Polo didattico, segreteria e biblioteche ancora chiuse

Unica speranza per gli studenti che non riescono a risolvere da casa alcuni problemi al computer, legati ad esempio alla gestione della pagina personale, resta la riapertura degli uffi ci. “Sono da settimane bloccato sulla compilazione del piano di studi che potrò modifi – care fi no a fi ne mese. Ho scelto di studiare Inglese come prima lingua e fi no all’anno scorso facevo Russo fi n quando non ho scelto di cambiarlo con Francese”, racconta Federica Sorrentino, iscritta al secondo anno di Lingue e Culture Comparate. “Se provo adesso però a modifi care il piano carriera – aggiunge – mi compaiono ancora i corsi di russo che ormai non svolgo più e non riesco a venirne a capo. Ho paura che le modifi che non siano state effettivamente validate e temo a questo punto di non poter sostenere lo scritto di Lingua Francese a febbraio come era nei miei piani. Sarebbe un disastro perché sto preparando questo esame da mesi, avendo cominciato dal livello principiante, e non è stato facile seguire fi nora la metà dei corsi in Dad senza mai incontrare di persona il docente”. Cambi lingua che stanno diventando più frequenti tra le ex matricole che nel corso di quest’anno hanno avuto dei ripensamenti a causa delle difficoltà di apprendimento connesse alla frequenza dei corsi online di una lingua orientale. “Avevo deciso di studiare cinese e giapponese ma poi ho abbandonao il cinese dopo aver provato due volte inutilmente lo scritto, prima a giugno e poi lo scorso settembre – dice Alessandra Petrone – Mi piacerebbe comunque non abbandonarlo del tutto perché ritengo che per avere una formazione completa sul continente asiatico non si possa fare a meno di apprendere rudimenti di entrambe le lingue. Proseguirò probabilmente lo studio del cinese con i corsi all’Istituto Confucio e vorrei sostituirlo con inglese come lingua curricolare. Purtroppo, non avendo sostenuto il Test obbligatorio di accesso per questa lingua, mi è stato spiegato che le procedure per il passaggio saranno molto più macchinose e che il cambio lingua non sarà uffi ciale prima dell’anno prossimo, quando praticamente dovrei dimostrare di aver superato la prova a settembre e aspettare la metà di ottobre per inserire l’inglese nel piano di studi”. Ci sono, tuttavia, degli aspetti poco chiari. “Dal momento che il corso di Lingua Inglese I comincerà soltanto nel mese di marzo e che in teoria le lezioni universitarie sarebbero accessibili a tutti, si può accedere liberamente anche nelle aule virtuali? Vista l’incongruenza burocratica a cui andrò incontro, non ho ben capito se nel secondo semestre potrò già iniziare a seguire le lezioni della prima annualità o dovrò attendere l’inizio del prossimo anno accademico”, prosegue Alessandra. Che sottolinea: “Penso di riportare un pensiero condiviso quando dico che noi studenti tutti vorremmo che queste procedure burocratiche non avessero delle brusche ricadute sul piano didattico e che si potesse fare in modo di semplificarle per venire incontro alle esigenze degli studenti e agevolarli quando si trovano in diffi coltà senza che siano costretti al fuoricorso”. Oltre ad Alessandra, anche gli studenti iscritti al secondo anno di Lingue, Culture e Letterature Europee e Americane hanno riscontrato dei problemi con la compilazione del piano a seguito del cambio lingua. “Problemi che non riusciamo a risolvere da quando l’Uffi cio del Polo didattico è in smart working. Prima di cambiare lingua mi ero assicurata di poter conservare i voti degli esami della letteratura che studiavo precedentemente, nel mio caso tedesco, e inserirli nel piano come esame a scelta libera”, afferma Maria Di Benedetto. Ma “durante la conferma del nuovo piano ho scoperto che la scelta degli insegnamenti non soddisfa le regole di percorso e che quindi il piano non può essere approvato. Non riesco, però, neanche a mettermi in contatto con la Segreteria per capire se il mio cambio lingua è andato a buon fi ne o è il sistema che non l’ha ancora elaborato”. Da quando la Campania è diventata zona rossa è sempre più lontana l’ipotesi di una riapertura delle biblioteche. “Un danno enorme: come ci si può laureare se non si può accedere a testi fondamentali per scrivere la propria tesi? Sono bloccata da diverse settimane perché non riesco a reperire un libro che su Internet non esiste neanche. Continuare a tenere le biblioteche chiuse significa inficiare di rifl esso anche la qualità della ricerca”, riprende Rita Cenni.

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