Dopo aver avuto la bella soddisfazione di giocare un ruolo da protagonista nell’ultimo Consiglio di Facoltà, la Commissione didattica diretta dal professor Bruno Jossa è tornata a riunirsi, a metà febbraio, per completare la discussione su un altro grande tema: le tesi di laurea.
Accantonato momentaneamente il dibattito sui programmi d’esame, si è cercato di concentrare l’attenzione su un argomento che negli ultimi mesi è stato al centro delle polemiche di molti studenti insoddisfatti dei criteri con i quali i professori assegnano il lavoro da svolgere per superare l’ultima fatica universitaria. Quali siano i punti ‘caldi’ individuati dalla commissione lo abbiamo detto fino alla noia: innanzitutto il fatto che i professori non sempre seguono un criterio cronologico nel concedere le tesi ai ragazzi, ma si fanno influenzare (per loro volontà, logicamente) da parametri di dubbia validità morale, se non accademica. Media-voti generale, voto riportato all’esame in cui si chiede la tesi, cattedra con la quale si è sostenuto l’esame (si è sfavoriti se non è quella di cui è titolare il docente a cui si richiede la tesi), numero di esami che rimangono da sostenere, eventuale conoscenza di una lingua straniera. Questi alcuni dei (troppi) paletti posti dai professori per cercare di effettuare una scrematura tra gli (obiettivamente) tanti studenti che si presentano nei dipartimenti speranzosi di ottenere l’argomento della tesi.
Il sistema va dunque cambiato e razionalizzato, magari partendo proprio dal documento di riferimento stilato dalla Commissione qualche mese fa (di cui Ateneapoli ha dato tempestivamente notizia) e persosi, sembra, nei meandri di qualche ufficio. Adesso che si è ottenuto di fissare almeno un punto riguardante la didattica nell’ordine del giorno di ogni Consiglio di Facoltà dovrebbe essere meno difficile introdurre la discussione su determinate problematiche. Il prossimo Consiglio è previsto per aprile (a marzo pare non si sia trovato un buco libero) mentre la Commissione tornerà a riunirsi il 14 marzo: tempo ne avrà dunque a sufficienza, per affilare le armi in attesa del prossimo scontro. Nel frattempo si parla di clamorosi cambiamenti a livello di membri effettivi del consesso. Vista la partecipazione sempre meno numerosa alle riunioni (nell’ultima erano presenti i professori Jossa, Olivieri e Prisco, new entry, che ha già fatto richiesta ufficiale di partecipazione permanente, oltre agli studenti Pietropinto, Esposito ed Interlandi) è opinione generale che la commissione debba essere rinnovata. Nomi? Se ne è fatto qualcuno. Uno lo ha proposto proprio Jossa che non ha fatto mistero di ritenere il professor Campobasso un ottimo ‘conducator’ nonché fine dicitore dei motivi della commissione, sicuramente un docente dal peso specifico rilevante all’interno della facoltà. Altri nomi sono attesi in questi giorni: se fosse necessario non si farebbero indietro il professor Di Salvo, il professor Grasso e, azzardiamo, il professor Stajano. Il toto-docenti è ufficialmente aperto.
Marco Merola
Accantonato momentaneamente il dibattito sui programmi d’esame, si è cercato di concentrare l’attenzione su un argomento che negli ultimi mesi è stato al centro delle polemiche di molti studenti insoddisfatti dei criteri con i quali i professori assegnano il lavoro da svolgere per superare l’ultima fatica universitaria. Quali siano i punti ‘caldi’ individuati dalla commissione lo abbiamo detto fino alla noia: innanzitutto il fatto che i professori non sempre seguono un criterio cronologico nel concedere le tesi ai ragazzi, ma si fanno influenzare (per loro volontà, logicamente) da parametri di dubbia validità morale, se non accademica. Media-voti generale, voto riportato all’esame in cui si chiede la tesi, cattedra con la quale si è sostenuto l’esame (si è sfavoriti se non è quella di cui è titolare il docente a cui si richiede la tesi), numero di esami che rimangono da sostenere, eventuale conoscenza di una lingua straniera. Questi alcuni dei (troppi) paletti posti dai professori per cercare di effettuare una scrematura tra gli (obiettivamente) tanti studenti che si presentano nei dipartimenti speranzosi di ottenere l’argomento della tesi.
Il sistema va dunque cambiato e razionalizzato, magari partendo proprio dal documento di riferimento stilato dalla Commissione qualche mese fa (di cui Ateneapoli ha dato tempestivamente notizia) e persosi, sembra, nei meandri di qualche ufficio. Adesso che si è ottenuto di fissare almeno un punto riguardante la didattica nell’ordine del giorno di ogni Consiglio di Facoltà dovrebbe essere meno difficile introdurre la discussione su determinate problematiche. Il prossimo Consiglio è previsto per aprile (a marzo pare non si sia trovato un buco libero) mentre la Commissione tornerà a riunirsi il 14 marzo: tempo ne avrà dunque a sufficienza, per affilare le armi in attesa del prossimo scontro. Nel frattempo si parla di clamorosi cambiamenti a livello di membri effettivi del consesso. Vista la partecipazione sempre meno numerosa alle riunioni (nell’ultima erano presenti i professori Jossa, Olivieri e Prisco, new entry, che ha già fatto richiesta ufficiale di partecipazione permanente, oltre agli studenti Pietropinto, Esposito ed Interlandi) è opinione generale che la commissione debba essere rinnovata. Nomi? Se ne è fatto qualcuno. Uno lo ha proposto proprio Jossa che non ha fatto mistero di ritenere il professor Campobasso un ottimo ‘conducator’ nonché fine dicitore dei motivi della commissione, sicuramente un docente dal peso specifico rilevante all’interno della facoltà. Altri nomi sono attesi in questi giorni: se fosse necessario non si farebbero indietro il professor Di Salvo, il professor Grasso e, azzardiamo, il professor Stajano. Il toto-docenti è ufficialmente aperto.
Marco Merola