Procedura Civile, prova insormontabile C’è chi lo ripete anche dieci volte

Che Procedura Civile sia un esame tecnico, complesso, dal programma considerevole, è cosa risaputa. Arrivare a ripeterlo, però, fino a sette-otto volte, o in alcuni casi anche di più, è inconcepibile. Eppure è ciò che accade agli studenti di Giurisprudenza del Parthenope, bloccati su questo esame ormai da tempo. Da quanto riferiscono, sembra che il principale ostacolo sia il docente, prof. Giuseppe Della Pietra, “molto preparato e sempre disponibile al corso”, ma “freddo e scostante durante le sessioni d’esame”. Il problema riguarda soprattutto gli iscritti al vecchio ordinamento (39 esami), i quali sostengono l’esame diviso in due parti: la prima relativa allo studio della Giurisdizione e del Processo di primo grado, la seconda riguarda le impugnazioni, il processo di esecuzione forzata, i procedimenti di ingiunzione. Le storie sono molto simili. “Il prof. Della Pietra è davvero molto preparato, – dicono gli studenti che preferiscono rimanere nell’anonimato perché “il docente ricorda i nomi di tutti, uno ad uno” – è in gamba, tratta gli argomenti in maniera esaustiva. Al contrario di altri docenti, è sempre puntuale, non ha mai saltato una lezione o delegato qualche assistente a tenerla al suo posto”. “A ricevimento è molto disponibile (riceve anche via web), risponde alle mail nell’arco di dieci minuti o comunque in giornata”, e poi ancora “è molto cortese”. Agli esami, però, sembra che diventi un’altra persona. “Non è il docente che abbiamo conosciuto a lezione: diventa acido, freddo”, ma, soprattutto, e questo è il fatto principale, “boccia moltissimo, arrivando a far ripetere la prova fino a nove, dieci volte”. 
“Sono ferma da un
anno e mezzo
su quest’esame”
Premesso che la maggior parte dei ragazzi, tenuto conto delle difficoltà che incontra nello studio della materia, conserva Procedura Civile come ultimo esame, c’è chi, con la tesi pronta, continua a rinviare la seduta di laurea in attesa del superamento di quello che diventa un vero e proprio scoglio. “Sono ferma da un anno e mezzo su quest’esame – racconta una laureanda – Ho ripetuto la prima parte per nove volte, finché, poi, ho avuto 21. Devo ancora sostenere la seconda parte, ma sono totalmente nel pallone: sono stanca, non riesco ad andare avanti a causa dell’eccessiva precisione del professore. Tra una bocciatura e l’altra, sono andata più volte in Dipartimento e sono stata ricevuta dal docente, il quale risponde sempre alle domande in modo molto sommario, tanto che non sono mai riuscita a capire dove sbaglio. In quest’ultimo anno, ho perso tante opportunità di lavoro”. “All’inizio pensavo fossi io il problema – dice un altro studente, prossimo alla laurea, che ha già ripetuto l’esame tre volte senza successo – che il mio metodo di studi fosse errato, seppur abbia già sostenuto 38 prove. Ho seguito il corso e, dopo le prime bocciature, sono andato a ricevimento. Ho chiesto al docente di interrogarmi e lui mi ha detto che studio bene e che, col tempo, avevo raggiunto un buon livello di preparazione. All’esame, però, mi ha bocciato per la terza volta. A questo punto, vorrei capire dove sbaglio, perché mi sembra veramente una presa in giro”. Dopo un po’, crescono ansia e tensione. “Per me è diventata una prova insormontabile: già quindici giorni prima, vado in panico, e forse anche questo pregiudica la buona riuscita dell’esame”. “La percentuale di bocciature è molto elevata e serve a poco seguire il corso”. Le difficoltà si riscontrano anche nella comprensione del manuale (Diritto processuale civile di Verde). “Il testo è veramente difficile, in quanto dà molte cose per scontato – afferma una studentessa che si definisce fortunata, visto che ha ripetuto la prima parte dell’esame solo per due volte, mentre alla seconda, dopo tre mesi pieni di studio, è stata promossa subito e con 24 – Personalmente, ho studiato da autodidatta, integrando il manuale con nozioni e notizie trovate in rete”. In tanti ribadiscono l’importanza dell’uso esatto dei termini giuridici nell’esposizione. “Mi imbarazza dire quante volte sono stato bocciato – afferma uno studente alle prese con lo studio delle impugnazioni – una volta non ho saputo spiegare bene la differenza tra rinvio proprio e improprio, un’altra volta ho sbagliato ad utilizzare dei termini. Ho continuato sempre a studiare, non vado a tentare, ma, ad oggi, non ho ancora capito cosa dovrei migliorare, perché il professore non lo spiega. Sono sempre più agitato quando vado a colloquio”. E ancora, “non è meritocratico, va molto a simpatia”, “dopo sette, otto volte, dà 21”. C’è, però, chi ammette di presentarsi all’esame dopo aver dedicato ben poco tempo alla preparazione. “Ho ripetuto la prima parte dell’esame per tre volte, poi ho avuto 21. Per la seconda parte, studierò un po’, senza entrare troppo nel dettaglio, e andrò a tentare. Non è normale farsi prendere dalla paura, come è successo ad altri ragazzi, tanto i voti sono bassi”.
Maddalena Esposito
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