40 studenti, 40 borse, 20.000 euro. Sono i numeri che uniscono la Provincia e il Dipartimento di Giurisprudenza della SUN in un bando che garantisce il diritto allo studio agli iscritti del primo e del secondo anno accademico. Cinquecento euro a testa, distribuiti considerando parametri di reddito e di merito; una somma da destinare a materiali didattici o alle tasse universitarie. Dietro i numeri, quaranta percorsi diversi, spesso accidentati e fatti di sacrifici. Come quello di Mariarosaria Piscitelli, studentessa ventenne di Maddaloni, che relativamente al primo anno afferma: “È stato complicato, specialmente per me che venivo da un istituto tecnico. Ma ce l’ho fatta, anche grazie alla disponibilità dei professori e agli incontri con loro durante i ricevimenti. Se dovessi indicare un fattore chiave, direi di certo la mia determinazione”. Mariarosaria è riuscita a scansare le insidie che di solito minacciano le matricole e ha dato tutti gli esami del primo anno con la media del ventisei. Un ottimo risultato, che le è valsa una delle prime posizioni in graduatoria: “è stato forse anche un po’ per una sorta di riscatto. Sono stata scoraggiata fin dall’inizio dall’iscrivermi a Giurisprudenza. Un po’ tutti mi dicevano che c’erano già troppi avvocati e notai in giro, che fosse molto difficile entrare nel mondo del lavoro. Ma, per me, chi vuole lavorare, lavora. Proprio quest’anno il prof. Fuccillo, docente di Diritto Ecclesiastico, ci ha aperto gli occhi su molte nuove prospettive occupazionali”. Tra esami più facili ed esami più impegnativi (“Diritto privato, molti non Io superano al primo anno!”), Mariarosaria si è mossa sapientemente nel suo primo anno accademico, beneficiando anche della borsa di studio dell’ADISU. Grazie a Provincia e Regione, nonostante un reddito non altissimo, è riuscita a non affidarsi alle sole dispense, ma a consultare ogni singolo testo d’esame, magari spalleggiata da qualche sua collega. Di certo una persona con la quale ha condiviso le fatiche d’esame è Anna Merola, anche lei ventenne ma originaria di Casapulla: “Mariarosaría ed io ci siamo viste per la prima volta qui in università, ma, forse per il fatto che entrambe veniamo da un Istituto Tecnico Commerciale, ci siamo subito trovate molto bene a lavorare insieme per gli esami”. Anche lei ha studiato in una Ragioneria, quella di Santa Maria Capua Vetere, un background che considera in maniera ambivalente: “Di certo ci sentiamo penalizzate rispetto a chi viene da un Liceo, ma dall’altro lato siamo avvantaggiate avendo studiato Diritto per cinque anni”. Sceglierà di pagarsi Ia prima rata con il premio della borsa: “Senza questa sarei riuscita ad iscrivermi, certo, ma ben vengano questi aiuti per il diritto allo studio”.
“Studiare per me è un piacere, però la spesa per i libri a volte è eccessiva”. A parlare è Martina De Robbio, studentessa di ventuno anni che ha appena iniziato il terzo anno: “Vengo da Teano, che non è vicinissima alla sede di Santa Maria Capua Vetere. Non nascondo che ho scelto la SUN anche per esigenze economiche: iscrivermi alla Federico II mi sarebbe costato molto di più. Poi, alla fine, seguire tutti i corsi rimane comunque difficile, anche perché tra macchina e pullman non è sempre facile sincronizzarsi con gli orari”. Difficile o no, Martina tira dritto per la sua strada: “Fin dalle superiori l’attività forense è stata la mia aspirazione. Mai avuto dubbi, è sempre stato il mio obiettivo. Cinque anni prima del diploma ero già sicura di scegliere Giurisprudenza”. Altra studentessa nel gruppo del secondo anno, ora al terzo, è Gioia Lombardi, tra le altre cose rappresentante degli studenti. Giudica in maniera particolarmente positiva i criteri di selezione della borsa: “sicuramente migliori di quelli dell’ADISU. Io sono sempre stata una studentessa brillante, ma purtroppo in quest’ultimo anno, a causa del colpo emotivo causato dalla perdita di mia madre, non sono riuscita a risultare idonea per la graduatoria ADISU. Intanto, ovviamente, questa vicenda ha inciso sulla mia famiglia anche dal punto di vista economico. Quindi davvero questa borsa è stata provvidenziale”.
