Piove nelle aule, biblioteca a mezzo servizio

“Cambierei parecchie cose del mio Corso di Laurea”, nelle parole di Gessica Casillo, iscritta al terzo anno di Scienze Biologiche, è racchiuso il sentimento di molti studenti che lamentano diversi problemi, salvando la pace dei docenti, ritenuti dai più molto preparati. “Le strutture devono migliorare a tutti i costi. Piove nell’Aula Lo Russo e ai piani superiori di via Mezzocannone 16. I bagni sono spesso fuori servizio, gli studenti restano in piedi a seguire i corsi durante il primo semestre, perché non ci sono sufficienti posti a sedere. In più, in segreteria c’è un solo sportello attivo, che quasi sempre non è in grado di fornire le dovute spiegazioni”, protesta Gessica. “La nostra biblioteca è aperta solo due giorni alla settimana, causa mancanza di personale, e questo è assurdo”, continua.
Le lamentele non si fermano alle strutture, ma coinvolgono anche l’organizzazione del Corso che prevede poche ore di laboratorio. “Abbiamo bisogno di più pratica, soprattutto per quanto riguarda la Biologia”, sostiene Vincenzo Molaro, del terzo anno. “Di laboratori ne vediamo pochissimi, per cui non so se dopo la laurea avrò la possibilità pratica di lavorare. All’estero non è così. Lì le ore di laboratorio sono fondamentali”, continua la collega Roberta Cuozzo. “Una mia amica laureata, che ha lavorato per un periodo in Francia, ha dovuto imparare tutto nei laboratori di Microbiologia francesi. Le è stato chiesto, appena arrivata, di allestire una coltura batterica e lei si è sentita a disagio perché, pur essendo molto preparata, non era in grado di farlo”, aggiunge.
Anche riguardo ai docenti non è tutto rose e fiori. Ci sono i più apprezzati, come il prof. Gerardo Antonio Cristofano di Fisica: “ha un modo di insegnare coinvolgente e stabilisce una modalità d’esame in più passaggi. Cioè puoi conferire su un argomento alla volta, in diversi giorni, in modo tale che il carico venga meglio distribuito”, afferma Vincenzo. Insieme alle prof.sse Maria De Falco di Matematica e Filomena Rossi, che insegna Chimica Inorganica, ritenute molto preparate. “La prof.ssa De Falco mi ha aiutato molto, quando avevo difficoltà con il suo esame, è stata molto paziente”, asserisce Piera D’Andrea, del primo anno. “Anche la prof.ssa Rossi è molto qualificata. Insegna la materia in modo da farla capire a chi non l’ha mai studiata, nonostante all’esame sia molto esigente”. Criticate, invece, le modalità d’esame dei professori Gaetano Ciarcia di Citologia e Istologia e Sergio Di Meo di Fisiologia Generale. “Il prof. Di Meo all’esame scritto inserisce domande su esempi ed esperimenti, che non centrano l’oggetto del corso, mentre il prof. Ciarcia, all’esame del primo anno, chiede argomenti degli anni successivi, che ovviamente non abbiamo ancora studiato”, sottolinea Gessica. Un’ultima considerazione coinvolge l’esame di Genetica, a commissione aperta. “Capita che devi sostenerlo con un docente diverso da quello che ha tenuto il corso. Di conseguenza, magari ti arriva una domanda su qualcosa che non hai approfondito, tralasciando gli argomenti su cui il tuo docente si è soffermato a lezione”, aggiunge Vincenzo.
Numerose critiche arrivano anche riguardo il numero chiuso, ritenuto inutile dalla maggior parte degli studenti. “C’è una selezione naturale qui a Scienze Biologiche, per cui se ti iscrivi senza essere interessato, solo perché non hai superato il test di Medicina, abbandoni dopo poco, spontaneamente. Non c’è bisogno di sbarrare l’entrata in partenza”, commenta Viola Landi, del terzo anno. 
Ultime parole vengono spese sul numero di esami, eccessivo, e sulla scarsa possibilità di scelta alla Magistrale. “Dobbiamo superare 23 esami in 3 anni, ma i programmi sono rimasti gli stessi del Vecchio Ordinamento, quindi molto impegnativi. E i docenti sono esigenti. Inoltre, non riesco a comprendere alcuni accorpamenti, come quello dell’esame di Biologia dello Sviluppo a Filogenesi Animale”, spiega Roberta. Viola, invece, conclude: “secondo me dovrebbe esserci maggiore scelta del percorso successivo alla Triennale. Alla Federico II abbiamo pochi indirizzi, dovrebbero essere almeno il doppio”. 
Allegra Taglialatela
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