Lettura no-stop della Costituzione alla SUN

Bistrattata, calpestata, continuamente mortificata: non sono tempi d’oro per la Costituzione italiana. La Seconda Università, invece, ha deciso di omaggiare la legge fondativa del nostro Stato nell’ambito di Suncreacultura. Il 3 marzo si è tenuta una lettura no-stop della Carta Costituzionale, organizzata dal prof. Filippo Terrasi, al Polo scientifico di Via Vivaldi, in un’Aula Magna gremita. L’evento, ha sottolineato il Rettore Francesco Rossi, coincide con la prima delle manifestazioni per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. “Siamo cresciuti considerando la Costituzione un punto di riferimento. Sulla base dei suoi dettami stiamo lavorando al nuovo Statuto universitario. Troppo spesso si dimentica che è la stessa Costituzione a garantire una conoscenza libera, a permettere a tutti di poter raggiungere gli stessi risultati senza nessun tipo di favoritismi”. Ha preso quindi inizio la lettura dei primi 54 articoli, seguita da un commento del prof. Giuseppe Limone, ordinario di Filosofia Politica a Giurisprudenza. Limone sottolinea quanto la Costituzione vada dedicata ai giovani, quelli di un tempo e quelli di oggi: “ricordo i ragazzi che protestavano abbracciando e invocando il libro di Mao; beh, i nostri ragazzi oggi hanno ancor più diritto a protestare invocando questa Costituzione, che non è solo un bene giuridico, ma civile”. Non bisogna dimenticare, a detta del professore, che la Costituzione è un bene del popolo e dal popolo creata e declamata. Non è un caso che le costituzioni siano state scritte soprattutto dopo grandi tragedie, perché è in questi momenti che si creano le radici per la nascita di un popolo: è chi sta tra la vita e la morte, come oggi in Africa, che trova il coraggio di parlare a tutti e per sempre; la sovranità appartiene al popolo, perché “il popolo è la Costituzione, non esercita la Costituzione. Gli ideali di libertà, dignità, uguaglianza, solidarietà, diritto alla salute, non sono altro che il giuramento di un popolo che stabilisce un nuovo patto della Repubblica della conoscenza”. Importantissimi, a questo proposito, secondo Limone, l’idea e il concetto di “libertà”, un valore di cui la Costituzione non dà una definizione ben precisa, ma che rappresenta la massima aspirazione degli uomini, a cui si può arrivare solo dopo aver distrutto i ceppi dell’oppressione con un uso cosciente e critico della Costituzione. Il professore termina quindi citando tre momenti altissimi nella storia dell’Italia unita: Piero Gobetti, che fu il primo a parlare di rivoluzione per un ideale di speranza; i fratelli Rosselli, che affermano l’indissolubilità dei valori di uguaglianza e libertà e, infine, Pierpaolo Pasolini, che comprende la deriva consumistica della nostra società in “Le ceneri di Gramsci”. Tuttavia, ciò su cui maggiormente pone attenzione il professore è la traduzione di Pasolini delle “Mille e una notte”, dove Sherazade, per difendersi dalla morte, inanella una serie di storie per allontanare il fatidico momento. “Noi abbiamo lo stesso problema nei momenti di depressione: raccontiamo fiabe. Ma le fiabe non sono nulla di inventato, rappresentano un riflesso della realtà: siamo tutti Sherazade”. Terminato quindi l’intervento del prof. Limone, la cantante Agnese Ginocchio, per sua stessa definizione “cantautrice della pace”, ha parlato del suo impegno civile attraverso la musica ed ha quindi intrattenuto e coinvolto il pubblico in sala cantando il suo brano “l’Italia che vorrei”. Continua quindi la lettura con la seconda parte della Costituzione e il successivo intervento del prof. Sergio Tanzarella, ordinario di Storia della Chiesa della Facoltà di Teologia dell’Italia Meridionale. Tanzarella ha fatto notare come nella Costituzione non si parli mai di “Paese”, termine abusato dai politici attuali, e mai di Repubblica, perché il concetto di Repubblica implica valori troppo pericolosi oggi. A detta di Tanzarella, “c’è una forte omissione di conoscenza della Costituzione, non solo sulla prima, ma anche sulla seconda parte e non a caso coloro che vogliono cambiare la seconda parte, lo fanno per distruggere la prima. Poiché oggi l’unico ostacolo che incontra una politica di dominio è la Corte Costituzionale. Ed è proprio la Corte Costituzionale che si cerca di cambiare”. Il professore quindi traccia un excursus storico sui crimini impuniti dall’Unità d’Italia: uno su tutti l’epurazione dei fascisti che tornarono al loro posto dopo la caduta del fascismo. Il docente è poi passato ad analizzare in particolare alcuni articoli e il modo in cui sono stati manipolati. Dal passato, Tanzarella arriva quindi fino ai giorni nostri, in cui persiste il problema della delegittimazione, perché così come i funzionari fascisti anche i membri della P2 (per ammissione di Tina Anselmi, che aveva guidato le inchieste contro questa organizzazione massonica) mantengono intatte le proprie cariche, siano esse politiche e meno. Citando un libro di Paolo Bagnoli, Tanzarella parla di una “politica opaca” che rischia di rendere opaca anche la Costituzione, con personaggi quali Ferrara, Vespa, Fede e Minzolini, che “rappresentano una fabbrica del falso e della mistificazione”. Termina il suo intervento, infine, citando Gaetano Arfè: “nell’ombra della notte, la libertà ci ascolta: nella difficile situazione politica del nostro Stato, la Costituzione e tutti quelli che l’hanno creata continuano ad ascoltarci”. La giornata si è conclusa con la lettura della poesia “Milano non esiste” scritta dal prof. Limone e interpretata dall’attore Roberto Solofria. Grande emozione tra gli studenti presenti in sala. Micaela Rocca afferma: “Ho scoperto oggi molte cose che prima non conoscevo.  Soprattutto per noi ragazzi credo sia importante, per non essere manipolati, sapere come stanno le cose e conoscere a fondo la nostra Costituzione”. Della stessa idea Rosita Russo: “Sono stata assolutamente arricchita da quest’incontro, certe cose a scuola non le insegnano e secondo me, invece, dovrebbero!”. 
Anna Verrillo
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