“Studiare per me è un piacere, però la spesa per i libri a volte è eccessiva”. A parlare è Martina De Robbio, studentessa di ventuno anni che ha appena iniziato il terzo anno: “Vengo da Teano, che non è vicinissima alla sede di Santa Maria Capua Vetere. Non nascondo che ho scelto la SUN anche per esigenze economiche: iscrivermi alla Federico II mi sarebbe costato molto di più. Poi, alla fine, seguire tutti i corsi rimane comunque difficile, anche perché tra macchina e pullman non è sempre facile sincronizzarsi con gli orari”. Difficile o no, Martina tira dritto per la sua strada: “Fin dalle superiori l’attività forense è stata la mia aspirazione. Mai avuto dubbi, è sempre stato il mio obiettivo. Cinque anni prima del diploma ero già sicura di scegliere Giurisprudenza”. Altra studentessa nel gruppo del secondo anno, ora al terzo, è Gioia Lombardi, tra le altre cose rappresentante degli studenti. Giudica in maniera particolarmente positiva i criteri di selezione della borsa: “sicuramente migliori di quelli dell’ADISU. Io sono sempre stata una studentessa brillante, ma purtroppo in quest’ultimo anno, a causa del colpo emotivo causato dalla perdita di mia madre, non sono riuscita a risultare idonea per la graduatoria ADISU. Intanto, ovviamente, questa vicenda ha inciso sulla mia famiglia anche dal punto di vista economico. Quindi davvero questa borsa è stata provvidenziale”.
Trasporti: il problema vero
A sentire Gioia, il problema non sarebbero le tasse, quanto piuttosto i trasporti: “Abito a Maddaloni e, pur essendo a soli quindici chilometri dalla sede di Giurisprudenza, devo prendere ben due autobus se voglio muovermi con i mezzi pubblici. Risultato: mi costa di meno in macchina. Ma quello che davvero costa tantissimo sono i libri, specialmente se li si vuole comprare tutti nuovi. Mio padre è molto comprensivo, ma diciamo che per fortuna ho sei anni di esperienza come cameriera di sala e questa attività mi permette di provvedere quasi da sola a tutte queste spese”.
E sui costi complessivi un bilancio molto chiaro lo disegna Giuseppe Ardone. Con otto esami all’attivo, la sua media tocca il 27: “Confrontandomi con alcuni colleghi della Federico II, direi che la SUN ha tasse leggermente più alte. Senza contare i libri: alcuni hanno prezzi nella norma, ma altri sono davvero cari. Se si aggiunge anche il trasporto, si può avere un’idea delle spese. Naturalmente non è colpa dell’Ateneo se abito a Sessa Aurunca. C’è da dire, però, che la SUN, tra enti pubblici e fondazioni, riesce a garantire un buon numero di borse di studio per alleggerire i costi dello studio, che tutto sommato rimangono comunque nella media”. Ma da dove vengono i risultati di questi ragazzi? Sono obiettivi attentamente pianificati, oppure il semplice e spontaneo risultato della loro passione? Su questo Giuseppe ha un’idea chiara: “Diciamo che il percorso universitario è un viaggio personale, dove mete e obiettivi cambiano in continuazione. Io ho studiato con la massima leggerezza e con la massima passione, senza ‘fissarmi’ per ottenere un buon voto, senza preoccuparmi della borsa di studio. Anche se alla fine questa borsa è stata importante, perché mi permette di non gravare troppo sulla mia famiglia dal punto di vista economico. In ogni caso, sono convinto che quando si fanno le cose con serietà, passione ed impegno, indipendentemente dagli obiettivi prefissati, i risultati arrivano”.
Valerio Casanova
E sui costi complessivi un bilancio molto chiaro lo disegna Giuseppe Ardone. Con otto esami all’attivo, la sua media tocca il 27: “Confrontandomi con alcuni colleghi della Federico II, direi che la SUN ha tasse leggermente più alte. Senza contare i libri: alcuni hanno prezzi nella norma, ma altri sono davvero cari. Se si aggiunge anche il trasporto, si può avere un’idea delle spese. Naturalmente non è colpa dell’Ateneo se abito a Sessa Aurunca. C’è da dire, però, che la SUN, tra enti pubblici e fondazioni, riesce a garantire un buon numero di borse di studio per alleggerire i costi dello studio, che tutto sommato rimangono comunque nella media”. Ma da dove vengono i risultati di questi ragazzi? Sono obiettivi attentamente pianificati, oppure il semplice e spontaneo risultato della loro passione? Su questo Giuseppe ha un’idea chiara: “Diciamo che il percorso universitario è un viaggio personale, dove mete e obiettivi cambiano in continuazione. Io ho studiato con la massima leggerezza e con la massima passione, senza ‘fissarmi’ per ottenere un buon voto, senza preoccuparmi della borsa di studio. Anche se alla fine questa borsa è stata importante, perché mi permette di non gravare troppo sulla mia famiglia dal punto di vista economico. In ogni caso, sono convinto che quando si fanno le cose con serietà, passione ed impegno, indipendentemente dagli obiettivi prefissati, i risultati arrivano”.
Valerio Casanova