È il premio nazionale, dedicato al talento femminile e alla memoria di Marisa Bellisario, la prima donna top manager italiana, prematuramente scomparsa nel 1988 a soli 53 anni dopo aver ricoperto ruoli di vertice all’Olivetti e alla General Electric. La Fondazione che porta il suo nome assegna ogni anno, fin dal 1989, le Mele d’Oro, riconoscimento per le donne distintesi nella professione, nel management, nella scienza, nel mondo accademico, nell’Economia, negli studi e nel sociale a livello nazionale e internazionale. Il Premio si avvale dell’adesione della Presidenza della Repubblica e del patrocinio dei più importanti Ministeri e di un Comitato d’Onore. Tra le premiate degli anni recenti ricordiamo Fabiola Gianotti, Direttore del Cern; Margherita Hack, astrofisico e primo Direttore donna di un OsservatorioAstronomico; Samantha Cristoforetti, Astronauta; Roberta Pinotti, Ministro della Difesa; tra le protagoniste della politica internazionale Ang San Su Kyi, Rania di Giordania, Tata Gandhi e SeÌgoleÌ€ne Royal. Quest’anno fra le vincitrici che venerdì 16 giugno verranno accolte a Palazzo Madama dal Presidente del Senato e ospitate poi negli studi della Rai, per registrare l’evento televisivo Donne ad Alta Quota che andrà in onda il 21 giugno su Raidue, c’è anche una laureata Magistrale in Ingegneria Elettronica della Federico II, la migliore del settore in Italia, selezionata fra le candidate di quaranta Atenei in un processo che ha visto coinvolte quattro grandi aziende come Leonardo Company, Enel, Terna e Acea. Ventiquattro anni, originaria di Caserta, Roberta Della Peruta si è laureata nell’ottobre scorso summa cum laude con una tesi sulle celle solari ad eterogiunzione sviluppata durante l’Erasmus Placement condotto presso l’Università Tecnica di Delft, seguita dal prof. Vincenzo d’Alessandro e, in Olanda, dal prof. Olindo Isabella e dal ricercatore Guangtao Yang. “È stato un bel lavoro, nel corso del quale ho dovuto proprio fabbricare in laboratorio delle celle dalle quali estrarre quanta più energia possibile”, racconta Roberta che non si è ancora abituata alle interviste e all’attenzione mediatica. Interessata alle materie scientifiche, in particolare Matematica e Fisica, si è voluta iscrivere ad un percorso di studio che le offrisse, al tempo stesso, degli sbocchi interessanti e la possibilità di applicare al massimo le sue passioni, come un corso di Ingegneria del settore dell’Informazione può fare, con tutto lo studio richiesto sulla probabilità e i fenomeni aleatori (“però non avevo le idee chiarissime, le mie scelte sono maturate nel corso del tempo”). Dopo la laurea, decide di andare in Germania, a Monaco di Baviera, per studiare tedesco, “una lingua fondamentale” e lì ha trovato lavoro presso un’azienda del settore automotive, occupandosi di elettronica di potenza. “Sono venuta a Monaco perché sapevo che era pieno di aziende del ramo semiconduttori. Il dottorato mi interessava, ma non ero sicura di seguire una carriera accademica. Qui ci sono anche dottorati sviluppati in collaborazione con realtà produttive”. Del Premio che sta per ricevere apprezza soprattutto la gratificazione per i sacrifici compiuti: “laurearsi bene e nei tempi non è facile, significa sacrificare molto tempo, sottraendolo agli svaghi e, forse cosa peggiore di tutte, all’estate. Penso che sarà molto emozionante andare al Senato. Non me l’aspettavo proprio, sarà una bella esperienza”. A chi pensa di intraprendere un percorso analogo, raccomanda costanza e regolarità: “basta saltare un giorno e recuperare diventa difficile. Inoltre, è importante seguire, apprendendo quanto più possibile in aula, mantenere la calma davanti a degli esami che possono scoraggiare e trovare un gruppo con cui studiare e confrontarsi. Io sono stata fortunata: ho trovato dei colleghi con cui ho fatto tutto il percorso, laureandoci insieme”. Per il momento la sua aspirazione è imparare al meglio a fare il proprio mestiere: “il nostro è un contesto quasi esclusivamente maschile, le donne stanno aumentando, ma sono ancora poche. Io, però, mi sono trovata sempre bene e questi risultati sono arrivati grazie alla formazione e al supporto dell’Università”.
Simona Pasquale
Simona Pasquale