Più aule studio, pratica e pulizia

Più spazi dedicati allo studio, meglio se aperti ventiquattro ore su ventiquattro. Miglioramento delle condizioni igieniche delle aule e dei bagni. Un’organizzazione didattica che renda sempre più chiari i programmi di studio e dia alle attività pratiche la possibilità di conquistare posizioni sulla teoria. A poche settimane dalle elezioni per la Presidenza della Scuola di Medicina, gli studenti esprimono i propri desideri. In molti riconoscono i cambiamenti degli ultimi anni e invitano la Scuola a procedere lungo la stessa strada, perfezionando i lavori intrapresi. È il caso di uno studente del quinto anno di Medicina e Chirurgia che afferma: “le buone intenzioni non mancano. Abbiamo fatto le Clinical rotation, un’ottima idea, però siamo stati mandati allo sbaraglio. Andrebbero organizzate meglio”. A seguito della prima esperienza, una sua collega lancia una proposta: “ho seguito una CR di Gastroenterologia e successivamente ho studiato per l’esame. Sarebbe opportuno organizzare il percorso in maniera inversa. Solo così la pratica può essere affrontata con maggiore consapevolezza”. Soffermarsi su “meno cose, ma fatte meglio” è la via indicata da un ragazzo che frequenta il Policlinico da quattro anni: “abbiamo svolto tirocini in quindici persone
in un ambulatorio dove a stento entravano il paziente e il medico. Ovviamente non potevamo apprendere nulla. Sarebbe stato più utile e stimolante seguire una sola volta in piccoli gruppi piuttosto che quattro volte in quelle condizioni. Così si crea un caos anche per il paziente che si ritrova tante persone in camice intorno a sé”. Nella lista dei desideri non poteva mancare la voce “infrastrutture”. Un altro studente del quinto anno: “non sono proprio
il massimo per il nostro Corso”. A maggior ragione se si guarda l’erba del vicino: “a pochi passi da qui c’è l’edificio di Biotecnologie che è nuovissimo. Qui da noi per poco non cade l’intonaco. Sicuramente è stato fatto tanto negli ultimi mesi e questo ci dà fiducia. Bisogna continuare così”. Se potesse esprimere un desiderio, Francesca, aspirante medico da quattro anni, chiederebbe porte sempre aperte: “in altre Università ci sono aule studio accessibili ventiquattro ore al giorno e sette giorni a settimana. Sarebbe un modo per venire incontro alle nostre
esigenze”. In alternativa, “basterebbe incrementare gli orari di apertura delle aule degli altri edifici. Chiudono alle 16.45. Se già quelle restassero aperte fino alle 21.30, come accade qui all’edificio 20, sarebbe meglio”. Fabrizio, iscritto al terzo anno, insiste: “spesso è difficile trovare un posto dove studiare, eppure ci sono spazi inutilizzati che potrebbero essere adibiti ad aule studio. Vorrei che il Policlinico venisse adeguato in tal senso, anche se riconosco che tanto si sta facendo in questi mesi”. Un coro unanime di voci maschili e femminili, invece, si sofferma su un aspetto: la pulizia dei bagni. Uno studente del terzo anno: “i bagni fanno pena, non è possibile che siano così sporchi”. Un suo collega insiste sul punto: “la magia del sapone è durata una sola settimana, poi è sparito di nuovo. Hanno fatto solo finta di metterlo”. Stesso discorso dal versante femminile, come sottolineato da una ragazza del quinto anno: “la mancanza di sapone è la cosa minima, servirebbe ripristinare l’igiene in generale”. Lo conferma Sara, matricola di Odontoiatria e Protesi dentaria: “l’auletta C dell’edificio 20, dove seguiamo e ci fermiamo a studiare, spesso è sporca. Inoltre, manca sistematicamente un cassino per la lavagna e, appena lo mettiamo, subito scompare. Sarebbe importante organizzarsi per tenere pulite le aule e fornirle di tutti gli strumenti utili per la lezione”. Possibilità di collegarsi a Internet in maniera costante e agevole. Chiede questo un ragazzo del terzo anno: “il wi-fi è penoso. Abbiamo le password per accedere, ma la connessione proprio non va”. A suo avviso non è l’unica connessione assente: “mancano dei testi di riferimento. Spesso agli esami ci capitano incongruenze
tra i programmi consigliati e gli argomenti poi richiesti”. D’accordo con lui, Filippo, iscritto al quarto anno: “al Presidente chiederei di interfacciarsi con i Coordinatori dei Corsi di Laurea per garantirci una maggiore chiarezza sulla didattica. Servirebbero programmi ufficiali e dettagliati che siano specchio di quello che effettivamente andiamo ad affrontare agli esami e che ci evitino un lavoro di integrazione che risulta più pesante dello studio stesso della materia”. Chiede pure un maggior coinvolgimento quando si parla di Clinical Rotation: “mi rendo conto che è una novità e che ha bisogno di un assestamento. Sarebbe carino se in futuro coinvolgessero maggiormente gli studenti nell’organizzazione e nella scelta del reparto da frequentare”. Sul lavoro sul campo si sofferma Antonio del sesto anno: “qualche cambiamento qui al Policlinico si vede ed è un importante passo avanti. A mio avviso andrebbe cambiato proprio l’approccio allo studio. Ci vorrebbe una teoria indirizzata a ciò che ci servirà nel pratico, invece diamo troppa cura a certi dettagli che poi nel complesso andranno persi”. Parere simile per una studentessa del quarto anno: “ho fatto le cliniche di Metodologia e di Medicina di Laboratorio. Non sono state male, ma eravamo in troppi a seguire. Servirebbe un aumento delle occasioni per apprendere praticamente quanto studiamo
sui libri, magari organizzando le attività in gruppi più piccoli, così da poter seguire meglio”. Al Presidente della Scuola, dunque, chiederebbe di “interfacciarsi con i Direttori di Dipartimento per realizzare una organizzazione
didattica sempre più pratica”.
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