Napoli – Cincinnati: esperienza di collaborazione tra studenti di due continenti

Relazionarsi con una realtà universitaria diversa, acquisire consapevolezza del proprio valore e operare in direzione di una sensibilizzazione alle problematiche della gestione dei rifiuti, anche nel quotidiano. Tanti i temi che si sono fusi nel progetto Adotta un Americano che gli studenti di Rifiuti Solidi, insegnamento del prof. Massimiliano Fabbricino, al primo anno della Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, hanno appena concluso con dei colleghi dell’Università di Cincinnati. La collaborazione tra le due università, conclusasi il 29 maggio, è stata promossa e coordinata dalla dott.ssa Oriella Aimone, laureatasi lo scorso ottobre e che è stata una tesista proprio del prof. Fabbricino. La piattaforma Teams è stata il tramite che ha unito i federiciani e gli americani, studenti di Marketing & Business seguiti dalle prof.sse Karen Manning e Joyce Miller. Divisi in sei gruppi, una decina di ragazzi italiani e due o tre ragazzi americani si sono occupati del sistema della gestione dei rifiuti nel napoletano proponendo delle soluzioni migliorative e poi lavorando a idee progettuali tarate anche sull’Ateneo federiciano. “È stata proprio una bellissima esperienza, stimolante e divertente – racconta la dott.ssa Aimone – Nonostante il fuso orario e la lingua, i ragazzi si sono appassionati e hanno prodotto dei risultati molto soddisfacenti”. Il contatto con Cincinnati “è nato un po’ per caso. Ho ricevuto una telefonata dalla prof.ssa Miller che è una docente di lingue e parla l’italiano. Lei ci ha messi in contatto con la prof.ssa Manning, docente di Marketing”. Il prof. Fabbricino, che è anche il Coordinatore dei Corsi Triennale e Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, sottolinea: “Per i nostri studenti è stato interessante comprendere come funziona la realtà delle università americane. Talvolta sembra che sentano di avere qualcosa in meno rispetto ai colleghi stranieri e, in questa occasione, hanno appurato che non è così. Gli studenti italiani producono buone idee, ma a volte non riescono a concretizzarle. L’approccio americano, invece, è diverso, più concreto”. Inoltre, “essendo gli americani studenti di Economia e i nostri di Ingegneria, hanno avuto un approccio diverso alla materia trattata e questo ha sicuramente portato ad un arricchimento delle competenze”. I ragazzi americani si sono mostrati subito molto interessati: “Il loro progetto sull’organizzazione della gestione dei rifiuti in Italia prevedeva un confronto tra Napoli, Milano e Roma. A fine giugno sarebbero anche venuti in Italia, ma l’emergenza e il lockdown hanno cambiato le cose. Così hanno modificato il progetto in itinere e si sono concentrati su Napoli”. Dato il fuso orario, gli incontri su Teams si sono tenuti di pomeriggio: “In una prima fase i ragazzi hanno svolto un’analisi PESTLE sulla gestione dei rifiuti a Napoli individuandone gli aspetti politici, economici, sociali, tecnici, legali, ambientali. Ogni gruppo si è occupato di un settore con la partecipazione anche delle docenti americane”. Da questa analisi “i gruppi hanno ricavato aspetti di largo scenario e proposto soluzioni di più ampio respiro in merito alle criticità evidenziate. I nostri studenti hanno fornito informazioni e guidato nel percorso i ragazzi americani che chiaramente non conoscevano il nostro territorio”. Dal generale, poi, si è passati al particolare “con la proposta di soluzioni più piccole e direttamente applicabili anche all’Università di Napoli”. Ogni gruppo ha elaborato più idee e le sei venute fuori al termine del progetto sono nate, comunque, da una collaborazione di tutti i gruppi. Le proposte progettuali hanno riguardato l’installazione di contenitori per la raccolta di differenti tipi di rifiuti che rilasciano coupon agli studenti e per il compostaggio e l’uso del compost per aiuole e zone verdi; di cestini per i mozziconi delle sigarette che poi andranno ad un’associazione che li impiega per la produzione di tavole da surf e altri oggetti; di distributori di acqua. Ancora, lo sviluppo di una app che indichi dove buttare i rifiuti e una competizione amichevole per la palma di Ateneo più green. “Tra i ragazzi c’è stata una grande collaborazione. Il campus di Cincinnati è molto attento alla sostenibilità e gli americani hanno dato anche alcuni suggerimenti sulla base delle loro esperienze. I nostri ragazzi, ad esempio, inizialmente erano un po’ scettici sui distributori di acqua che invece gli americani hanno”. Al termine di questa fase i ragazzi federiciani hanno lavorato con le sole docenti americane che li hanno seguiti nella verifica della fattibilità delle loro idee progettuali attraverso la somministrazione di questionari agli studenti dell’Ateneo. “Sono venute fuori idee molto articolate che ai ragazzi, naturalmente, piacerebbe mettere in pratica e le professoresse si sono impegnate anche ad aiutarli nel reperire i finanziamenti necessari”. Inventiva, creatività, collaborazione: l’esperienza è stata profondamente apprezzata da tutti i partecipanti. “I nostri ragazzi erano un po’ preoccupati all’inizio. Temevano di non riuscire ad interagire bene con i colleghi americani, di non riuscire a gestire la lingua e invece sono stati tutti molto bravi. Hanno messo in gioco tutta la loro inventiva e potenziato le loro competenze trasversali. Le colleghe americane hanno apprezzato la dedizione e la passione dei nostri studenti nonché la loro capacità nella risoluzione dei problemi. Anche gli americani sono stati soddisfatti e la loro università vorrebbe una collaborazione con noi anche il prossimo anno”.
Carol Simeoli

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