“Questa giornata deve partire da Giovanni e dal tema che è stato scelto per l’occasione”. Il
tema, richiamato dal prof. Enrico Di Salvo, docente di Chirurgia generale, è “Riflessioni sul futuro della
Scuola di Medicina e Chirurgia, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e della Chirurgia”. In poche parole, riflessioni “sul nostro dovere di lasciare qualcosa agli altri”. Ragionare insieme sulla strada da percorrere. È iniziata così la giornata dedicata al ricordo del prof. Giovanni Persico, a un anno dalla sua scomparsa. Il 27 febbraio, l’Aula Grande dell’Edificio 6 rischiava di essere piccola. Studenti, professori, professionisti in attività e in pensione si sono ritrovati per ricordare un “amico”, come è stato più volte definito dai relatori di giornata, che ha evidentemente lasciato il segno nel corso di una carriera che lo ha visto ricoprire tanti ruoli di prestigio. Solo per ricordarne alcuni, il prof. Persico è stato Ordinario di Chirurgia Generale, Preside della Facoltà di Medicina dal 2005 al 2012 e Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria federiciana. Ha speso qualche parola per lui il Rettore Gaetano Manfredi, che nel suo intervento si è concentrato sul rapporto tra didattica, ricerca e assistenza: “credo che il come coniugare i vari elementi sia un grande tema non solo per Napoli, ma per l’intera nazione. È la sfida che noi tutti portiamo avanti pure nel ricordo di Giovanni, che, oltre ad essere stato un grande amico, è stato un punto di riferimento”. Lo rimarca il prof. Andrea Lenzi, docente di Endocrinologia dell’Università La Sapienza di Roma, ex Presidente del Consiglio Universitario Nazionale, collegatosi via Skype: “il prof.
Persico prestava estrema attenzione agli studenti, mostrando grande capacità didattica e assistenziale. Oggi si parla tanto di Terza missione, lui ne è stato uno dei precursori”. Un precursore che nei suoi impegni si è mosso da “navigatore esperto in mare aperto”. A definirlo così, l’ex Rettore Guido Trombetti, “amico di Giovanni, una di quelle persone che se incontri nella vita poi, quando se ne va, ne senti la mancanza. Dava sicurezza e non ti lasciava mai solo”. E ancora: “era un lottatore capace di mettere in campo l’aggressività quando le condizioni lo richiedevano”. Incrementare la qualità di didattica, ricerca e assistenza è l’obiettivo comune che devono porsi, a suo avviso, Scuola di Medicina e Azienda Ospedaliera, seguendo una precisa strada maestra: “bisogna aprirsi. Non si può rimanere arroccati. Servono scambi in ingresso e in uscita, convenzioni che consentano di dare e di prendere, con l’umiltà che è tipica delle persone di grande qualità”. Si è rivolto, invece, “alla metà dell’aula che sta in alto”, lì dove erano assiepati gli studenti, il prof. Gennaro Nuzzo, un’eccellenza della chirurgia italiana con esperienze professionali a Roma all’UniversitàCattolica e al Policlinico Gemelli. È ai più giovani “che Giovanni vorrebbe che ci si rivolgesse”. A loro dice: “l’arte medica non è solo tecnica, ma è frutto di un saper comunicare con i pazienti e con i colleghi. Dobbiamo insegnare che essere chirurghi è più che operare, è creare empatia con il malato e la sua famiglia”. Chiusura affidata all’avvocato Antonio Postiglione, a capo della Direzione Generale per la Tutela della salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario della Regione Campania, e al prof. Giovanni De Palma che, in qualità di Direttore del Centro Interuniversitario per l’Innovazione Tecnologica in Chirurgia, ha presentato il Premio “Giovanni Persico” per la migliore tesi di specializzazione in area chirurgica istituita dal CEITC: “ritengo che il Premio sia innanzitutto un modo per ricordare un Maestro della chirurgia e un grande uomo. In secondo luogo, è importante stimolare i giovani che intraprendono un percorsoche richiede una grande passione”. Ricordando il passato “si sono fatte riflessioni sul futuro di questa grande realtà dell’Università Federico II”, ha commentato a incontro concluso il Presidente della Scuola di Medicina Luigi Califano, che ha proseguito: “spero che il futuro ci possa portare verso tempi migliori in cui la nostra struttura diventi, da un punto di vista di didattica, ricerca e assistenza, uno dei fiori all’occhiello della Campania".
