Al Dipartimento di Psicologia si sono da poco concluse le selezioni per accedere al doppio titolo della Laurea Magistrale in Psicologia dei Processi Cognitivi che in Francia ha questa denominazione: Master Sciences Humaines et Sociales, Mention Psychologie Spécialité ‘Psychologie des Processus Neurocognitifs et Sciences Affectives’. Una seconda scrematura che ha seguito una pre-selezione basata sulla valutazione dei curricula degli studenti, quindi sul numero di crediti formativi accumulati, sulla media dei voti e sul livello di conoscenza della lingua inglese. “Si sono presentati in sei alla seconda valutazione e ne sono passati in cinque – spiega la prof.ssa Santa Iachini, Coordinatrice del Corso di Laurea – Devo dire che sono tutti ragazzi davvero molto motivati”. Il progetto di ‘double degree’ è cominciato nel 2014 e nell’anno successivo è stato stipulato un accordo di cooperazione tra l’Università Vanvitelli e l’Université des Sciences Humaines et Sociales – Lille 3. “Nel 2017 abbiamo avuto i primi laureati – continua la prof.ssa Iachini – a maggio cominceranno i primi scambi, infatti verranno a farci visita i colleghi francesi che prenderanno parte alle lezioni nell’ambito del nostro Corso internazionale e conosceranno i nuovi studenti selezionati in questo anno accademico. A settembre, io e un collega andremo a Lille per gli stessi motivi”. Barbara Rauso, 24 anni di San Prisco, provincia di Caserta, è nella rosa dei corsisti internazionali. “Siamo stati selezionati da una commissione interna attraverso un colloquio in lingua inglese – racconta – C’era un po’ di tensione perché sapevamo che su sei candidati cinque sarebbero passati. Ho scelto di candidarmi perché sono una ragazza molto timida e riservata e proprio per questo ho bisogno di aprirmi di più. L’ho fatto per una questione di crescita personale ma anche per migliorare le relazioni internazionali e rafforzare la mia conoscenza della lingua inglese”. È l’amore per la ricerca che accomuna tutti gli studenti double degree che sognano di concorrere per il Dottorato, far parte di una èquipe e toccare con mano quei paradigmi che hanno studiato su testi di Psicologia attraverso una sperimentazione attiva su soggetti sani. “Una carriera in questo campo è il mio sogno – risponde Renato Orti, 24 anni di Bagnoli – credo che una esperienza internazionale rappresenti un valore aggiunto per il curriculum di uno studente e faciliti in qualche modo la ricerca di un lavoro, soprattutto all’estero”. Questi ragazzi all’inizio del secondo anno della Magistrale sono ospiti dell’università francese dove frequenteranno i corsi e sosterranno alcuni esami previsti dal piano di studi e dal progetto. Serena Plaitano, 24 anni di Napoli (ma vive a Caserta da molti anni), al secondo anno della Magistrale, ha già fatto questa esperienza: “l’Ateneo è enorme, davvero funzionale e ad alta tecnologia – ricorda la studentessa con il sogno di vivere, studiare e lavorare all’estero – Quello che mi ha colpito è un approccio allo studio molto diverso dal nostro che credo sia quello di stampo europeo. In pratica lì gli studenti utilizzano molti meno testi universitari, rispetto a noi, a favore di slide, appunti, dispense e internet. Questo perché poi fanno molta più pratica mentre in Italia la teoria è molto più importante”. Teresa Arabia, anche lei al secondo anno, sottolinea che non si tratta di un Erasmus: “certo è pur sempre una esperienza all’estero ma i tempi sono molto più serrati – racconta – Non hai molto tempo per guardarti intorno ed esplorare la città, forse solo un po’ all’inizio o alla fine dei sei mesi di permanenza nel campus. Una volta cominciate le lezioni ti devi focalizzare solo sullo studio perché mentre l’organizzazione dei corsi e delle sessioni di esami qui in Italia è distribuita nell’arco di un tempo più ampio, in Francia è invece più intensiva. I corsi durano sei settimane soltanto e gli esami si svolgono in due giornate obbligatorie. Non ci sono tempi morti e lo studente, in un contesto internazionale, si responsabilizza. Questo mi è servito una volta tornata a casa, per questo e per molte altre ragioni consiglio a tutti di provare a fare un’esperienza simile all’estero”. Nel mese di luglio, prima di partire a settembre, arrivano le proposte di tesi. Ognuno sceglie un argomento che sarà sviluppato nell’arco di tutto l’anno accademico. Sulla tesi di laurea, infatti, si lavora un po’ a Lille 3 e un po’ alla Vanvitelli: nel campus francese si svolge la raccolta e l’analisi dei dati mentre nell’ateneo casertano si scrivono le conclusioni e i risultati ottenuti. “Nei primi anni dall’attivazione del doppio titolo – conclude Teresa – non c’è stata molta richiesta da parte degli studenti perché la maggior parte degli iscritti a Psicologia della Vanvitelli sono interessati alle Neuroscienze e anche io in principio ero una di loro. A Caserta abbiamo tra i docenti dei veri luminari della materia. Poi ho cambiato idea perché l’opportunità del doppio titolo è davvero unica. A conclusione di questa esperienza posso dire di aver fatto la scelta giusta e che non mi sono affatto pentita”.
Claudia Monaco
Claudia Monaco