materiali delle cornici sul paesaggio”. Utile e divertente per Manuela il contatto con gli abitanti “perché ci hanno fornito tantissimi spunti per portare avanti i lavori. Memorabile la proposta di una signora che voleva fare di Presenzano un presepe ponendo sulla sommità del paese addirittura una stella cometa! Siamo stati un po’ l’evento principale di Presenzano. Sono stati tutti estremamente carini e disponibili con noi. Eravamo i padroni della città nel vero senso della parola”.
“Un selfie-panella!”
Parla di un’esperienza che l’ha molto arricchita, “sia personalmente sia nel rapporto con i professori”, Federica Morra che si è occupata, con i suoi colleghi, “della valorizzazione del castello proponendo la realizzazione di un parco urbano con una sorta di percorso che va dal centro di Presenzano al castello, così da rispondere ad una doppia funzione: punto di ritrovo per i cittadini e attrazione turistica”.
Partecipare ad un workshop – afferma Roberta Baldassarri – significa avere “un primo approccio con il lavoro che andremo a fare una volta laureati, cioè arrivare ad un’idea e progettare qualcosa in tempi stretti”. Per la studentessa non è la prima volta: “Ho partecipato ad un workshop di progettazione parametrica alla Tecla di Sarno”. A Presenzano “ci siamo occupati della piazza della chiesa madre. Abbiamo pensato di proporre una nuova immagine e di puntare su una nuova sostenibilità e identità. Abbiamo cercato di fornire un’immagine che non si distogliesse molto da quella attuale, ma che, comunque, avesse una nuova funzione. A supportare il lavoro anche delle simpatiche interviste agli abitanti, dal tabaccaio, di poche parole, al vigile, che sicuramente aveva più cose da dire e che ci ha intrattenuto per un’ora”. Poi, un aneddoto: “Un giorno, mentre stavamo lavorando, è arrivato il professore e ci ha chiesto di recarci in chiesa perché c’era la festa di paese e dovevano consegnarci le panelle sante. È stato molto bello vivere per un attimo questa tradizione di paese. Un coinvolgimento che abbiamo, successivamente, ripagato attraverso delle foto che riproponevano la stessa panella immortalata nei luoghi più belli del paese. Una sorta di ‘selfie-panella!’”.
Anche Nando Coletta ha partecipato al workshop con l’azienda Tecla: “Quest’anno ci ho riprovato perché credo sia molto importante, in un’università piena di teoria, approcciare ad un tipo di problema nuovo. L’esame si può spostare quando si vuole, mentre in queste situazioni, dove le scadenze sono più restrittive, si da a vedere veramente quello che può essere il lavoro futuro”. Poi, lo studente si riferisce alle interviste: “Abbiamo studiato l’esame di Antropologia Urbana, ma solo in maniera teorica. Solo attraverso le interviste e rapportandoci agli abitanti del luogo, però, abbiamo capito la vera utilità di questa materia”. Interessante anche la visita alla centrale idroelettrica che “ci ha aperto un mondo”. Infine, conclude: “quello del fronte urbano era un tema che non avevamo mai affrontato. È stato un nuovo approccio ad un nuovo problema. Il mese prossimo devo chiedere la tesi e, a dire il vero, avrei fatto un pensierino proprio su Presenzano”.
Fabiana Carcatella
Partecipare ad un workshop – afferma Roberta Baldassarri – significa avere “un primo approccio con il lavoro che andremo a fare una volta laureati, cioè arrivare ad un’idea e progettare qualcosa in tempi stretti”. Per la studentessa non è la prima volta: “Ho partecipato ad un workshop di progettazione parametrica alla Tecla di Sarno”. A Presenzano “ci siamo occupati della piazza della chiesa madre. Abbiamo pensato di proporre una nuova immagine e di puntare su una nuova sostenibilità e identità. Abbiamo cercato di fornire un’immagine che non si distogliesse molto da quella attuale, ma che, comunque, avesse una nuova funzione. A supportare il lavoro anche delle simpatiche interviste agli abitanti, dal tabaccaio, di poche parole, al vigile, che sicuramente aveva più cose da dire e che ci ha intrattenuto per un’ora”. Poi, un aneddoto: “Un giorno, mentre stavamo lavorando, è arrivato il professore e ci ha chiesto di recarci in chiesa perché c’era la festa di paese e dovevano consegnarci le panelle sante. È stato molto bello vivere per un attimo questa tradizione di paese. Un coinvolgimento che abbiamo, successivamente, ripagato attraverso delle foto che riproponevano la stessa panella immortalata nei luoghi più belli del paese. Una sorta di ‘selfie-panella!’”.
Anche Nando Coletta ha partecipato al workshop con l’azienda Tecla: “Quest’anno ci ho riprovato perché credo sia molto importante, in un’università piena di teoria, approcciare ad un tipo di problema nuovo. L’esame si può spostare quando si vuole, mentre in queste situazioni, dove le scadenze sono più restrittive, si da a vedere veramente quello che può essere il lavoro futuro”. Poi, lo studente si riferisce alle interviste: “Abbiamo studiato l’esame di Antropologia Urbana, ma solo in maniera teorica. Solo attraverso le interviste e rapportandoci agli abitanti del luogo, però, abbiamo capito la vera utilità di questa materia”. Interessante anche la visita alla centrale idroelettrica che “ci ha aperto un mondo”. Infine, conclude: “quello del fronte urbano era un tema che non avevamo mai affrontato. È stato un nuovo approccio ad un nuovo problema. Il mese prossimo devo chiedere la tesi e, a dire il vero, avrei fatto un pensierino proprio su Presenzano”.
Fabiana Carcatella