tema, richiamato dal prof. Enrico Di Salvo, docente di Chirurgia generale, è “Riflessioni sul futuro della
Scuola di Medicina e Chirurgia, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e della Chirurgia”. In poche parole, riflessioni “sul nostro dovere di lasciare qualcosa agli altri”. Ragionare insieme sulla strada da percorrere. È iniziata così la giornata dedicata al ricordo del prof. Giovanni Persico, a un anno dalla sua scomparsa. Il 27 febbraio, l’Aula Grande dell’Edificio 6 rischiava di essere piccola. Studenti, professori, professionisti in attività e in pensione si sono ritrovati per ricordare un “amico”, come è stato più volte definito dai relatori di giornata, che ha evidentemente lasciato il segno nel corso di una carriera che lo ha visto ricoprire tanti ruoli di prestigio. Solo per ricordarne alcuni, il prof. Persico è stato Ordinario di Chirurgia Generale, Preside della Facoltà di Medicina dal 2005 al 2012 e Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria federiciana. Ha speso qualche parola per lui il Rettore Gaetano Manfredi, che nel suo intervento si è concentrato sul rapporto tra didattica, ricerca e assistenza: “credo che il come coniugare i vari elementi sia un grande tema non solo per Napoli, ma per l’intera nazione. È la sfida che noi tutti portiamo avanti pure nel ricordo di Giovanni, che, oltre ad essere stato un grande amico, è stato un punto di riferimento”. Lo rimarca il prof. Andrea Lenzi, docente di Endocrinologia dell’Università La Sapienza di Roma, ex Presidente del Consiglio Universitario Nazionale, collegatosi via Skype: “il prof.
Persico prestava estrema attenzione agli studenti, mostrando grande capacità didattica e assistenziale. Oggi si parla tanto di Terza missione, lui ne è stato uno dei precursori”. Un precursore che nei suoi impegni si è mosso da “navigatore esperto in mare aperto”. A definirlo così, l’ex Rettore Guido Trombetti, “amico di Giovanni, una di quelle persone che se incontri nella vita poi, quando se ne va, ne senti la mancanza. Dava sicurezza e non ti lasciava mai solo”. E ancora: “era un lottatore capace di mettere in campo l’aggressività quando le condizioni lo richiedevano”. Incrementare la qualità di didattica, ricerca e assistenza è l’obiettivo comune che devono porsi, a suo avviso, Scuola di Medicina e Azienda Ospedaliera, seguendo una precisa strada maestra: “bisogna aprirsi. Non si può rimanere arroccati. Servono scambi in ingresso e in uscita, convenzioni che consentano di dare e di prendere, con l’umiltà che è tipica delle persone di grande qualità”. Si è rivolto, invece, “alla metà dell’aula che sta in alto”, lì dove erano assiepati gli studenti, il prof. Gennaro Nuzzo, un’eccellenza della chirurgia italiana con esperienze professionali a Roma all’UniversitàCattolica e al Policlinico Gemelli. È ai più giovani “che Giovanni vorrebbe che ci si rivolgesse”. A loro dice: “l’arte medica non è solo tecnica, ma è frutto di un saper comunicare con i pazienti e con i colleghi. Dobbiamo insegnare che essere chirurghi è più che operare, è creare empatia con il malato e la sua famiglia”. Chiusura affidata all’avvocato Antonio Postiglione, a capo della Direzione Generale per la Tutela della salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario della Regione Campania, e al prof. Giovanni De Palma che, in qualità di Direttore del Centro Interuniversitario per l’Innovazione Tecnologica in Chirurgia, ha presentato il Premio “Giovanni Persico” per la migliore tesi di specializzazione in area chirurgica istituita dal CEITC: “ritengo che il Premio sia innanzitutto un modo per ricordare un Maestro della chirurgia e un grande uomo. In secondo luogo, è importante stimolare i giovani che intraprendono un percorsoche richiede una grande passione”. Ricordando il passato “si sono fatte riflessioni sul futuro di questa grande realtà dell’Università Federico II”, ha commentato a incontro concluso il Presidente della Scuola di Medicina Luigi Califano, che ha proseguito: “spero che il futuro ci possa portare verso tempi migliori in cui la nostra struttura diventi, da un punto di vista di didattica, ricerca e assistenza, uno dei fiori all’occhiello della Campania".