Il tema della migrazione è stato al centro del convegno Mutare Sedem, promosso dal Cirtam – il Centro Interdipartimentale e Internazionale dalla Tarda Antichità all’Età Moderna diretto dalla prof. ssa Marisa Squillante ed al quale aderiscono i Dipartimenti di Giurisprudenza e di Studi Umanistici – il 30 novembre ed il 1° dicembre
nell’Aula Pessina della Federico II. “La questione del confronto con la diversità, con genti, usi e costumi estremamente differenti dai propri – dice la prof.ssa Squillante – è ricorrente nella tarda antichità e non di rado è stata affrontata con un’apertura mentale che forse oggi tanti non hanno e che potrebbe perfino stupirci”. Gli esempi ai quali si è fatto riferimento nel corso della due giorni sono stati piuttosto numerosi, dagli scritti di Tacito sui
Germani, dei quali raccontò usi e costumi spesso con ammirazione, quasi che in quel popolo avesse ritrovato la genuinità e lo spirito dell’antica Roma, fino a Sidonio Apollinare, nobile gallo romano ed alto funzionario dell’Impero romano al crepuscolo. “Nel corso del convegno – racconta la docente – sono state affrontate in un’ottica interdisciplinare, secondo il carattere precipuo del Cirtam, tematiche di estrema attualità: immigrazione e potere, migrazioni di popoli e patrimonio culturale, stanzialità e movimento, specificità e convergenze, identità in transito, integrazione e possesso”. Tra i relatori: Emanuele Banfi, Bruno Bureau, Elda Morlicchio, Paolo Napoli, Christian Nicolas, Marcello Rotili, Arturo De Vivo. Numerosi gli interventi distribuiti tra le varie sessioni del convegno, che si è poi concluso con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato rappresentanti del mondo accademico, esponenti istituzionali e giornalisti. “L’iniziativa – conclude la prof.ssa Squillante – ha rappresentato anche una preziosa occasione per esporre le fotografie che raccontano Napoli attraverso gli occhi di un migrante richiedente asilo. Le ha scattate Israel Alabi, originario della Nigeria, un ragazzo che ha chiesto asilo in Italia ed è stato accolto nella nostra città nell’ambito del progetto Iara affidato dal Comune di Napoli all’associazione Less”. La mostra di Alabi consta di circa 15 fotografie e, prima di approdare in Ateneo, all’ingresso dell’aula Pessina, aveva fatto tappa alla Fonoteca.
Fabrizio Geremicca
nell’Aula Pessina della Federico II. “La questione del confronto con la diversità, con genti, usi e costumi estremamente differenti dai propri – dice la prof.ssa Squillante – è ricorrente nella tarda antichità e non di rado è stata affrontata con un’apertura mentale che forse oggi tanti non hanno e che potrebbe perfino stupirci”. Gli esempi ai quali si è fatto riferimento nel corso della due giorni sono stati piuttosto numerosi, dagli scritti di Tacito sui
Germani, dei quali raccontò usi e costumi spesso con ammirazione, quasi che in quel popolo avesse ritrovato la genuinità e lo spirito dell’antica Roma, fino a Sidonio Apollinare, nobile gallo romano ed alto funzionario dell’Impero romano al crepuscolo. “Nel corso del convegno – racconta la docente – sono state affrontate in un’ottica interdisciplinare, secondo il carattere precipuo del Cirtam, tematiche di estrema attualità: immigrazione e potere, migrazioni di popoli e patrimonio culturale, stanzialità e movimento, specificità e convergenze, identità in transito, integrazione e possesso”. Tra i relatori: Emanuele Banfi, Bruno Bureau, Elda Morlicchio, Paolo Napoli, Christian Nicolas, Marcello Rotili, Arturo De Vivo. Numerosi gli interventi distribuiti tra le varie sessioni del convegno, che si è poi concluso con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato rappresentanti del mondo accademico, esponenti istituzionali e giornalisti. “L’iniziativa – conclude la prof.ssa Squillante – ha rappresentato anche una preziosa occasione per esporre le fotografie che raccontano Napoli attraverso gli occhi di un migrante richiedente asilo. Le ha scattate Israel Alabi, originario della Nigeria, un ragazzo che ha chiesto asilo in Italia ed è stato accolto nella nostra città nell’ambito del progetto Iara affidato dal Comune di Napoli all’associazione Less”. La mostra di Alabi consta di circa 15 fotografie e, prima di approdare in Ateneo, all’ingresso dell’aula Pessina, aveva fatto tappa alla Fonoteca.
Fabrizio Geremicca